Tosap

Il termine TOSAP indica la tassa per l’occupazione del suolo pubblico.

Si tratta di tributo, dovuto a Comuni e Province, che colpisce le occupazioni di qualsiasi natura effettuate sui beni appartenenti al demanio e al patrimonio indisponibile degli Enti locali, ovvero appartenenti a privati.

La ratio della norma ha il suo fondamento nella limitazione per la collettività dovuta all’occupazione di una data area pubblica, che comporta il ridotto godimento di quello spazio occupato.

Dal 1° gennaio 2021 la TOSAP è stata sostituita e inglobata nel canone unico patrimoniale (CUP), somma dovuta a comuni, province e città metropolitane per l’occupazione di suolo pubblico e per gli spazi pubblicitari.

Tosap: riferimenti normativi

La TOSAP ad oggi non è più in vigore e, come detto, è stata sostituita dal canone unico a decorrere dal 2021. Appare in ogni caso utile fornire un riepilogo della normativa di riferimento, anche per analizzarne l’evoluzione.

La tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP) è stata disciplinata inizialmente da alcuni articoli (192 e seguenti) del r.d. 14 settembre 1931 (Testo unico per la Finanza Locale ), abrogati a decorrere dal 1° gennaio 1994 dal capo secondo del D. Lgs. 15 novembre 1993, n. 507.

Quest’ultimo decreto è stato oggetto di modifiche e integrazioni ad opera del D. Lgs. n. 566 del 28 dicembre 1993.

Successivamente l’art. 51, lett. a), 2° comma, del D. Lgs. n. 446/97, aveva disposto, l’abrogazione della Tosap a partire dal 1° gennaio 1999 e il successivo art. 63 aveva consentito ai Comuni e Province di istituire, per mezzo di delibera regolamentare, un canone (Cosap) per le occupazioni, anche abusive, di aree pubbliche in sostituzione della Tosap.

Attraverso l’art. 31, co. 14, della Legge n. 448/98, il Legislatore ha reintrodotto il prelievo (Tosap) abrogando la lett. a) del cit. art. 51 D. Lgs. n. 446/97 e apportando modifiche al canone.

Dalla Tosap al canone unico patrimoniale

La Legge di Bilancio 2020 (Legge n. 160/2019) ha introdotto il canone unico patrimoniale, disciplinato dall’articolo 1, con i commi da 816 a 836, con il fine di riordinare la disciplina in materia di occupazione di aree pubbliche e diffusione di messaggi pubblicitari.

Con la riforma entrata in vigore dal 1° gennaio 2021 sono stati sostituiti una serie di canoni, tasse e imposte esistenti:

  • tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP);
  • canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (COSAP);
  • imposta comunale sulla pubblicità e il diritto sulle pubbliche affissioni (ICPDPA);
  • canone per l’installazione dei mezzi pubblicitari (CIMP);
  • canone di cui all’articolo 27, commi 7 e 8, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Codice della strada), limitatamente alle strade di pertinenza dei comuni e delle province.

CUP: il presupposto per il pagamento del canone unico patrimoniale

Il CUP, canone unico patrimoniale è quindi dovuto per:

  • l’occupazione, anche abusiva, delle aree che appartengono al demanio o al patrimonio indisponibile degli enti e degli spazi soprastanti o sottostanti il suolo pubblico;
  • la diffusione di messaggi pubblicitari, anche abusiva, tramite impianti installati su aree che appartengono al demanio o al patrimonio indisponibile degli enti, su beni privati nel caso in cui siano visibili da luogo pubblico o aperto al pubblico del territorio comunale, o anche all’esterno di veicoli adibiti a uso pubblico o a uso privato.

È tenuto a versare le somme dovute agli enti locali, che sono tenuti a stabilire un apposito regolamento, il titolare dell’autorizzazione o della concessione, o anche colui che effettua l’occupazione o la diffusione dei messaggi pubblicitari in maniera abusiva.

Calcolo e tariffe annuali e giornaliere

La regolamentazione del canone unico patrimoniale spetta ai singoli enti locali. La Legge di Bilancio 2020 stabilisce tuttavia le regole generali da seguire per il calcolo:

  • per le occupazioni di suolo pubblico, si deve considerare la durata, la superficie, espressa in metri quadrati, la tipologia e le finalità, la zona;
  • per la pubblicità è rilevante la superficie complessiva del mezzo pubblicitario, calcolata in metri quadrati, indipendentemente dal tipo e dal numero dei messaggi diffusi. Non sono soggette al canone le superfici inferiori a trecento centimetri quadrati ed è obbligato in solido al pagamento il soggetto che utilizza il mezzo per diffondere il messaggio.

Non mancano, poi, le regole specifiche: ad esempio, sono previsti criteri particolari per la determinazione della superficie delle occupazioni realizzate con passi carrabili e si applicano delle maggiorazioni in caso di oneri aggiuntivi di manutenzione che derivano dall’occupazione del suolo.

La Legge di Bilancio 2020 ha fissato anche le tariffe annue e giornaliere da considerare, che possono essere comunque modificate dagli enti a patto che non si riduca il gettito garantito da tasse, imposte e canoni precedenti al CUP.

Tariffe annuali CUP

Classificazione dei Comuni Tariffa standard intero anno solare
Comuni con oltre 500.000 abitanti euro 70,00
Comuni con oltre 100.000 fino a 500.000 abitanti euro 60,00
Comuni con oltre 30.000 fino a 100.000 abitanti euro 50,00
Comuni con oltre 10.000 fino a 30.000 abitanti euro 40,00
Comuni fino a 10.000 abitanti euro 30,00

Tariffe giornaliere CUP

Classificazione dei Comuni Tariffa standard giornaliera
Comuni con oltre 500.000 abitanti euro 2,00
Comuni con oltre 100.000 fino a 500.000 abitanti euro 1,30
Comuni con oltre 30.000 fino a 100.000 abitanti euro 1,20
Comuni con oltre 10.000 fino a 30.000 abitanti euro 0,70
Comuni fino a 10.000 abitanti euro 0,60

Nei termini stabiliti dai regolamenti territoriali il versamento del canone unico patrimoniale può essere effettuato anche in più rate, solitamente trimestrali ed entro la scadenza della concessione o dell’autorizzazione.

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