Affitti brevi, dall’Agenzia delle Entrate la guida aggiornata: tutte le novità

Anna Maria D’Andrea - Cedolare secca sugli affitti

Affitti brevi, aggiornata la guida dell’Agenzia delle Entrate: focus sulle novità in materia di cedolare secca e sulle regole per gli intermediari applicabili dal 1° gennaio 2024

Affitti brevi, dall'Agenzia delle Entrate la guida aggiornata: tutte le novità

Affitti brevi, l’Agenzia delle Entrate aggiorna la guida alla tassazione dei redditi derivanti dalle locazioni turistiche.

La revisione del vademecum arriva ad agosto, mese nel quale si concentrano ferie e vacanze estive e conseguentemente crescono gli affitti di breve durata stipulati direttamente o tramite piattaforme e intermediari.

Dal 1° gennaio 2024 sono cambiate le regole di tassazione ed è sulla nuova cedolare secca del 26 per cento che si sofferma la guida del Fisco, con un focus specifico dedicato agli intermediari e ai successivi adempimenti per gli host.

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Affitti brevi, dalla cedolare secca agli intermediari: le novità nella guida del Fisco

La cedolare secca sugli affitti brevi si sdoppia a partire dall’anno in corso e all’aliquota del 21 per cento prevista in principio dal decreto legge n. 50/2017 si affianca la nuova tassazione più gravosa pari al 26 per cento.

Sono le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 il focus della guida sugli affitti brevi aggiornata dall’Agenzia delle Entrate il 1° agosto, per mettere in chiaro regole e requisiti per applicare il regime fiscale delle locazioni di breve durata.

Si tratta dei contratti di locazione di immobili a uso abitativo, situati in Italia, di durata non superiore a 30 giorni e stipulati da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa. La disciplina della cedolare secca è applicabile anche ai contratti che, oltre alla concessione dell’immobile, prevedono alcuni servizi accessori ritenuti strettamente collegati alla locazione, quali ad esempio la fornitura di biancheria, la pulizia dei locali, la concessione dell’utilizzo delle utenze telefoniche o del wi-fi.

In caso di servizi ulteriori, quali ad esempio il servizio di colazione o somministrazione di pasti, si applicano le regole ordinarie IRPEF tenuto conto che l’attività sarebbe in tal caso considerata svolta in forma imprenditoriale, anche se occasionale.

Pur in presenza di tutti i requisiti per l’inclusione dell’attività di affitto nell’ambito della disciplina delle locazioni brevi, è bene evidenziare che la cedolare secca si applica solo se in un anno si affittano per finalità turistiche e per periodi non superiori a 30 giorni fino a quattro appartamenti. Superata la soglia numerica, l’attività si considera in ogni caso svolta in forma imprenditoriale.

Questi alcuni dei concetti introduttivi forniti nella guida agli affitti brevi dell’Agenzia delle Entrate. Ma è sulle novità che è bene soffermarsi, tenuto conto delle modifiche introdotte a decorrere dal 1° gennaio 2024 dall’ultima Legge di Bilancio.

Affitti brevi, cedolare secca del 21 o del 26 per cento? Le regole per proprietari e intermediari

Dal 1° gennaio 2024 la cedolare secca sugli affitti brevi è pari al 26 per cento. Una tassazione più gravosa che tuttavia lascia fuori chi concede in locazione una sola unità immobiliare all’anno e, in ogni caso, un immobile a scelta da parte del contribuente.

Come evidenziato nella guida dell’Agenzia delle Entrate, l’aliquota della cedolare secca:

“è ridotta al 21 per cento per i redditi riferiti ai contratti di locazione breve stipulati per una sola unità immobiliare per ciascun periodo d’imposta, a scelta del contribuente. L’individuazione di tale unità immobiliare deve avvenire nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta interessato.”

Regole specifiche sono inoltre previste per i soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, tra cui i gestori di portali online.

Qualora intervengano anche nella fase di incasso del corrispettivo, sono tenuti ad applicare una ritenuta all’atto di erogazione al locatore la somma incassata. In ottica di semplificazione, la Legge di Bilancio 2024 ha tuttavia lasciato al 21 per cento il valore della ritenuta da applicare, prevedendo di contro ulteriori adempimenti per i proprietari.

La ritenuta si considera a titolo di acconto indipendentemente dal regime fiscale adottato dal beneficiario.

Sarà l’host, in caso di affitto tramite portali online, e in ogni caso il proprietario dell’immobile locato tramite intermediari, a dover determinare l’imposta effettivamente dovuta e versare il saldo entro i termini ordinari di pagamento delle imposte sui redditi.

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