Cassa integrazione, INPS: autorizzazioni al 97,3% ma i conti non tornano

Tommaso Gavi - Lavoro

Cassa integrazione, con il comunicato stampa del 25 gennaio 2021 l'INPS rende noti i numeri su richieste e autorizzazioni. Criticata la stima del quotidiano La Repubblica sul numero dei lavoratori coinvolti. I conti non tornano, però, anche nella percentuale delle domande accettate.

Cassa integrazione, INPS: autorizzazioni al 97,3% ma i conti non tornano

Cassa integrazione, con il comunicato stampa del 25 gennaio 2021 l’INPS fornisce i dati su richieste e autorizzazioni dei trattamenti di integrazione salariale.

L’Istituto sostiene di aver gestito circa 3,56 milioni di domande e di averne accettate oltre 3,2 milioni.

Nel comunicato che critica i numeri calcolati dal quotidiano “la Repubblica”, però i conti comunque non tornano.

La percentuale di autorizzazioni viene data al 97,3% ma, stando ai numeri dello stesso comunicato, dovrebbe attestarsi a poco meno del 90% (l’INPS infatti parla di 3,20 milioni di domande accettate su 3,56 milioni ovvero circa l’89,89%).

Il numero contestato è tuttavia un altro, quello che riguarda il numero di lavoratori coinvolti nelle domande in lavorazione.

A riguardo l’INPS precisa che:

non può essere determinato fino a quando non pervengono dalle aziende gli SR41, e non può essere 1,2 milioni come oggi il quotidiano Repubblica erroneamente sostiene, basandosi su una stima priva di metodo.

Cassa integrazione, INPS: autorizzazioni al 97,3% ma i conti non tornano

Il comunicato stampa del 25 gennaio 2021 dell’INPS fornisce i dati sulla cassa integrazione.

INPS - Comunicato stampa del 25 gennaio 2021
Cassa Integrazione: autorizzazioni al 97,3%, i pagamenti ai lavoratori al 98,3%.

L’Istituto rende noto di aver gestito circa 3,56 milioni di domande, tra le quali oltre 3,2 milioni sono state accettate.

La porzione di domande accettate viene rilevata al 97,3% anche se, prendendo in considerazione i numeri riportati nello stesso comunicato, tale percentuale dovrebbe essere di poco inferiore al 90%.

Ad ogni modo i numeri che vengono criticati nel comunicato stampa sono quelli calcolati dal “quotidiano La Repubblica”.

A riguardo l’Istituto sottolinea che:

“Il numero di lavoratori coinvolti nelle domande in lavorazione non può essere determinato fino a quando non pervengono dalle aziende gli SR41, e non può essere 1,2 milioni come oggi il quotidiano Repubblica erroneamente sostiene, basandosi su una stima priva di metodo.”

Ciò che invece può essere determinato sono il numero di domande respinte che, come rende noto l’Istituto, sono 271 mila.

Quelle in lavorazione sono invece 88 mila, delle quali 60 mila (quasi il 70%) risultano presentate tra i mesi di dicembre 2020 e di gennaio 2021.

Domande di autorizzazione e di pagamento il cui flusso si è intensificato nell’ultima parte dell’ultimo trimestre 2020.

Rimanendo sui numeri, i pagamenti ai lavoratori coprono il 98,3% delle richieste: 16,9 milioni su 17,2 milioni di domande.

Sono in lavorazione i pagamenti per 293 mila prestazioni, di cui 252 mila sono arrivate nel mese di gennaio 2021.

Nel complesso l’INPS fa sapere di aver gestito oltre 17 milioni di operazioni di pagamenti diretti, rivolti a 3,6 mln di lavoratori.

Inoltre, più di 10 milioni di pagamenti a conguaglio dopo l’anticipo alle aziende per 3,4 milioni di lavoratori.

In totale, la cifra ammonta a circa 20 miliardi di euro per CIG Covid.

Cassa integrazione, INPS: nessun allarme per il pagamento delle pensioni e delle altre prestazioni

Oltre ai numeri sulla cassa integrazione, nel comunicato viene descritto l’iter per l’erogazione delle somme.

La procedura richiede mediamente tra le 8 e le 10 settimane, con la fase iniziale della richiesta dell’azienda, i controlli e l’approvazione dell’INPS.

Viste inoltre le numerose richieste, l’INPS spiega di aver avviato una serie di azioni di supporto, tra le quali la task force CIG e l’ampliamento delle risorse umane dedicate alle pratiche della cassa integrazione, oltre a tavoli di confronto per la semplificazione e innovazione dei meccanismi della procedura.

Sui pagamenti l’Istituto rassicura:

“Per quanto riguarda i conti Inps, non esiste alcun allarme per il pagamento delle pensioni e delle altre prestazioni dell’Istituto, che possono essere finanziate attingendo, sulla base di vari strumenti che le legge mette a disposizione, a risorse dello Stato.”

A riguardo l’INPS aggiunge:

“Nel corso del 2020, il legislatore ha previsto che Inps finanziasse con proprie risorse finanziarie alcune delle misure economiche finalizzate al contrasto degli effetti economici della pandemia (cassa integrazione ordinaria, assegno di solidarietà, Naspi, indennità di malattia, ecc.).

Al contempo, inevitabilmente si sono registrate minori entrate contributive per effetto della contrazione delle attività produttive e del rinvio dei termini di pagamento dei contributi introdotto allo scopo di venire incontro alle esigenze finanziarie delle aziende e dei lavoratori autonomi.”

La stima degli effetti è riportata nell’assestamento del bilancio preventivo 2020 e nel bilancio preventivo 2021, approvati dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Istituto rispettivamente il 1° ottobre e il 29 dicembre 2020.

L’Istituto fa sapere inoltre di trasmettere costantemente al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’andamento dei pagamenti e delle riscossioni.

Nel complesso, per tutte le prestazioni Covid, L’INPS ha erogato pagamenti a 15 milioni di cittadini per un ammontare di oltre 33,5 miliardi di euro, come già reso noto in un comunicato stampa dei giorni scorsi.

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