Pubblica Amministrazione, servono più di 700.000 assunzioni entro il 2025: a rivelarlo sono i dati dell'indagine Excelsior promossa da Unioncamere e Anpal. Nei prossimi anni il 42 per cento del personale assunto dalle pubbliche amministrazioni sarà rappresentato da figure ad elevata specializzazione e il 21 per cento da tecnici. Necessario anche uno svecchiamento del personale per abbassare l'età media oggi attestata a oltre 50 anni.
Da qui al 2025 la Pubblica Amministrazione avrà bisogno di assumere più di 741.000 persone: ad affermarlo sono i risultati della rilevazione del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal.
I dati sono stati diffusi dal segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, nel corso del convegno “Pubblica amministrazione e impiego pubblico”, organizzato nelle giornate del 1° e 2 luglio a Madonna di Campiglio dalla Corte dei Conti e dalla Provincia Autonoma di Trento.
In particolare, più di 692.000 unità verranno assunte solo per sostituire i dipendenti pubblici che andranno in pensione, mentre altre 49.000 saranno aggiuntive.
Ma vediamo più nel dettaglio quello che emerge dalla rilevazione Excelsior.
Pubblica Amministrazione, necessarie più di 700.000 assunzioni entro il 2025. C’è bisogno di più dipendenti, giovani e formati
D’altra parte che la Pubblica Amministrazione italiana versi in una condizione d’emergenza non è una novità: è sufficiente fare un confronto con gli altri paesi d’Europa, appartenenti o meno all’UE per vedere ad esempio come i 3,2 milioni di lavoratori pubblici italiani costituiscano appena il 13,4 per cento del totale, mentre, ad esempio, nel Regno Unito (patria delle privatizzazioni e dell’approccio neo liberista in economia) raggiungono la soglia del 16 per cento.
L’altra emergenza è inoltre rappresentata dall’elevata età media dei lavoratori pubblici nostrani:
“Il 55 per cento dei dipendenti pubblici” - ha ricordato Tripoli - “ha più di 55 anni contro il 37,3 per cento del totale degli occupati, solo il 4,2 per cento ha meno di 30 anni e l’età media è di 50,6 anni”.
Scarsa anche la qualificazione, dato che il 60 per cento dei dipendenti pubblici non è laureato e tra questi ultimi, due su tre, possiedono un titolo di studio nell’area giuridico-amministrativa, mentre sono rari i laureati nelle cosiddette materie STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica), il che spiega anche l’urgenza con la quale si è promosso il recente concorso per docenti di questa tipologia nella scuola.
Il segretario di Unioncamere ha poi sottolineato il crollo degli investimenti dedicati alla formazione per i lavoratori della pubblica amministrazione che nel 2008 erano 262 milioni di euro, mentre nel 2019 raggiungevano appena i 164 milioni, ovvero 48 euro a testa per dipendente.
Pubblica Amministrazione, l’occasione del Recovery Plan
In questo contesto, le risorse messe a disposizione dal Recovery Plan o PNRR potrebbero costituire la leva con la quale portare avanti un progetto di trasformazione e irrobustimento del comparto pubblico in Italia.
Tripoli ha sottolineato i dati secondo i quali il 42 per cento delle necessità di assunzioni della PA sono rappresentate da “figure ad elevata specializzazione” e per il 21 per cento da tecnici, con due terzi dei nuovi assunti che dovranno essere laureati.
A detta del dirigente di Unioncamere è necessario:
“individuare subito le competenze necessarie, puntare sulle soft skill oltre che sulle hard skill, introdurre percorsi innovativi per la selezione del personale e rivedere i sistemi di valutazione orientandoli al risultato e premiando quegli enti pubblici che hanno la determinazione di cogliere la sfida”.
In risposta a queste esigenze è stata varata recentemente la riforma delle modalità di svolgimento dei concorsi pubblici, cosiddetto Sblocca Concorsi; mentre una prima “infornata” di tecnici per le amministrazioni pubbliche del Mezzogiorno sta arrivando dal Concorso Sud.
Tuttavia, è necessario segnalare che questo bando più volte citato dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta selezionerà solo 2.800 tecnici a tempo determinato, cosa che accadrà anche per altri bandi finanziati dal PNRR: sarà difficile però che la PA italiana possa riprendere un posto centrale nello sviluppo del Paese se non si interrompe la pessima pratica del continuo ampliamento del precariato.
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