Riscatto della laurea, come funziona e quanto costa? Dagli anni che è possibile riscattare al percorso agevolato introdotto ormai due anni fa: le istruzioni per orientarsi tra requisiti per richiederlo, calcolo delle somme dovute, versamento delle rate.
Riscatto della laurea, dalla formula standard al calcolo agevolato previsto dal Decreto Quota 100: una carrellata sul tema per fare luce su come funziona e chi può richiederlo, sul costo e sugli anni che si possono riscattare.
Prima di tutto è necessario partire dalla definizione: il riscatto del corso di laurea è la procedura che permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi.
In altre parole, si tratta di uno strumento che offre la possibilità di convertire gli anni di studio in anzianità contributiva ed è possibile utilizzarlo solo se è stato effettivamente conseguito il titolo.
Nel 2019 il Decreto che ha introdotto quota 100 e reddito di cittadinanza ha previsto anche un calcolo agevolato per il riscatto della laurea per gli under 45 accendendo i riflettori sul tema.
Di seguito come funziona il sistema del riscatto della laurea:
- Riscatto della laurea: chi può richiederlo e come funziona
- Riscatto della laurea: quanto costa e come funziona il calcolo
- Riscatto della laurea: come fare domanda e come funziona il pagamento
- Riscatto della laurea: come funziona per gli inoccupati
- Riscatto della laurea agevolato: le regole del decreto quota 100 valide anche dopo il 2021
Riscatto della laurea, come funziona e chi può richiedere di riscattare gli anni di studio
Il riscatto degli anni di laurea non solo aumenta l’anzianità contributiva, ma fa crescere anche il montante contributivo, determinante per l’importo dell’assegno di pensione.
Tutti quelli che hanno conseguito il diploma di laurea, o un titolo equiparato, possono accedere a questo strumento. Anche gli inoccupati che, al momento della domanda, non siano stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e che non abbiano iniziato attività lavorativa in Italia o all’estero.
Il riscatto può riguardare l’intero percorso o i singoli periodi. Gli anni di studio che possono essere valorizzati e considerati nel calcolo dell’anzianità contributiva, sono quelli che riguardano i seguenti percorsi:
- i diplomi universitari, i cui corsi non siano stati di durata inferiore a due e superiore a tre anni;
- i diplomi di laurea i cui corsi non siano stati di durata inferiore a quattro e superiore a sei anni;
- i diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
- i dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge;
- i titoli accademici introdotti dal decreto 3 novembre 1999, n. 509 ovvero Laurea (L), al termine di un corso di durata triennale e Laurea Specialistica (LS), al termine di un corso di durata biennale propedeutico alla laurea.
Una precisazione va fatta per i diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale, possono essere riscattati ai fini pensionistici gli anni dei nuovi corsi attivati a partire dall’anno accademico 2005/2006 e che permettono di conseguire i seguenti titoli di studio:
- diploma accademico di primo livello;
- diploma accademico di secondo livello;
- diploma di specializzazione;
- diploma accademico di formazione alla ricerca, equiparato al dottorato di ricerca universitario dall’art.3, comma 6, decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212 (messaggio 14 giugno 2010, n. 15662).
Non possono essere invece riscattati i periodi di studio:
- fuori corso;
- già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto che sia non solo presso il fondo cui è diretta la domanda stessa, ma anche negli altri regimi previdenziali del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e gestioni speciali del Fondo stesso per i lavoratori autonomi e fondi sostitutivi ed esclusivi dell’Assicurazione Generale Obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti e gestione di cui all’articolo 2, comma 26, legge 8 agosto 1995, n. 335.
Per quanto riguarda i periodi di studio all’estero sono riscattabili solo quando sono oggetto di specifico riconoscimento a fini previdenziali.
Riscatto della laurea: quanto costa e come funziona il calcolo
Riscattare il percorso di studi è un vantaggio, ma ha anche un costo che è variabile, e cambia in base all’ammontare dell’assegno che percepisce il lavoratore.
Conviene fare questa operazione quando si è all’inizio della carriera perché il costo dipende dallo stipendio che si percepisce.
La formula che permette di stimare il costo del riscatto degli anni di laurea dopo il 31 dicembre 1995 è la seguente:
Aliquota IVS - Invalidità, Vecchiaia e Superstiti in vigore (33 per cento)* reddito imponibile delle ultime 52 settimane
Il risultato va moltiplicato per gli anni di studio da riscattare. Un ulteriore vantaggio è che il costo del riscatto degli anni di laurea è fiscalmente deducibile.
Diverso è il metodo da applicare per i periodi antecedenti al 31 dicembre 1995. Bisogna far riferimento alle regole della riserva matematica in cui assumono peso diversi fattori come l’età, il periodo da riscattare, il sesso e le retribuzioni percepite negli ultimi anni.
