Il decreto legislativo sull'accertamento, approvato oggi 3 novembre in Consiglio dei Ministri, introduce nuovi strumenti di lotta all'evasione: si chiede aiuto all'intelligenza artificiale, si punta sullo scambio dei dati, ma il tutto dovrà essere bilanciato con la tutela della privacy
Tra le novità che riguardano gli accertamenti tributari, contenute nel quinto decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale approvato in esame preliminare nel Consiglio dei Ministri di oggi, 3 novembre, anche una nuova ricetta del Governo per la lotta all’evasione fiscale.
“Oggi abbiamo un tax gap che va da 80 a 100 miliardi, non da adesso ma sin dagli anni ’80”, ha ricordato il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo durante la conferenza stampa di presentazione delle misure.
Il testo si propone di “cambiare passo per quanto riguarda i rapporti tra Fisco e contribuenti”: da un lato si aprono strade di dialogo, come quella del concordato preventivo biennale, dall’altro si potenziano gli strumenti per effettuare i controlli fiscale. Come? “Con un utilizzo più importante ed incisivo della tecnologia”.
Si chiama in causa l’Intelligenza Artificiale e si punta a una maggiore interoperabilità delle banche dati a disposizione dell’Amministrazione finanzia, partendo dall’Anagrafe tributaria, ma si guarda anche a uno scambio di dati con l’estero.
Tutto questo, però, come sottolinea lo stesso viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo, dovrà fare i conti con la tutela della privacy, un bilanciamento che non sempre è risultato semplice, come dimostrano i nodi ancora da sciogliere sulla fatturazione elettronica.
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Lotta all’evasione fiscale: IA e scambio di dati da bilanciare con la privacy
Il decreto legislativo su accertamento e concordato preventivo, che ora passa alle commissioni parlamentari, prevede anche una nuova ricetta per la lotta all’evasione.
Si interviene sulla normativa che riguarda le attività di analisi del rischio condotta per prevenire e contrastare l’evasione fiscale, la frode fiscale e l’abuso del diritto in materia tributaria, ma anche per stimolare l’adempimento spontaneo dei contribuenti.
La bozza del testo attualmente in circolazione definisce il rischio fiscale come “il rischio di operare, colposamente o dolosamente, in violazione di norme di natura tributaria, ovvero in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario”.
Per ridurlo, si punta sui dati che derivano da un Fisco sempre più digitalizzato e allo stesso tempo sulle opportunità di utilizzo che, sempre più, offre la tecnologia.
Si chiede aiuto anche all’Intelligenza Artificiale per individuare anche le anomalie e le criticità più recondite.
E ci si rivolge anche all’estero per avere un quadro più chiaro sui contribuenti. Si introducono strumenti di scambi di dati su richiesta con Paesi dell’Unione Europea, e altri Stati con i quali ci siano specifici accordi, e di cooperazione amministrativa avanzata che prevede, tra le altre novità, una disciplina di “controlli simultanei e di verifiche congiunte”.
Più nello specifico, sul fronte dell’IVA, per effettuare operazioni intra-comunitarie i soggetti non residenti nel territorio dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo, chiamati a rispettare gli obblighi IVA tramite un rappresentante fiscale che dovrà essere dotato di specifici requisiti, avranno bisogno del rilascio di un’idonea garanzia.
Lotta all’evasione fiscale: le novità da coordinare con la privacy
L’utilizzo e lo scambio di dati, quindi, rappresentano la materia prima da utilizzare per potenziare la lotta all’evasione fiscale. Strumenti e strategie basate sulle informazioni a disposizione delle Amministrazioni, però, dovranno fare necessariamente i conti con la tutela della privacy, come ha sottolineato lo stesso viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo.
“Spingiamo molto sull’analisi di rischio, quindi, sull’interoperabilità delle banche dati salvaguardando la privacy, quindi saremo assolutamente attenti a non invadere la riservatezza dei contribuenti”.
Come è giusto che sia, stando alle bozze del decreto legislativo su accertamento e concordato preventivo, nell’articolo dedicato alla razionalizzazione e al riordino delle disposizioni normative in materia di attività di analisi del rischio si cita espressamente il regolamento generale sulla protezione dei dati personali.
Mettere in pratica quanto stabilito sarà una sfida non da poco: come dimostra il recente passato che riguarda l’esperienza della fatturazione elettronica, l’equilibrio tra digitalizzazione del Fisco e tutela della privacy non è né semplice né immediato.
Leo ha parlato proprio della fatturazione elettronica come di un importante bacino di informazioni composto da circa due miliardi e duecento milioni di documenti.
Ma proprio la ricerca di questo punto di equilibrio ha messo in pausa per circa tre anni le disposizioni previste dal Decreto Fiscale 2020 sulla memorizzazione delle informazioni finalizzate ai controlli.
L’esigenza di trovare misure appropriate e specifiche per la fatturazione elettronica delle prestazioni sanitarie, messa nero su bianco dalla Legge di Bilancio 2019, alla vigilia di un nuovo anno non ha ancora trovato risposte.
Con le novità sulla lotta all’evasione, emerge con forza una questione senza tempo: la necessità di un bilanciamento tra interesse pubblico e tutela dell’individuo.
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