Il Decreto Sostegno - ormai dietro l’angolo - sembra riproporre il precedente schema, di semplice attuazione e relativamente veloce nei tempi di erogazione. Ecco un commento ad alcuni aspetti del provvedimento di prossima emanazione ed una possibile ipotesi alternativa.
Il ristoro previsto dal prossimo Decreto Sostegni dovrebbe dare finalmente l’atteso sollievo alle casse esauste di imprese e professioni che più di altre hanno sofferto gli effetti economici della pandemia in atto.
In ordine ai contributi a fondo perduto intendo qui evidenziare che quanto emerso sinora dall’esame dei documenti non ufficiali circolati in questi giorni lasci alquanto perplessi.
Non mi soffermo oggi sul “muro” di accesso del 33% di riduzione del fatturato che continua a discriminare, senza fornire alcuna possibilità di fruizione ridotta a coloro che hanno conseguito risultati anche di poco vicini a tale soglia.
Voglio piuttosto evidenziare che l’aver scelto di ricalcare la formulazione precedente con un riferimento ad un breve arco temporale, non elimina le discrasie emerse nelle precedenti edizioni.
Le contraddizioni della bozza di Decreto Sostegno 2021 (in attesa del testo ufficiale)
Infatti, queste ultime, avendo fatto riferimento al raffronto del solo mese di aprile 2020 con aprile 2019, avevano chiaramente creato delle differenze di trattamento anche rilevanti, non giustificabili sotto il profilo dell’equità, tra contribuenti esercenti attività dall’andamento sostanzialmente costante nell’arco dell’anno rispetto a coloro che svolgevano attività stagionali, attività cicliche ed anche verso coloro che per i più svariati motivi avevano registrato casuali picchi di fatturato nel periodo considerato.
Condizioni che possono aver influenzato in negativo o positivo l’importo spettante, se non addirittura la possibilità di accedere al beneficio.
Il perseverare in questo errore concettuale raffrontando, come appare leggendo la bozza del decreto in circolazione, i soli primi due mesi del 2021 con gli stessi mesi del 2019, ripropone le predette disparità, acuite questa volta anche da un altro aspetto che qui rilevo:
“Lo scorso mese di aprile 2020 era stato periodo di lockdown generalizzato in tutto il paese mentre i provvedimenti attuali di chiusure e limitazioni a zone hanno chiaramente influenzato l’andamento delle attività colpite in diversa misura, con riguardo alla ubicazione.
Una scelta che potrebbe essere comprensibile se l’Esecutivo volesse sostenere i soggetti economici colpiti dalle limitazioni di questo ultimo periodo ma il prendere quale riferimento un più ampio periodo limiterebbe quasi azzerandole le discrepanze evidenziate”
Decreto Sostegno 2021: ipotesi conguaglio
Ora perché non cogliere l’occasione per qualificare questa erogazione quale un saldo del fondo perduto complessivamente riconosciuto per l’anno 2020, prendendo appunto l’intero anno appena chiuso come periodo di riferimento ed ipotizzando una misura più alta del contributo a cui però sottrarre quanto gia erogato in precedenza?
Si conseguirebbe il duplice risultato di:
- sanare le precedenti sperequazioni prima evidenziate da un lato;
- risolvere le centinaia di posizioni dei soggetti economici a cui l’Agenzia delle Entrate, pur avendo riconosciuto loro il diritto ai precedenti “ristori”, non ha erogato il dovuto per carenza di fondi, dall’altro.
È così improponibile una siffatta ipotesi? A mio avviso no.
In attesa di ulteriori sviluppi invitiamo i nostri lettori a seguire tutti gli aggiornamenti sul Decreto Sostegno 2021 sulle pagine di Informazione Fiscale ad esso dedicate ed in continuo aggiornamento.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Contributi a fondo perduto: l’ipotesi del conguaglio