Nel testo del Disegno di Legge di Bilancio 2023 c'è spazio anche per la tregua fiscale annunciata dalla premier Giorgia Meloni già nelle sue dichiarazioni programmatiche. La novità consistono nello stralcio delle cartelle sotto i 1.000 euro, ma non solo. Obiettivo? La costruzione di un nuovo rapporto tra Fisco e contribuenti.
La tregua fiscale annunciata dalla premier Giorgia Meloni già durante le sue dichiarazioni programmatiche è in arrivo con la Legge di Bilancio 2023: dallo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro a misure per potenziare la compliance sulle dichiarazioni fiscali, assume contorni più concreti la versione light della pace fiscale delineata dal Governo.
A illustrare il pacchetto di novità in arrivo la stessa Presidente del Consiglio dei Ministri e il viceministro all’Economia Maurizio Leo durante la conferenza stampa del 22 novembre 2022 sull’approvazione del DDL Bilancio che apre ufficialmente il cantiere dei lavori di definizione della Manovra.
La premier nelle sue dichiarazioni programmatiche aveva già parlato della volontà di mettere in atto una “rivoluzione copernicana” che punta a migliorare il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione, in questo contesto si inserisce anche una tregua fiscale per i contribuenti che intendono regolarizzare la propria posizione nei confronti dell’Erario.
Non è un condono, è stato sottolineato più volte. Ma l’obiettivo è mostrare un volto dello Stato diverso da quello “aggressivo e punitivo”.
Si punta ad agire anche sulle situazioni precedenti, favorendo chi intende effettuare il versamento delle imposte non pagate nei termini, con regole e tempi più diluiti.
Tregua fiscale: cos’è e cosa prevede il piano del Governo Meloni
Sono tre i pilastri del patto fiscale che il Governo Meloni punta a stabilire: riforma fiscale, con estensione della flat tax e revisione dell’IRPEF, lotta all’evasione fiscale a partire dagli evasori totali, e tregua fiscale per cittadini e imprese.
Sul terzo fronte l’obiettivo annunciato nel corso del discorso alla Camera del 25 ottobre è di agevolare famiglie e imprese che intendono regolarizzare la propria posizione con il Fisco.
Una tregua quindi dalle regole ordinarie, con un periodo di rientro agevolato e che guarderà anche alle situazioni che precedono l’emissione delle cartelle esattoriali.
Alla pace fiscale a “doppio binario”, il Governo capeggiato dal Presidente Giorgia Meloni punta ad affiancare quindi misure ulteriori e che riguardano gli atti emessi dall’Agenzia delle Entrate.
Questa la principale differenza rispetto alle precedenti edizioni della pace fiscale, considerando che il focus del progetto di tregua non saranno solo le cartelle accumulatesi nel magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, ma anche gli atti di recupero delle imposte non versate.
“Abbiamo coperto tutto lo spazio che va dalle dichiarazioni per arrivare poi alle cartelle”, ha dichiarato il viceministro all’Economia Maurizio Leo che ha illustrato le misure.
Tregua fiscale, le novità in arrivo con la Legge di Bilancio 2023
Nella Legge di Bilancio 2023, primo banco di prova del Governo Meloni, trovano spazio le prime novità sul fronte fiscale e non può mancare la tregua.
In che costa consiste? Nella conferenza stampa di presentazione del DDL Bilancio che si è tenuta il 22 novembre sono arrivate le prime risposte certe.
Il raggio di azione è ampio: si va dallo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro al potenziamento di strumenti di compliance per le anomalie emerse dalle dichiarazioni.
Con le novità inserite nella Manovra, vengono eliminate le cartelle fino a 1.000 euro e risalenti a periodi fino al 2015.
“Per ammontari superiori a 1.000 euro si dovrà pagare tutta l’imposta senza sanzioni, senza interessi e una rateizzazione su cinque anni, come vedete qui non abbiamo fatto nessun tipo di sanatoria o di regali ai contribuenti. Facciamo pagare tenendo conto di due aspetti: difficoltà finanziarie e carico sanzionatorio elevatissimo”.
Ha chiarito il viceministro Maurizio Leo.
Chi ha presentato una dichiarazione regolarmente fino al 2021 ma non ha potuto pagare le imposte, poi, può beneficiare di una sanzione forfettaria del 3 per cento e si prevede un pagamento quinquennale. Ancora diverso ma sempre coperto dalla tregua fiscale è il caso di chi ha presentato la dichiarazione con delle omissioni, la sanzione è del 5 per cento e il pagamento è spalmato su due anni, una sorta di ravvedimento operoso più lungo.
E ancora nei casi di avvisi di accertamento o processi verbali emessi dalla Guardia di Finanza si può pagare una sanzione del 5 per cento su un piano quinquennale.
Questi i punti di partenza su cui si svilupperà il lavoro sulla tregua fiscale, come per altre misure di Fisco e Lavoro, però, bisognerà in ogni caso attendere l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2023 per le conferme ufficiali.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tregua fiscale in arrivo con la Legge di Bilancio 2023: stralcio delle cartelle e non solo