Licenziamento dipendenti pubblici: la riforma Madia supera il test del Consiglio dei Ministri; pubblicati i dati sui licenziamenti del 2015 nella Pubblica Amministrazione.
Licenziamento dipendenti pubblici: la stretta del Governo non si placa.
La riforma Madia si avvicina alla approvazione dopo il via libera dal Consiglio dei Ministri di ieri ai correttivi al Decreto Legislativo numero 16/2016 in materia di licenziamenti facili per i dipendenti pubblici. Dopo la bocciatura della Consulta con la sentenza del novembre 2016 la riforma della pubblica amministrazione torna ora sui banchi del governo.
Due i decreti attuativi della legge delega dello scorso 7 agosto 2015 accolti nella giornata di ieri da palazzo Chigi in merito alla Pubblica Amministrazione. Insieme alla stretta sui dipendenti-fantasma sono state infatti apportate novità in materia di tagli alle società a partecipazione pubblica.
Le due riforme dovranno ora passare al vaglio della Conferenza Unificata e delle Commissioni competenti. Atteso per la prossima settimana l’esame del governo sul più voluminoso Statuto del lavoro pubblico.
Riforma Madia: le novità per i licenziamenti dei dipendenti pubblici
Licenziamento dipendenti pubblici: cosa cambia dal 2017?
Poche le correzioni alla legge targata Madia contro i furbetti del cartellino che riguardano esclusivamente le tempistiche. Ecco le integrazioni principali:
- La segnalazione alla Procura regionale della Corte dei conti e la denuncia al Pubblico Ministero avranno cinque giorni di tempo in più per essere espletate. Ambedue le comunicazioni dovranno essere avviate entro 20 giorni (non più 15) dal procedimento disciplinare nei confronti del dipendente assenteista.
- La Procura della Corte dei conti avrà 150 giorni a disposizione (e non più 120) per procedere per danni di immagine nei confronti della pubblica amministrazione a decorrere dalla conclusione della procedura di licenziamento.
- Sempre entro 20 giorni deve essere informato l’Ispettorato per la funzione pubblica al fine di poter monitorare gli effetti della nuova legislazione una volta entrata in vigore.
La riforma Madia prevede quindi più tempo per l’esercizio dell’azione di risarcimento per danni di immagine nei confronti della pubblica amministrazione. Una nota della Presidenza del Consiglio spiega come tale dilazione delle scadenze sia il frutto della volontà di separare con più vigore la procedura disciplinare nei confronti del dipendente dal procedimento per danno d’immagine per la pubblica amministrazione.
La sostanza della riforma Madia per i furbetti del cartellino rimane quindi invariata. In particolare viene confermato il licenziamento entro 48 ore dall’accertamento da parte della struttura dell’avvenuta falsa attestazione di presenza. Viene ribadito inoltre l’obbligo da parte dei dipendenti competenti di avviare la procedura per il licenziamento pena l’allontanamento degli stessi.
Riforma Madia, licenziamenti nelle pubbliche amministrazioni: i dati del 2015
L’Ispettorato del Ministero della pubblica amministrazione ha reso noti i dati circa i provvedimenti avviati a carico di dipendenti pubblici per il 2015, l’anno in cui è stato dato il via alla stretta sulla pa.
La statistica mostra un’impennata dei licenziamenti che aumentano del 23% rispetto all’anno precedente con 280 persone allontanate dal lavoro. La maggior parte delle espulsioni è stata causata proprio dall’assenteismo (108 persone); seguono le sospensioni a causa di reati (94) e cattiva condotta (57).
Sono in totale 8.259 in totale i procedimenti disciplinari avviati dalle pubbliche amministrazioni nei confronti dei propri dipendenti e anche in questo caso si nota un incremento considerevole nei confronti dell’anno precedente con un +19%. Di queste le azioni concluse sono state 7.554: la stragrande maggioranza di esse ha avuto come esito sanzioni minori (46,5%).
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Riforma Madia, licenziamenti dipendenti pubblici: il Governo va avanti