Previsto in serata oggi, 10 gennaio 2023, il Consiglio dei Ministri dove probabilmente si discuterà anche di accise e dell'emergenza determinata dal rialzo dei prezzi dei carburanti. Ma quali e quante sono le accise che ancora oggi gravano sul costo della benzina in Italia?
È in programma in queste ore a Palazzo Chigi l’incontro tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana per discutere dell’emergenza caro carburanti e valutare eventuali azioni di contrasto contro speculazioni a danno dei cittadini.
Il 2023 si è aperto - non proprio inaspettatamente - con una decisa impennata del costo dei carburanti.
Complice lo stop definitivo dello sconto sulle accise - a partire dal 1° gennaio - il prezzo di benzina e affini ha subito un repentino aumento, trasformandosi in un vero e proprio caso politico, tra denunce di speculazioni, esposti all’Antitrust e recriminazioni per il mancato rinnovo taglio delle imposte.
Il Governo prova a correre ai ripari e molto probabilmente nel Consiglio dei Ministri, in programma alle 18,30 di oggi 10 gennaio 2023, si parlerà anche di misure contro l’ aumento del prezzo della benzina.
Ma cosa sono le imposte sui carburanti? E perché, anche questa volta, sono tra i principali indiziati per il rialzo dei prezzi al distributore?
Ecco, allora, nel dettaglio cosa finanziano e quali sono le accise sulla benzina e i carburanti che ancora gravano sul costo finale dei rifornimenti.
Dalla Guerra in Etiopia alla manutenzione dei Beni Culturali: ma quali sono le accise sulla benzina e sui carburanti?
Il taglio delle accise sui carburanti è uno di quei temi che viene riproposto periodicamente nel dibattito politico italiano.
In gergo tecnico le accise sono delle imposte sulla fabbricazione e la vendita di prodotti di consumo applicata sulla quantità del prodotto. Il termine deriva dal latino “accisus”, participio passato del verbo “accidere” ovvero “cadere sopra”, con l’imposizione di un’accisa, infatti, lo Stato interviene su un determinato prodotto con un’imposta prelevata nella fase di fabbricazione, consumo o importazione.
Le accise sui carburanti in Italia sono servite negli anni per far fronte a emergenze quali terremoti, alluvioni, guerre e per immettere contante nelle casse dello Stato nei periodi di crisi.
Ma quali eventi eccezionali hanno finanziato e in parte ancora finanziano le accise sul carburante?
Si parte da quelle più datate, ovvero:
- Guerra in Etiopia (1935-36);
- Crisi di Suez (1956);
- Ricostruzione disastro Vajont (1963);
- Ricostruzione alluvione Firenze (1966);
- Post terremoto del Belice (1968);
- Post terremoto del Friuli (1976);
- Post terremoto Irpinia (1980);
- Missione Libano (1983).
Queste accise sono state soppresse nel 1993 non sussistendo più gli eventi straordinari che le avevano rese necessarie.
Ci sono poi quelle istituite più di recente come ad esempio quelle per finanziare:
- Missione Onu Bosnia (1996)
- Rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004)
- Manutenzione e conservazione dei beni culturali (2011)
Dal 1995 le accise sui carburanti sono state inglobate in un’unica imposta indifferenziata.
Caro carburanti, accise benzina 2023: cosa aspettarci?
Quasi 90 anni d’imposte, nel corso dei quali gli italiani, facendo il pieno alle proprie automobili, hanno sostenuto il Paese nelle emergenze più disparate. Accise che però hanno anche contribuito in più occasioni a far lievitare oltre i limiti il costo finale dei carburanti, proprio come accaduto nella prima settimana del 2023.
Secondo i dati resi noti il 10 gennaio 2023 dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica relativi ai prezzi medi settimanali dei carburanti e combustibili, riferiti alla settimana dal 1° all’8 gennaio 2023, infatti, il costo della benzina ha fatto registrare un aumento del 10,21 per cento, il gasolio del 9, 39 per cento e il gpl del 3,33 per cento.
Oltre alle accise, naturalmente sul costo finale dei carburanti pesano anche altri fattori come ad esempio l’IVA.
Ma cosa dobbiamo aspettarci nelle prossime settimane e nei prossimi mesi sul fronte dei prezzi dei carburanti?
Con l’arrivo del nuovo anno, viene meno lo sconto sulle accise introdotto dal Governo Draghi e non confermato dall’attuale Esecutivo: uno sconto di 30 centesimi al litro per benzina, diesel, gpl e metano, previsto fino al 18 novembre. Il taglio delle accise era stato poi prorogato fino al 31 dicembre 2022 dal Governo Meloni che, però, lo aveva rimodulato portandolo a 18 centesimi.
Con la scadenza della proroga, le accise sono state ripristinate nella loro interezza.
In queste ore i riflettori sono tutti puntati, quindi, su Palazzo Chigi dove - come abbiamo visto - sono in programma due importanti appuntamenti.
Due i possibili fronti d’intervento da parte del Governo: da un lato l’individuazione e il blocco di eventuali speculazioni sul prezzo dei carburanti e dall’altro un possibile nuovo intervento sulle accise.
Tra le ipotesi che il Governo starebbe valutando, nel caso in cui gli aumenti non dovessero rientrare, ci sarebbe anche un nuovo sconto sulle imposte nel breve periodo. A lungo termine, invece, nelle intenzioni del Governo ci sarebbe l’abolizione definitiva dei tributi sul carburante, una misura più volte invocata in passato.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Accise benzina 2023, al vaglio possibili nuovi sconti contro rincari e speculazioni