Decreto Riaperture, dal 26 aprile fino alla fine dell'anno scolastico sarà possibile tornare in aula in presenza fino al 100 per cento degli studenti nelle zone gialle e arancioni, mentre in zona rossa il tetto massimo è del 75 per cento. Anche le attività delle università si svolgeranno prioritariamente in presenza fino al 31 luglio nelle aree di minor rischio.
Dal 26 aprile gli studenti di scuole e università potranno tornare a frequentare le lezioni in presenza fino al termine dell’anno scolastico 2020-21.
A stabilirlo è il Decreto Riaperture approvato dal governo il 21 aprile scorso.
Le modalità del ritorno nelle aule dovranno ovviamente tener conto della collocazione delle diverse regioni nelle consuete tre fasce di rischio (rosso, arancione e giallo) dovuto alla maggiore o minore diffusione del Sars-Cov-2.
Inoltre, la presenza fisica sarà condizionata anche dal grado e ordine della scuola: così l’apertura al 100 per cento degli studenti sarà possibile per i servizi educativi per l’infanzia, per la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la secondaria di primo grado, mentre per la secondaria di II grado vi sarà l’obbligo per almeno il 50 per cento degli studenti.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio le nuove disposizioni in materia.
Decreto Riaperture, scuola e università tornano in presenza in zona gialla e arancione
La collocazione in zona rossa oppure in gialla-arancione avrà un peso sulla riapertura delle aule alla presenza fisica degli studenti che, ricordiamolo, ha subito diversi stop nel corso di questo anno scolastico, gli ultimi dei quali risalgono al mese di marzo.
Il nuovo Decreto Riaperture stabilisce infatti che lezioni in presenza nelle zone a rischio minore (ovvero gialle ed arancioni) siano garantite ad almeno il 70 per cento degli studenti e fino al 100 per cento. Ovviamente nel quadro delle indicazioni prescritte per i diversi ordini e gradi scolastici già riportati (quindi per la scuola secondaria superiore di secondo grado la presenza minima obbligatoria è del 50 per cento).
In zona rossa, invece, l’attività didattica in presenza è garantita fino al tetto massimo del 75 per cento degli studenti, ma viene comunque assicurata sempre la possibilità di svolgere l’attività in presenza necessaria per i laboratori e per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
Infine, per quel che riguarda le università, dal 26 aprile al 31 luglio nelle zone gialle e arancioni le attività si svolgeranno prioritariamente in presenza, mentre in zona rossa viene raccomandato di favorire in particolare la presenza degli studenti del primo anno.
Decreto Riaperture e scuole, il balletto delle percentuali di presenza fisica
Infine, c’è da registrare il curioso “balletto” delle percentuali in materia di presenza degli studenti.
Nei giorni scorsi si ipotizzavano quote del 100 per cento che poi non sono state mantenute rigidamente per ogni ordine e grado e tanto meno per ogni zona di rischio di contagio, tenendo aperta in vario modo l’opzione della didattica a distanza.
In realtà l’ipotesi della riapertura delle aule al 100 per cento degli studenti ha subito l’opposizione delle regioni e anche dei sindacati del personale della scuola, data la perdurante presenza del rischio sanitario da Coronavirus.
Soprattutto, la situazione di affollamento dei mezzi pubblici è stata oggetto di gravi preoccupazioni da parte di amministratori locali, dirigenti e lavoratori della scuola e studenti.
“...poi occorre attivare un’efficace azione di tracciamento, potenziare i trasporti (che sono il luogo dove le persone che frequentano la scuola corrono i rischi maggiori di contagio) e, soprattutto, occorre consentire che le scuole – supportate dagli uffici scolastici regionali, e non più costrette a seguire le discutibili decisioni delle Regioni, fin qui dimostratesi ampiamente non all’altezza – possano auto organizzarsi circa gli orari di ingresso e di uscita, la durata delle lezioni e quant’altro occorra per garantire il lavoro e le lezioni in sicurezza”.
Questo è quanto hanno dichiarato alcuni giorni fa i segretari dei diversi sindacati di categoria Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda.
Insomma, la possibilità di rimodulare le quote della presenza da parte delle scuole ha fatto dare un sospiro di sollievo a molti. Ora staremo a vedere se considerati i limiti strutturali del sistema scolastico, ad esempio per la capienza dei locali, si riuscirà comunque a tenere in termini di sicurezza o meno.
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