In presenza di una anzianità contributiva pari o superiore a 18 anni al 31 dicembre 1995 lo stesso metodo di calcolo si applica anche per gli anni successivi.
Riscatto della laurea: come fare domanda e come funziona il pagamento
Il cittadino laureato deve presentare la domanda di riscatto all’INPS attraverso il servizio online dedicato, seguendo la procedura guidata all’interno del portale.
- INPS - Manuale domanda per il riscatto della laurea
- Scarica il manuale per richiedere il riscatto della laurea.
Dopo che è stata presentata la domanda e il provvedimento è stato accolto, si può procedere a versare la somma necessaria per il riscatto.
Il contributo si può versare in un’unica soluzione oppure si può dividere in rate mensili, fino a un massimo di 120, senza applicare interessi.
Il pensionamento implica la decadenza dal beneficio della rateizzazione eventualmente in corso, con conseguente obbligo di pagamento del residuo in un’unica soluzione.
Le somme devono essere versate utilizzando l’Avviso di pagamento pagoPA, che si possono visualizzare e stampare tramite il Portale dei Pagamenti accedendo con le proprie credenziali.
Ci sono, poi, diverse strade per procedere con il pagamento:
- andando presso uno dei Prestatori di Servizio di Pagamento, sportelli bancari, uffici postali, istituti di pagamento ed esercenti, aderenti al circuito di pagoPA;
- online dal sito www.inps.it seguendo il percorso:
- Prestazioni e servizi;
- Tutti i servizi;
- Portale dei pagamenti;
- Riscatti, Ricongiunzioni e rendite, tramite la modalità “Pagamento online pagoPA”;
- tramite addebito diretto sul conto: per attivarlo è necessario compilare un modello SDD, con l’opzione a importo fisso predefinito, che implica la rinuncia al diritto di rimborso dell’addebito entro le otto settimane.
Se non si versa la prima o unica rata, la domanda decade e viene archiviata dall’INPS senza ulteriori adempimenti. La rinuncia non compromette la possibilità di presentare una nuova domanda di riscatto per lo stesso titolo e periodo.
Non ci sono particolari conseguenze se le rate vengono versate oltre la scadenza per un massimo di cinque volte: in ogni caso il ritardo non deve essere superiore a 30 giorni.
Non è possibile, invece, chiedere la rinuncia o la revoca della contribuzione da riscatto della laurea legittimamente accreditata una volta concluso il pagamento del contributo necessario.
Riscatto della laurea: come funziona per gli inoccupati
Anche i soggetti inoccupati, non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza che non abbiano iniziato l’attività lavorativa in Italia o all’estero, possono richiedere il riscatto della laurea.
Nel caso degli inoccupati il calcolo è dato, per ogni anno di studio, dalla formula che segue:
Aliquota IVS - Invalidità, Vecchiaia e Superstiti in vigore (33 per cento)*livello minimo imponibile annuo degli artigiani e commercianti
Il contributo viene versato all’INPS in un’apposita evidenza contabile separata del Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti e viene rivalutato secondo le regole del sistema contributivo.
Il montante maturato con il riscatto degli anni di laurea poi viene trasferito, secondo le richieste dell’interessato, presso la gestione previdenziale nella quale l’interessato sia o sia stato iscritto.
Riscatto della laurea agevolato: le regole del decreto quota 100 valide anche dopo il 2021
Il decreto legge Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni prevede un riscatto degli anni di laurea con calcolo agevolato a cui è possibile accedere dal 2019. Possono richiederlo solo gli under 45 per un massimo di 5 anni di studi.
A differenza della versione standard, le principali differenze della particolare formula sono due:
- nel calcolo del costo, per ogni anno da riscattare, si considera il livello minimo imponibile annuo degli artigiani e commercianti, con un risparmio stimato del 55 per cento;
- aumenta solo l’anzianità contributiva e assicurativa, e resta invariato il montante contributivo che genera l’assegno pensionistico.
Infine il costo del riscatto degli anni di laurea, che ammonterebbe a oltre 25.000 euro in questa versione light, potrà essere portato in detrazione fiscale Irpef per il 50 per cento della somma pagata e il rimborso sarà effettuato in cinque rate annuali di pari importo.
Di questa formula si è sempre parlato come di una misura in scadenza il 2021. Ma recentemente, con il messaggio numero 1921 del 13 maggio 2021, l’INPS ha chiarito che il calcolo agevolato non scade il 31 dicembre ed è applicabile anche nel 2022:
“L’accesso alla facoltà di riscatto dei corsi universitari di studi con le modalità cosiddette “agevolate”, di cui al citato comma 5-quater dell’articolo 2 del D.lgs n. 184/1997, è invece misura a regime attivabile, al perfezionamento delle condizioni prescritte, anche negli anni successivi”.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Riscatto della laurea: come funziona e quanto costa