Concorsi pubblici, sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 215 del 14 settembre 2022 le linee guida per le nuove assunzioni nella PA. Le amministrazioni individueranno il proprio fabbisogno professionale anche alla luce delle capacità tecniche e comportamentali. Nei concorsi si valuteranno anche le soft skills.
Concorsi pubblici, la Pubblica Amministrazione si rinnova a partire dalla ricerca delle nuove competenze, meno figure amministrative generiche e più figure specializzate.
Come si legge nel comunicato stampa del 15 settembre 2022, il decreto del Ministero per la Pubblica Amministrazione e di quello dell’Economia e delle Finanze con le linee guida per le nuove assunzioni nella PA, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 215 del 14 settembre 2022.
Le nuove assunzioni non si limiteranno a sostituire delle vecchie figure con altre identiche ma saranno indirizzate alla ricerca di competenze specifiche per sostenere la trasformazione della PA prevista dal PNRR.
Non si guarderà più solamente alle conoscenze teoriche dei dipendenti, ma anche alle capacità tecniche e comportamentali. La valutazione delle soft skills sarà parte integrante dei prossimi concorsi pubblici.
Viene superato il concetto di “profilo professionale” in favore della nozione di “famiglia professionale”, che raccoglie una pluralità di profili di ruolo e di competenza.
Concorsi pubblici: le linee guida per le nuove assunzioni nella PA, spazio alle soft skills
La trasformazione della Pubblica Amministrazione passa anche dai concorsi pubblici.
Come specificato nel comunicato stampa del 15 settembre 2022, sono già operative le “Linee di indirizzo per l’individuazione dei nuovi fabbisogni professionali da parte delle amministrazioni pubbliche”, le indicazioni a cui si dovrà fare riferimento per le nuove assunzioni nella PA.
Il decreto interministeriale che le prevede, firmato dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e dal Ministro dell’Economia Daniele Franco, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 215 del 14 settembre 2022.
D’ora in poi, quindi, le amministrazioni pubbliche non assumeranno personale solamente per andare a sostituire delle vecchie figure con altre identiche, ma in ottica di PNRR, guarderanno alle nuove competenze che devono sostenere la trasformazione della PA.
Questo significa una progressiva riduzione delle figure amministrative generiche in favore di profili più specifici, come ad esempio esperti di digitale, transizione verde o project management.
Le amministrazioni dovranno individuare il proprio fabbisogno di capitale umano tenendo in considerazione non solo le conoscenze teoriche, come è stato finora, ma anche le capacità tecniche e comportamentali, cosiddetto “saper fare” e “saper essere”.
I dipendenti pubblici, dunque, non saranno più solamente tenuti a possedere specifiche conoscenze teoriche, ma anche la capacità applicarle ai singoli casi concreti e di mantenere una certa condotta.
Le soft skills, infatti, saranno una parte importante del processo di selezione, soprattutto per quanti riguarda i concorsi pubblici.
Durante le procedure di concorso, saranno valutate anche la capacità innovazione delle procedure, di lavorare in squadra e di prendere decisioni in modo autonomo.
Concorsi pubblici: si passa dal profilo alla “famiglia professionale”
La trasformazione digitale e tecnologica della Pubblica Amministrazione, insieme alla necessità di una maggiore efficienza, è uno degli obiettivi indicati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Per raggiungere questi risultato, si legge nel comunicato, occorre:
“intervenire sul personale superando il “mansionismo”, inteso come l’attribuzione al personale di compiti rigidamente definiti e standardizzati, che diventano un limite all’azione amministrativa”.
D’altronde come evidenziato dalla ricerca sul lavoro pubblico 2022, bisogna velocizzare le procedure di reclutamento e puntare sull’assunzione dei giovani per costruire una PA snella, al passo con i tempi e con competenze adeguate.
La definizione di nuovi profili, infatti, permetterà proprio di superare certi automatismi e di assumere personale sulla base di competenze utili allo scopo, cioè la transizione digitale, ambientale e amministrativa.
Il superamento del concetto di “profilo professionale” arriva direttamente dal nuovo CCNL delle funzioni centrali, nel quale lo si aggiorna con la nozione di “famiglia professionale”, che permette di raccogliere una molteplicità di profili di ruolo o di competenza, sulla base alla complessità dell’organizzazione.
Questo approccio, infatti, non si limita alle competenze acquisite nel tempo ma si concentra sul come queste vengano utilizzate nello svolgimento della propria mansione.
La famiglia professionale, dunque, è l’ambito in cui i dipendenti hanno competenze o conoscenze comuni, mentre il profilo di ruolo, più specifico, è la descrizione delle varie finalità, responsabilità e competenze di un determinato impiego.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Concorsi pubblici: le linee guida per le nuove assunzioni nella PA, spazio alle soft skills