Spesometro 2017: i commercialisti ci hanno rimesso circa 113 milioni di euro per un adempimento “inutilmente complesso”. È questo l'esito del sondaggio del CNDCEC, diffuso con comunicato stampa del 7 dicembre 2017.
Un adempimento inutilmente complesso che ha portato a perdite di 113 milioni di euro per i commercialisti.
È questo il fulcro del comunicato del CNDCEC pubblicato il 7 dicembre 2017 con il quale vengono presentati i risultati di un sondaggio in merito allo spesometro.
Secondo il sondaggio della Fondazione Nazionale, commissionato dal Consiglio Nazionale presieduto da Massimo Miani, per ciascuno studio professionale vi è stata una perdita di circa 1.600 euro.
Uno spesometro complesso e che ha causato non pochi problemi e che per il secondo semestre 2017 resterà pressoché invariato, nonostante le promesse di semplificazione in Legge di Bilancio.
Il Presidente del CNDCEC Massimo Miani rilancia quindi la richiesta al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini: far ritornare lo spesometro annuale dal 2018 e rendere facoltativo l’invio delle fatture fino a 300 euro.
Spesometro, comunicato CNDCEC: 113 milioni di perdita per i commercialisti
Il comunicato stampa pubblicato dal CNDCEC il 7 dicembre 2017 presenta i dati del sondaggio che ha visto coinvolti settemila studi di commercialisti, dal quale è emerso che l’esito dell’invio dello spesometro del primo semestre 2017 è stato tutt’altro che positivo:
“In particolare, il sondaggio è stato concepito per misurare lo sforzo sopportato da questi ultimi e dal personale complessivamente coinvolto che, tra i mesi di settembre e ottobre di quest’anno, hanno dovuto fronteggiare una serie di difficoltà operative, tra adeguamento dei software e dei processi organizzativi, imprevisti tecnici e notevoli complessità operative connesse alle novità dell’adempimento e alla estrema analiticità dei dati richiesti.”
Lo spesometro, introdotto per contrastare l’evasione Iva, è costato a ciascuno studio professionale circa 1.600 euro; una perdita complessiva di 113 milioni di euro dovuta alla difficoltà di fatturare l’adempimento ai propri clienti e ai numerosi problemi nell’invio telematico.
Le parole del Presidente del CNDECE Massimo Miani rispecchiano l’opinione di molti commercialisti: “costretti ad accollarci i costi di un adempimento inutilmente complesso”.
I clienti non pagano: 33,7% degli studi non ha fatturato neppure un euro dallo spesometro
Tra i commercialisti intervistati, è pari al 33,7% il numero di studi professionali che non hanno fatturato nulla dallo spesometro.
I clienti non pagano, soprattutto al Sud:
“Indipendentemente dagli spesometri inviati, il principale problema che si è presentato per i Commercialisti è stato la difficoltà o l’impossibilità per molti di fatturare il nuovo adempimento ai propri clienti.
I dati del campione indicano, infatti, che il 33,7% degli studi non ha fatturato neppure un euro per il nuovo adempimento, mentre solo il 27,4% ha fatturato lo spesometro a tutti i propri clienti. Le maggiori difficoltà nel farsi retribuire per l’adempimento sono state riscontrate al Sud”.
I dati segmentati a livello territoriale mostrano che è pari a più della metà (57,6%) il numero di commercialisti che non hanno fatturato il costo del nuovo adempimento da parte dei propri clienti residenti al Sud.
Miani, “adempimento inutilmente complesso”: proposte di semplificazione spesometro 2018
I dati presentati dal CNDCEC nel comunicato stampa del 7 dicembre 2017 certificano “l’enormità dei costi sopportati dai nostri studi e le perdite che ne sono derivate, per un adempimento che avevamo da subito giudicato inutilmente complesso”.
Sono queste le parole conclusive del Presidente del Consiglio dei Commercialisti Miani, che rilancia all’Agenzia delle Entrate e alla Sogei la palla della semplificazione dello spesometro:
“alla luce della debacle verificatasi quest’anno e anche in considerazione dei dati che emergono dal sondaggio, si tengano in considerazione almeno due delle nostre proposte di semplificazione: cadenza annuale dell’adempimento e comunicazione solo facoltativa dei dati delle fatture di imponibile non superiore a 300 euro”.
Si allega di seguito il comunicato stampa pubblicato dal CNDCEC il 7 dicembre 2017:
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Spesometro, comunicato CNDCEC: “113 milioni di perdita per i commercialisti”