Concordato preventivo biennale per tutte le partite IVA, a prescindere dal punteggio ISA: questa una delle proposte vincolanti che il Senato si prepara a porre al decreto legislativo, in vista del ritorno del testo in Consiglio dei Ministri per l'ok definitivo da parte del Governo. Ancora in campo l'ipotesi di revisione delle scadenze per l'adesione
Partite IVA, perimetro ampio per il concordato preventivo biennale in avvio nel 2024.
Entro il 12 gennaio il Senato è chiamato ad approvare le proposte di modifica da sottoporre al vaglio del Governo, in vista del varo definitivo del testo del decreto legislativo in materia.
Tra le ipotesi quella di una proposta di revisione vincolante per l’Esecutivo sul fronte dei requisiti d’accesso e, in particolare, sull’eliminazione del vincolo del punteggio ISA pari almeno a 8 per poter aderire al concordato preventivo biennale.
In campo resta anche il tema dei tempi troppo stringenti che intercorrono tra la data di elaborazione della proposta di adesione da parte dell’Agenzia delle Entrate e quella per l’accettazione da parte delle partite IVA. Al Governo il compito di stabilire se ridefinire o meno le scadenze messe ad oggi nero su bianco.
Partite IVA, verso il concordato preventivo biennale per tutti: i paletti del Senato al Governo
Il termine per la messa a punto dei pareri del Senato sul testo del decreto legislativo in materia di accertamento e concordato preventivo biennale è fissato al 12 gennaio 2024, ma il via libera alle proposte di modifica dovrebbe arrivare con un giorno di anticipo.
I lavori della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, dopo quelli già conclusi della Camera, si concentrano sulle condizioni per l’accesso al concordato preventivo che, dal 2024, definirà un nuovo livello di cooperazione tra partite IVA e Fisco.
In particolare, così come già anticipato prima della sospensione dei lavori parlamentari per il periodo delle festività, si va verso la possibile estensione a tutte le partite IVA della misura.
Il Senato è pronto a porre paletti chiari al Governo e con il via libera al testo del decreto legislativo dovrebbe quindi arrivare la proposta vincolante di eliminazione del requisito dell’ISA pari almeno a 8 per potervi aderire.
Questa una delle condizioni previste ad oggi dallo schema approvato in Consiglio dei Ministri il 3 novembre 2023, che secondo i pareri della Commissione Finanze del Senato - al pari dei colleghi della Camera - potrebbe rendere poco appetibile lo strumento e, quindi, non garantire le maggiori entrate stimate pari a 760,5 milioni di euro.
Partite IVA, scadenze del concordato preventivo biennale per il 2024 verso il restyling
Il concordato preventivo biennale consentirà ai titolari di partita IVA, in caso di accettazione della proposta elaborata dall’Agenzia delle Entrate, di calcolare in anticipo le imposte dovute per il 2024 e per il 2025, sulla base del reddito presunto determinato dall’Agenzia delle Entrate.
Il tutto dopo l’invio di uno specifico set di dati da parte dei titolari di partita IVA, utilizzati unitamente a quelli disponibili nelle banche dati del Fisco.
Tra i punti all’attenzione del Senato c’è quindi il tema delle scadenze collegate all’adesione: entro il 21 luglio sarà necessario compilare un formulario ad hoc e nei cinque giorni successivi l’Agenzia delle Entrate formulerà la proposta di concordato.
L’adesione da parte del contribuente, con il pagamento dell’acconto, dovrà avvenire entro il 31 luglio 2024. Questi i tempi previsti ad oggi sui quali però non si escludono correttivi.
Nella memoria depositata dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili in Commissione Finanze e Tesoro del Senato il termine previsto dal Governo viene definito insufficiente:
“considerato che si tratta del primo anno di applicazione del nuovo istituto e che i programmi informatici per l’acquisizione dei dati necessari per elaborare e determinare le proposte di concordato, alla luce anche dell’ancora non intervenuta approvazione dello schema di decreto in esame, saranno probabilmente messi a disposizione degli studi professionali non prima – nella più rosea della previsioni – del mese di maggio 2024 inoltrato.”
La proposta dei commercialisti è quindi di fissare il termine per l’adesione alla proposta di concordato al 15 ottobre 2024, per evitare una “eccessiva compressione dei termini che potrebbe compromettere la buona riuscita del nuovo istituto”.
Tempistiche da ridisegnare quindi e sulle quali si resta in attesa dei pareri elaborati dal Senato e, successivamente, delle valutazioni da parte del Governo in vista del varo definitivo del decreto legislativo.
Segnali di apertura sono arrivati nelle scorse settimane dal Viceministro dell’Economia Maurizio Leo, ma resta in ogni caso necessario attendere per una definizione chiara di regole, requisiti e tempi per l’adesione al concordato preventivo biennale, una delle principali novità in cantiere per le partite IVA.
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