Cedolare secca affitti commerciali, registrazione contratto con modello RLI cartaceo: il software per l'utilizzo della procedura web non è ancora stato aggiornato per recepire le novità in vigore dal 1° gennaio 2019.
Cedolare secca affitti commerciali, registrazione contratto con modello RLI esclusivamente cartaceo.
Ad oggi la procedura web per la registrazione dei contratti di affitto ancora non è stata implementata per recepire le novità in vigore dal 1° gennaio 2019 in merito agli affitti commerciali.
La possibilità di optare per il regime di tassazione a cedolare secca anche per le locazioni di negozi ed uffici è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2019, consentendo ai locatori di locali commerciali di assoggettare il reddito derivante dall’affitto all’imposta sostitutiva del 21%.
Tuttavia, nonostante siano ormai passati più di due mesi dall’entrata in vigore della novità, il software per la registrazione dei contratti di affitto dell’Agenzia delle Entrate non è stato ancora aggiornato e l’unica via possibile, al momento, è la presentazione del modello RLI presso gli Uffici presenti sul territorio.
Un ritardo che è tutt’altro che un caso isolato. Sulle novità fiscali introdotte dalla Legge di Bilancio 2019 l’Agenzia delle Entrate ad oggi tace ed i chiarimenti attesi restano molti, tra cui quelli relativi al regime forfettario ma non solo.
Cedolare secca affitti commerciali: registrazione contratto con modello RLI cartaceo
Fino a quando non verrà aggiornato il software per la compilazione e la trasmissione telematica, il modello RLI per la registrazione dei contratti d’affitto commerciali con opzione per la cedolare secca potrà essere presentato soltanto presso gli Uffici dell’Agenzia delle Entrate.
A riportalo è la stessa Agenzia delle Entrate, all’interno della pagina online del proprio portale dedicata alla cedolare secca sugli affitti. Quello che si legge è che il software attualmente è in corso di aggiornamento.
Si ricorda che il modello RLI è il modulo unico per la registrazione dei contratti d’affitto e per gli adempimenti successivi, utilizzabile quindi anche per eventuali proroghe, cessioni, risoluzioni o subentri.
Il termine per la presentazione del modello RLI e quindi per la registrazione del contratto di locazione è fissato a 30 giorni dalla data della stipula o decorrenza.
Per gli immobili ad uso abitativo, la registrazione può essere effettuata (oltre che presso gli Uffici territoriali che tramite intermediari) utilizzando il Software RLI messo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate.
Opzione telematica ancora esclusa per la registrazione con cedolare secca degli affitti di negozi o altri locali a destinazione commerciale. In tal caso quindi sarà necessario barrare, all’interno del modello RLI, la voce Cedolare Secca nella Sezione II - Adempimento successivo.
Il modulo, debitamente compilato, dovrà essere quindi presentato presso qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate, riportandone i relativi dati nella Sezione I.
Nell’epoca degli adempimenti telematici è abbastanza paradossale che la registrazione dei contratti di locazione possa essere effettuata esclusivamente con il modello RLI cartaceo, cosa che ad oggi accade per gli affitti commerciali.
Cedolare secca affitti commerciali con cedolare secca del 21%: come funziona
La possibilità di applicare il regime di tassazione a cedolare secca per gli affitti commerciali è un’opzione che, sebbene risulti particolarmente vantaggiosa per i proprietari, prevede diversi limiti.
Per l’accesso alla tassazione agevolata con aliquota del 21% è necessario che i locali commerciali siano di categoria catastale C/1 e che abbiano una superficie non superiore a 600 metri quadri (escluse pertinenze).
Non solo. I contratti per i quali si opta per la cedolare secca devono essere stipulati nel 2019 e non si potrà applicare il regime di tassazione a cedolare secca sulle locazioni commerciali qualora al 15 ottobre 2018 risulti in essere un contratto non scaduto, tra i medesimi soggetti e per lo stesso immobile, interrotto in anticipo rispetto alla scadenza naturale.
Una mossa voluta per evitare potenziali casi di abuso dell’agevolazione fiscale ma che potrebbe essere uno dei motivi del mancato decollo della misura.
Cause limitative da rivedere, secondo Confedilizia, che ha richiesto al Governo di modificare due dei paletti previsti dalla Legge di Bilancio: la limitazione ai contratti stipulati nel 2019 e alla categoria catastale C\1, un requisito che esclude ad esempio le locazioni di uffici o laboratori.
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