Il testo del DDL di Bilancio 2025 prevede diverse novità per il tax credit cinema. Dalla modifiche in materia di credito di imposta, alla possibilità per lo Stato di acquisire la titolarità di una quota dei diritti dell'opera realizzata, un'analisi delle misure in campo
Il Disegno di Legge di Bilancio 2025 interviene anche sul tax credit per le imprese cinematografiche, introducendo diverse novità.
In particolare, l’articolo 118 del DdL di Bilancio va a modificare la legge n. 220 del 2016, norma di riferimento in materia di intervento pubblico a sostegno del cinema e dell’audiovisivo.
Le novità interessano direttamente la struttura del credito di imposta, ma anche la possibilità, da parte dello Stato, di acquisire la titolarità di una parte dei diritti dell’opera finanziata, la modifica delle risorse disponibili per il Fondo per il cinema e l’audiovisivo e il rafforzamento della relazione annuale redatta dal Ministero della Cultura.
Tax credit cinema 2025: cosa cambia
L’articolo 118 del DdL di Bilancio 2025 va a modificare, tra gli altri, l’articolo 15 della legge n.220 del 2016 che tratta nello specifico il credito di imposta per le imprese di produzione.
La differenza principale consiste nel fatto che, attualmente, l’articolo 15 della cosiddetta “legge cinema” prevede che:
- per le opere cinematografiche l’aliquota del credito di imposta ammonti ordinariamente al 40 per cento dei costi di produzione;
- per le opere audiovisive l’aliquota del 40 per cento possa essere prevista in via prioritaria per le opere realizzate per essere distribuite attraverso un’emittente televisiva nazionale e in coproduzione internazionale.
Con le modifiche previste dalla Legge di Bilancio invece, l’aliquota prevista per le opere cinematografiche e audiovisive può ammontare al massimo al 40 per cento dei costi di produzione.
Ciò significa che, qualora l’articolo 118 del DdL di Bilancio non dovesse subire ulteriori modifiche, sarà attributo ad un decreto ministeriale attuativo il compito di decidere le aliquote da applicare nella fascia tra il 15 e il 40 per cento, senza però che venga favorita in alcun modo l’attribuzione del credito di imposta massimo.
Rimane invece invariato il fatto che siano contemplati scenari in cui possano essere previste aliquote diverse o anche l’esclusione di accesso al credito di imposta.
L’importanza dei decreti attuativi
Nel contesto degli interventi operati dal DdL di Bilancio 2025 sul tax credit cinema assumono particolare importanza i decreti ministeriali emanati dal Ministero della Cultura.
Infatti, poiché il DdL di Bilancio rende chiaro il fatto che non verrà favorita l’attribuzione del credito di imposta massimo, bisogna ricordare che, esattamente come accadeva prima delle modifiche attuate dal Ddl di Bilancio, i decreti emanati dal Ministero della Cultura potranno stabilire per ciascuna delle tipologie di credito di imposta:
- eventuali limiti di importo per opera ovvero per impresa o gruppi di imprese;
- le aliquote da riconoscere alle varie tipologie di opere ovvero di impresa o gruppi di imprese e alle varie tipologie di sala cinematografica;
- le eventuali differenziazioni dell’aliquota sulla base di quanto previsto dall’articolo 12, comma 4, lettera b), e in relazione a determinati costi eleggibili o soglie di costo eleggibile.
Allo Stato una quota dei diritti delle opere finanziate dal credito d’imposta
Un’altra novità sul tema tax credit cinema consiste nella modifica dell’articolo 21, comma 5, della legge n.220 del 2016.
Infatti, qualora un’opera cinematografica dovesse essere realizzata tramite il finanziamento conferito dal tax credit, lo Stato avrà la possibilità di acquisire:
“la titolarità, in misura proporzionale al credito d’imposta riconosciuto, di una quota dei diritti sulle opere beneficiarie e dei relativi proventi”
Il DdL di Bilancio specifica però che tali proventi saranno assegnati allo Stato solo dopo che siano stati coperti i costi dell’opera. Inoltre, i proventi dell’opera cinematografica incassati dallo Stato saranno riassegnati al Fondo per il cinema e l’audiovisivo.
Relazione annuale e modifica delle risorse
Tra le modifiche apportate vi è anche il rafforzamento della relazione annuale che il Ministero della Cultura è tenuto a presentare riguardo lo stato di attuazione degli interventi in ambito cinema e audiovisivo.
L’articolo 118, infatti, introduce tra gli obiettivi della relazione annuale quello di:
“rafforzare la capacità di monitoraggio, controllo e valutazione della spesa, secondo quanto previsto dal Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029”
Questo potenziamento permetterà quindi al Governo di analizzare meglio l’efficacia degli incentivi, valutandone l’impatto economico, industriale e occupazionale.
Un’ulteriore novità introdotta consiste nell’incremento dal 15 per cento al 30 per cento del limite massimo delle risorse del Fondo per il cinema e l’audiovisivo.
Tali risorse saranno destinate ai contributi selettivi (quelli destinati ad attività come: scrittura, sviluppo, produzione, distribuzione, ecc.) e ai contributi alla promozione (destinati, ad esempio, a festival, rassegne, attività di restauro, ecc.).
L’articolo 118 prevede anche che, in caso di mancato utilizzo delle risorse (diverse dal credito di imposta) messe a disposizione per gli interventi sul cinema, queste possano essere destinate al rifinanziamento del Fondo per il cinema e l’audiovisivo.
Piano straordinario per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo
Infine, l’articolo 118 del Ddl di Bilancio interviene anche sul Piano straordinario per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo, rifinanziandolo per il 2025 con una dotazione di 3 milioni di euro annui.
Inoltre, il provvedimento passa da “straordinario”, come era negli anni 2017, 2018 e 2019, a “permanente”.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tax credit cinema: cosa cambia con la Legge di Bilancio 2025