Il Documento di Economia e Finanza, DEF 2018, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri: palla in mano al nuovo Governo per evitare l'aumento IVA, nessuna novità in materia di pensioni.
Il DEF 2018 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri del 26 aprile 2018.
Il via libera del Documento di Economia e Finanza era particolarmente atteso soprattutto in merito a due dei problemi che dovrà affrontare il nuovo Governo: l’aumento IVA che scatterà dal 2019 e le novità sulle pensioni, richieste dai lavoratori e promesse dai principali gruppi politici.
Tuttavia, il DEF 2018 approvato dal CDM si limita a descrivere l’evoluzione economica-finanziaria internazionale, aggiornando le previsioni macroeconomiche per l’Italia: la palla passa in mano al nuovo Esecutivo, il quale dovrà farsi carico non solo della sterilizzazione delle clausole di salvaguardie ma anche dal “nodo” abolizione Legge Fornero.
Nessuna indicazione per il futuro: la sezione del quadro programmatico è lasciata in bianco e dipenderà dalla definizione degli obiettivi di politica economica del nuovo Esecutivo.
Il Documento di Economia e Finanza si compone di tre sezioni e sette allegati: al suo interno i passi avanti in materia di lavoro e le misure attuate nella scorsa Legislatura con l’obiettivo di ridurre il rapporto Deficit/PIL e di agevolare la crescita dell’Italia.
Tra gli aspetti negativi sottolineati dal Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan vi è la crescita della diseguaglianza, una delle conseguenze più drammatiche della crisi per la quale resta urgente il bisogno di strategie politico economiche e sociali immediate.
DEF 2018: nessun novità su IVA e pensioni nel Documento di Economia e Finanza
Lavoro, pensioni e IVA: sono questi i tre temi per i quali si attendevano novità all’interno del DEF 2018. Novità che, come anticipato, non sono state inserite nel Documento di Economia e Finanza che il Consiglio dei Ministri uscente ha approvato il 26 aprile 2018.
Il quadro delineato dal DEF comprende gli aumenti dell’IVA previsti tra il 2019 e il 2020, ricordando tuttavia che come successo lo scorso anno sarà possibile sterilizzare le clausole di salvaguardia con misure alternative e futuri interventi legislativi: serviranno 12,5 miliardi di euro.
Non vengono menzionate novità in materia di pensioni, fatta eccezione delle misure in materia previdenziale introdotte nel corso della scorsa legislatura: Ape sociale e volontaria, Rita e benefici per i lavoratori precoci, novità introdotte per ridurre gli effetti negativi della riforma Fornero.
Sono tre le sezioni di cui è composto il Documento di Economia e Finanza 2018:
- Sezione I: Programma di Stabilità dell’Italia
- Sezione II: Analisi e tendenze di finanza pubblica
- Sezione III: Programma Nazionale di Riforma (PNR)
Il testo del DEF e i relativi allegati possono essere consultati liberamente accedendo al sito del MEF.
DEF 2018: crescono le disuguaglianze
Tra gli allegati del Documento di Economia e Finanze 2018 sono stati approvati anche gli Indicatori del Benessere Equo e Sostenibile, innovazione introdotta in via sperimentale lo scorso anno e sostenuta con convinzione dal Governo.
Il quadro che ne emerge non è confortante: crescono le disuguaglianze e nel complesso si evince come la crisi abbia intaccato il benessere dei cittadini, aggravando il fenomeno della povertà assoluta soprattutto tra i giovani.
È tuttavia in corso un lieve aumento dei redditi degli italiani e dell’occupazione, anche grazie agli incentivi e alle agevolazioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2017 e 2018.
“Molto resta da fare, i progressi non sono uniformi, ma esiste una base su cui proseguire ed allargare lo sforzo di miglioramento del benessere, dell’equità e della sostenibilità sociale, economica ed ambientale. L’inserimento dell’analisi del benessere nei documenti programmatici è funzionale a una maggiore attenzione dei decisori politici e dell’opinione pubblica verso questi temi così rilevanti per i cittadini.”
E, a tal proposito, il Documento di Economia e Finanza 2018 ricorda l’introduzioe del REI, reddito di inclusione, misura di sostegno all’inclusione sociale e lavorativa e di contrasto alla povertà.
Lotta all’evasione IVA con la fattura elettronica obbligatoria
Attenzione puntata alle misure introdotte per il contrasto all’evasione fiscale, tra cui l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica, già previste per operazioni di cessione/prestazioni verso le amministrazioni pubbliche, anche ai rapporti tra privati (maggior gettito atteso per 0,2 miliardi nel 2018, 1,7 miliardi nel 2019 e 2,3 miliardi nel 2020).
Tra i vantaggi dell’introduzione della fattura elettronica B2B il DEF 2018 cita la riduzione dell’evasione da omessa dichiarazione IVA, con maggiori entrate pari a 13,2 miliardi.
In aggiunta, continua il Documento di Economia e Finanza, la fatturazione elettronica obbligatoria presenta i seguenti vantaggi: automatismi degli obblighi di conservazione delle fatture, efficientamento dei processicontabili integrati coi sistemi di fatturazione, disponibilità di dati puntuali (non solo di riepilogo IVA) e in tempo reale, con la possibilità di attivare un confronto pre-dichiarativo costante con i contribuenti, miglioramento della trasparenza mettendo a disposizione le fatture nel cassetto fiscale del contribuente.
Tutte previsioni che, tuttavia, dovranno fare i conti con la realtà e le difficoltà riscontrate dalla stessa Agenzia delle Entrate, motivo per il quale si fa sempre più certa la possibilità di una proroga dell’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica dal 2019 e dal 1° luglio 2018 per il settore carburanti.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: DEF 2018: resta l’aumento IVA, nessuna novità sulle pensioni