Quanto guadagna un consulente del Lavoro? In linea generale la professione è redditizia ma sull'importo mensile incidono diversi fattori, primo fra tutti l'esperienza maturata
Fare il consulente del lavoro in Italia è sicuramente un grande impegno, ma è anche una delle professioni più redditizie.
Quanto si guadagna? La risposta dipende da diversi fattori: prima di tutto l’esperienza e modalità di svolgimento delle attività, con uno studio professionale proprio o in un’azienda. Come per altre professioni, sono diversi gli elementi che incidono sull’importo mensile.
Si diventa consulenti del lavoro dopo una laurea in scienze politiche, economia o giurisprudenza, un periodo di praticantato e l’Esame di Stato per l’iscrizione all’Albo dei consulenti del lavoro.
Il percorso, quindi, è lungo e articolato. Ed è legittimo chiedersi quali sono i guadagni medi della categoria nel momento in cui si deve scegliere un corso di studi universitario o valutare di iniziare la pratica per diventare consulente del lavoro.
Quanto guadagna un consulente del lavoro? Gli ultimi dati disponibili
Secondo i dati pubblicati dall’Ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro a parile 2024, lo scorso anno si è chiuso con 25.265 associati e associate di cui quasi 1.100 nuovi ingressi.
Il divario di genere nella professione è molto ridotto: le donne rappresentano il 47 per cento e in 7 Regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Sardegna, Umbria) risultano essere in maggioranza.
In base ai dati che arrivano sempre dall’ENPACL, il reddito professionale medio nel 2023 ha raggiunto i 51.000 euro.
“Il fatturato IVA complessivamente dichiarato dalla Categoria nel 2023 (prodotto nel 2022) ha avuto un aumento rispetto all’anno precedente e si è attestato a 2,52 miliardi di euro (+5,0%), per una media pro-capite di 104.000 euro”, si legge sul portale.
Al di là delle oscillazioni fisiologiche e date anche dal contesto economico globale, il reddito professionale medio del consulente del lavoro si è attestato da diversi anni intorno alla cifra attuale.
Quali fattori incidono sul guadagno dei consulenti del lavoro?
Il compenso di un consulente del lavoro che ha uno studio professionale proprio permette di arrivare a guadagni considerevoli; in questo caso a fare da discrimine è sicuramente il numero di clienti.
Per un consulente del lavoro competente, conosciuto e affidabile il guadagno mensile può arrivare a superare i 3.000 euro. Ovviamente non si tratta di un compenso garantito: l’attività della libera professione comporta dei rischi e dei costi, soprattutto per chi ha cominciato da poco l’attività di consulente del lavoro e che dovrà necessariamente confrontarsi con professionisti noti, con più esperienza e da anni nel settore.
Per questo molti di coloro che sono interessati a lavorare come consulente del lavoro preferiscono essere assunti come dipendenti: in questo caso il guadagno sarà pressoché fisso ma garantito.
Ovviamente il guadagno di un consulente del lavoro è influenzato da diversi fattori: età, anni di esercizio della professione, attività svolta come dipendente o come libero professionista con studio personale. Cerchiamo di capire le differenze.
Quanto guadagna un consulente del lavoro con studio personale
Un consulente del lavoro che dopo l’abilitazione e l’iscrizione all’Albo sceglie di avviare un proprio studio di consulenza personale si troverà, inizialmente, a fare i conti con un guadagno inferiore alle aspettative.
Questo perché nonostante chi lavora come consulente del lavoro guadagna in media cifre molto alte, con redditi annui che arrivano anche ad 80.000 euro, l’avvio di uno studio professionale non è certo facile: per prima cosa ci sono i costi di gestione della propria attività, affitto, imposte e contributi da pagare.
Secondo fattore che fa la differenza è l’“anzianità di servizio”: un giovane consulente del lavoro dovrà farsi conoscere ed emergere in un mercato del lavoro dove la concorrenza è senza dubbio tanta e dove a fare la differenza sono competenza, esperienza ma anche una buona strategia di marketing.
Sta di fatto che investire nella professione ma soprattutto sulla propria formazione e competenze è senza dubbio redditizio: il guadagno di un consulente del lavoro affermato e con uno studio professionale di medie dimensioni si assesta, secondo gli ultimi dati, attorno alla media di 51.000 euro all’anno.
Quanto guadagna un consulente del lavoro dipendente
L’alternativa al lavoro come libero professionista è il lavoro dipendente come consulente del lavoro presso studi oppure presso aziende che si occupano di servizi.
In questo caso la retribuzione di un consulente del lavoro varia sulla base del contesto di lavoro in cui si è inseriti: ci sono aziende che consentono di guadagnare anche 2.300 euro netti al mese e altre nelle quali la paga diminuisce nettamente, arrivando anche a 1.000 euro.
Anche in questo caso la differenza tra un consulente del lavoro che guadagna molto e chi è invece pagato meno è data dall’esperienza: la retribuzione è, in molti casi, determinata anche sulla base del proprio curriculum.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Quanto guadagna un consulente del lavoro?