Il Governo è ormai riunito in seduta permanente per fronteggiare l'emergenza Coronavirus, l'ultimo CdM è di questa notte. Ma le azioni fin qui intraprese ed annunciate saranno davvero efficaci? Ecco le mie proposte di agevolazioni fiscali e del lavoro che potrebbero aiutare concretamente la nostra economia.
È stata una settimana particolarmente convulsa per le ben note vicissitudini connesse all’emergenza coronavirus.
Un CdM di fatto in seduta permanente dalla scorsa settimana, il cui ultimo - il trentacinquesimo di questo Governo - terminato stanotte ha disposto nuove ulteriori misure circa lo svolgimento dell’attività giudiziaria e di potenziamento del servizio sanitario nazionale aggiuntive a quanto disposto nei giorni scorsi, introducendo le norme comportamentali ed economiche note a tutti.
Coronavirus: le misure annunciate dal Governo a favore di famiglie ed imprese
Giovedì sera è stato annunciato da Conte e Gualtieri un intervento dello Stato da 7,5 miliardi di euro a favore dell’economia che riguarderà non più principalmente le zone rosse e gialle ma l’intero territorio del nostro Paese ed i cui dettagli in corso di definizione saranno resi noti con il varo del decreto che avverrà la prossima settimana.
Le voci sulle misure si susseguono ma personalmente spero che non si tratti prevalentemente di finanziamenti agevolati o crediti di imposta.
Questa tipologia di sussidi auspicati da alcuni è solitamente appannaggio di soggetti avvezzi alla burocrazia di cui questi provvedimenti sono intrisi, e di effetto nullo se non si è sufficientemente evoluti e strutturati per cogliere queste opportunità mentre si ha la testa rivolta costantemente al fine mese.
Peraltro queste misure avrebbero tempi di reazione non immediati su una economia già sofferente ed ora in decisa picchiata.
È necessaria una terapia d’urto che sia concretamente percepita nelle proprie tasche anche dal piccolo negoziante od artigiano che sia alle prese con modelli F24 e cartelle da rateizzare.
Il fermo dell’economia e dei piccoli commerci si tocca con mano lungo tutta la penisola; a questo va aggiunto il propagarsi dei contagi che in queste ore sta maggiormente coinvolgendo anche gli altri Paesi occidentali e dal quale non potremo attenderci chissà quale sostegno se non poco più che morale.
Sono necessari provvedimenti che impattino nell’immediato sul cash flow e sul conto economico delle imprese.
Coronavirus, una manovra che dia speranza: alcune proposte di agevolazioni fiscali e del lavoro che potrebbero avere maggiore efficacia
Oltre alla sospensione dei versamenti auspicata dai più, ma non so fino a che punto praticabile, alcune misure utili a non assorbire quella residua liquidità in circolazione potrebbero essere:
- la Cig in deroga estesa alle aziende con meno di 6 dipendenti;
- l’abolizione dello split payment, almeno per le fatture verso le società quotate e le partecipate;
- la sospensione temporanea delle misure fiscali introdotte da quest’anno sugli appalti;
- l’innalzamento a 10/15 mila euro dell’importo del credito compensabile senza dover apporre il visto di conformità;
- un innalzamento dei limiti di deducibilità ai fini IRES ed IRAP degli interessi passivi;
- una nuova cedolare secca per uffici e negozi;
- una moratoria estesa per mutui e finanziamenti, sia per famiglie che per privati;
- un incentivo al rinnovamento del parco auto a favore del nuovo e dell’usato da euro 5;
- una detrazione fiscale per chi sostiene spese per viaggi e vacanze in Italia oltre ad un tax refund dell’Iva sulle medesime spese per gli stranieri in visita del nostro paese;
- in ultimo una rottamazione quater ed un saldo e stralcio che contemplino anche gli avvisi bonari cosi da ridurre i debiti per contributi ed imposte con un effetto positivo sul risultato d’esercizio.
Diversamente con il perdurare di questo stato di emergenza, dopo il sovraffollamento di ospedali e terapie intensive, dovremo pensare a come affrontare quello delle cancellerie dei Tribunali fallimentari e le segreterie degli Ocri da parte delle già traballanti imprese che formano il nostro tessuto imprenditoriale.
Sono contrario per principio a stralci di imposte e condoni vari, ritenendoli una scorrettezza verso chi cerca di adempiere, pur nella difficoltà di operare in un Paese che non da segni tangibili di crescita ormai dal secolo scorso; ma oggi siamo come non mai dal dopoguerra in una situazione emergenziale che richiede una manovra che dia la speranza di poter vedere una luce in fondo al tunnel che però non sia quella di un treno che ci sta venendo incontro sul nostro stesso binario.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Una manovra che dia speranza