Sale a 42,5 milioni il numero di contribuenti IRPEF in Italia per un reddito medio totale dichiarato pari a 24.830 euro. L’84% del reddito dichiarato è da lavoro dipendente o pensione

Quanti sono i contribuenti che pagano l’IRPEF in Italia?
A fornire i dati aggiornati all’anno d’imposta 2023 è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel report pubblicato il 16 aprile.
Il numero di contribuenti aumenta dell’1,3 per cento rispetto al 2022 e supera i 42,5 milioni per un reddito complessivo totale dichiarato di oltre 1.000 miliardi.
Spiccano le differenze tra i dipendenti e le partite iva e le disparità a livello territoriale.
IRPEF, chi la paga? Dipendenti e pensionati per l’84 per cento
Dal Ministero dell’Economia arrivano i dati aggiornati relativi alle dichiarazioni IRPEF e IVA presentate nel 2024 e riferite quindi all’anno di imposta 2023.
Il numero totale dei contribuenti è aumentato dell’1,3 per cento rispetto al 2022. Si tratta di oltre 42,5 milioni di contribuenti che hanno assolto l’obbligo dichiarativo, direttamente attraverso la presentazione dei modelli di dichiarazione Redditi Persone Fisiche e 730 oppure, indirettamente, attraverso la Certificazione Unica, la comunicazione dei sostituti d’imposta.
Il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a oltre 1.000 miliardi di euro (57,5 miliardi in più rispetto all’anno precedente, +5,9 per cento) per un valore medio di 24.830 euro.
La maggior parte del reddito complessivo dichiarato, circa l’84 per cento, deriva da redditi da lavoro dipendente e da pensione. Nello specifico, il reddito da lavoro dipendente rappresenta il 53,9 per cento del totale del reddito complessivo.
Sono quindi principalmente dipendenti e pensionati a pagare l’IRPEF.
Per quanto riguarda il versamento, l’imposta netta totale dichiarata ammonta a 189,9 miliardi di euro (+9 per cento rispetto all’anno precedente). Si tratta di un valore di 5.660 euro a testa che viene dichiarato da oltre 33,5 milioni di persone, pari però a circa il 78,8 per cento del totale dei contribuenti.
Sono infatti oltre 9 milioni le persone che hanno un’imposta netta pari a zero. Si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione (cosiddetta no tax area) e di coloro la cui imposta lorda si azzera per effetto delle varie detrazioni riconosciute.
Inoltre, si legge nel rapporto, considerando i soggetti la cui imposta netta è interamente compensata dal trattamento integrativo, i soggetti che di fatto non versano l’IRPEF sono oltre 11,8 milioni.
L’analisi dei dati per classi di reddito mostra che il 36 per cento dell’imposta netta totale è dichiarata dai contribuenti redditi fino a 35.000 euro (il 78 per cento del totale), mentre il restante 64 per cento è dichiarato dai contribuenti con redditi superiori a 35.000 euro (22 per cento del totale contribuenti); in particolare il 30 per cento è dichiarato nella classe da 35.000 a 70.000 euro.
I soggetti con imposta netta diversa da zero e un reddito complessivo maggiore di 300.000 euro (0,2 per cento dei contribuenti) dichiarano il 7,1 per cento dell’imposta netta totale (nel 2022 era il 7,8 per cento).
Chi paga l’IRPEF? Grandi differenze tra dipendenti e partite IVA e a livello territoriale
I dati del MEF mettono in evidenza importanti differenze tra i redditi medi dei dipendenti e quelli delle partite IVA.
Il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 70.3602 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è pari a 29.250 euro.
Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è invece pari a 23.290 euro, quello dei pensionati a 21.260 euro.
“Questa differenza è in parte spiegata anche dalla diversa modalità di indicazione dei contributi previdenziali all’interno di questi redditi. Nello specifico, i redditi dei lavoratori dipendenti sono riportati al netto dei contributi previdenziali, mentre i redditi da lavoro autonomo e d’impresa devono essere indicati al lordo dei contributi (il valore medio dei contributi riportati dai lavoratori autonomi e imprenditori è pari a oltre 10.104 euro).”
Inoltre, questi importi medi non prendono in considerazione i redditi degli oltre 1,9 milioni di lavoratori e lavoratrici che hanno aderito al regime forfettario per cui sono soggetti a tassazione sostitutiva e pertanto non rientrano nei redditi complessivi IRPEF.
Il MEF sottolinea anche come in termini di variazioni, rispetto all’anno precedente, siano cresciuti i valori medi di tutte le tipologie di reddito:
- reddito d’impresa in contabilità ordinaria (+8,1 per cento) e in contabilità semplificata (+6,5 per cento);
- reddito da partecipazione (+7,2 per cento);
- reddito da lavoro autonomo (+8,8 per cento);
- reddito da pensione (+7,6 per cento);
- reddito da lavoro dipendente (+4,5 per cento).
Ci sono però anche evidenti disparità a livello territoriale, in particolare tra le regioni centro-settentrionali e quelle meridionali.
La regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (29.120 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (28.780 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (18.230 euro).
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: IRPEF, chi la paga? Dipendenti e pensionati per l’84 per cento