Cedolare secca affitti brevi 2021, è in vigore la stretta prevista dalla Legge di Bilancio, che consente di beneficiare della tassazione ridotta solo per 4 immobili locati per breve periodo nel corso dell'anno. Se si affittano 5 o più appartamenti per breve periodo, è prevista la presunzione di attività imprenditoriale, con il conseguente obbligo di partita IVA. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.
Cedolare secca affitti brevi 2021, limiti più serrati in Legge di Bilancio. Facciamo il punto su cosa cambia a partire dal 1° gennaio.
Il comma 595, articolo 1 della legge n. 178 del 30 dicembre 2020 fissa ad un massimo di 4 il numero di appartamenti da affittare per ciascun periodo d’imposta beneficiando della tassazione agevolata del 21%.
Per chi affitta da 5 a più appartamenti per breve periodo scatta la presunzione di attività imprenditoriale, con obbligo di dotarsi di partita IVA.
La Legge di Bilancio 2021 definisce i casi in cui si applica il regime di tassazione agevolato sugli affitti turistici, e limita in maniera chiara quando è possibile l’applicazione della cedolare secca del 21%, stabilendo altresì quando l’attività di locazione per brevi periodi si presume svolta in forma imprenditoriale.
Le novità si applicheranno anche nel caso di contratti stipulati tramite intermediari o portali online.
Cedolare secca affitti brevi 2021, operativa la stretta della Legge di Bilancio: cosa cambia
A partire dal 1° gennaio 2021, il regime fiscale delle locazioni brevi si applicherà esclusivamente per un numero massimo di quattro appartamenti per periodo d’imposta.
In caso di superamento del numero massimo di 4 immobili affittati per breve periodo, non solo si passerà alla tassazione ordinaria Irpef, ma l’attività di locazione, da chiunque esercitata, si presumerà svolta in forma imprenditoriale.
Sono queste le novità contenute nella Legge di Bilancio 2021, che interviene in materia di cedolare secca sugli affitti di breve durata.
Non è la prima volta che se ne parla. L’ultimo tentativo era stato fatto durante l’iter di conversione del decreto Agosto, con un emendamento prima approvato e poi stralciato a sorpresa in Senato.
La modifica è rilevante; basti pensare che solo qualche settimana fa l’Agenzia delle Entrate aveva invece chiarito che il numero di immobili non è rilevante ai fini del corretto inquadramento fiscale.
Il regime agevolato di tassazione dei redditi derivanti da affitti brevi, di durata non superiore a 30 giorni, compresi i contratti che prevedono servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, viene ora ristretto sulla base di parametri chiari, al fine di tutelare i consumatori e nel rispetto della concorrenza.
A cambiare sono le regole previste dal decreto n. 50/2017, con il quale è stata estesa la cedolare secca del 21% anche agli affitti brevi.
Affitti brevi, partita IVA obbligatoria per chi affitta più di 4 appartamenti all’anno
Alla limitazione relativa all’applicazione della tassazione ridotta del 21%, la Legge di Bilancio 2021 affianca la presunzione di attività imprenditoriale. Per chi concede in affitto per brevi periodi più di quattro appartamenti all’anno, diventa di fatto obbligatorio dotarsi di partita IVA.
La stretta non risparmia i portali online.
La Legge di Bilancio 2021 prevede espressamente che i limiti all’applicazione della cedolare secca sugli affitti brevi si applichino anche ai contratti stipulati tramite intermediari, oppure tramite piattaforme telematiche che mettono in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di appartamenti da condurre in locazione.
Non solo cedolare secca: nasce la banca data per gli affitti brevi
La Legge di Bilancio 2021, modificando quanto previsto dall’articolo 13-quater del decreto Crescita n. 34/2019, istituisce presso il Mibact una banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati agli affitti brevi.
Agli immobili sarà assegnato un codice da utilizzare per ogni comunicazione relativa all’offerta e alla promozione dei servizi all’utenza, fermo restando quanto stabilito in materia dalle leggi regionali.
Sarà un apposito decreto del Mibact, da emanare entro due mesi dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2021, a stabilire le modalità di realizzazione e gestione della banca dati, così come dell’acquisizione dei codici identificativi regionali.
Il codice identificativo dovrà essere pubblicato in tutte le comunicazioni relative alla promozione e all’offerta, anche degli immobili affittati per breve periodo.
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