Cedolare secca 2024, Airbnb applicherà la ritenuta sugli affitti stipulati tramite il proprio portale. Questa una delle novità emerse dopo l'accordo con l'Agenzia delle Entrate per il versamento delle imposte non applicate ai compensi corrisposti ai proprietari per il periodo dal 2017 al 2021. Diversi i risvolti pratici per gli host, anche in relazione alle annualità passate
Cedolare secca, dal 2024 Airbnb applicherà la ritenuta in relazione agli affitti stipulati per il tramite del proprio portale online.
Misure che debutteranno in parallelo alle novità della Legge di Bilancio 2024, che modifica le regole di tassazione degli affitti brevi e specifica anche gli obblighi per i portali di intermediazione immobiliare, lasciando al 21 per cento il valore della ritenuta da applicare ai compensi degli host.
Questi alcuni dei dettagli che emergono dopo la firma dell’accordo tra Agenzia delle Entrate e Airbnb in relazione alla mancata applicazione delle ritenute per il triennio 2017-2021. La società verserà un totale di 576 milioni di euro al Fisco, in vista di una più ampia stagione di collaborazione con l’Amministrazione Finanziaria.
Diverse quindi le implicazioni pratiche per i proprietari: dal 2024 le somme riconosciute da Airbnb saranno decurtate della ritenuta del 21 per cento, ma sarà necessario regolarizzare direttamente le omissioni relative al 2022.
Cedolare secca 2024, Airbnb applicherà la ritenuta sugli affitti: cosa cambia per gli host
Per effetto dell’accordo raggiunto con l’Agenzia delle Entrate, sarà Airbnb a farsi carico della cedolare secca dovuta dagli host per il periodo dal 2017-2021, per un totale di 353 milioni di euro di ritenute, 174 milioni di sanzioni e 49 milioni di interessi.
L’accordo da 576 milioni di euro segna un punto di svolta nei rapporti tra la piattaforma e il Fisco, anche per il futuro.
Oltre alla riscossione delle somme non applicate per le annualità oggetto dell’accordo, si va verso un futuro più collaborativo dal prossimo anno. Per la cedolare secca 2024 Airbnb applicherà quindi la ritenuta del 21 per cento sui canoni corrisposti ai proprietari degli immobili locati per il tramite della propria piattaforma, adeguando quindi le procedure alla normativa in vigore.
Una novità che si intreccia con le modifiche in arrivo con la Legge di Bilancio 2024, che sulla cedolare secca innalza l’aliquota al 26 per cento per le locazioni brevi di più di un immobile nel corso dell’anno, lasciando tuttavia inalterate le regole per i portali di intermediazione.
L’articolo 18 della Manovra prevede infatti che i soggetti che gestiscono portali di intermediazione immobiliare, che incassano o intervengono nel pagamento dei canoni di locazione breve, applichino la ritenuta nella misura del 21 per cento, operata a titolo di acconto nei casi in cui scatterà la tassazione più gravosa del 26 per cento.
Airbnb si impegna dunque ad applicare le novità della Legge di Bilancio 2024 e, dal punto di vista pratico, sui compensi da corrispondere agli host verrà automaticamente decurtato il 21 per cento a titolo di cedolare secca o acconto dell’imposta dovuta.
Cedolare secca non pagata, Airbnb sana il pregresso fino al 2021. Ravvedimento operoso per i proprietari per il 2022
Airbnb chiude quindi i conti con il Fisco per il triennio contestato e non chiederà ai proprietari di immobili il rimborso di quanto versato.
Resta in sospeso la questione relativa al 2022.
In tal caso è stata la stessa piattaforma ad informare gli host circa la necessità di regolarizzare la propria posizione fiscale, in caso di mancato versamento della cedolare secca o dell’IRPEF in caso di opzione per la tassazione ordinaria dei redditi conseguiti.
Così come evidenziato nella comunicazione trasmessa agli utenti, per il 2022 sarà possibile versare le imposte dovute, seppur in ritardo, versando le sanzioni ridotte mediante il ravvedimento operoso. In tal caso non sarà quindi Airbnb a coprire le inadempienze.
Versamento secondo le regole e le scadenze ordinarie per le somme percepite nel 2023.
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