Il Ministero del Lavoro ha pubblicato la nota relativa al II trimestre 2022 su attivazione, trasformazione e cessazione dei contratti di lavoro. Quelli avviati sono in crescita rispetto al 2021, ma per la maggior parte riguardano rapporti di breve durata. Si concentrano soprattutto nel settore dei servizi.

Contratti di lavoro, cresce il numero di rapporti attivati, ma la maggior parte di questi ha breve durata, inferiore ai 30 giorni.
I dati sono contenuti nella nota trimestrale relativa al II trimestre 2022, pubblicata dal Ministero del Lavoro l’8 settembre 2022 e tratta dal Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie.
Questa descrive le attivazioni, le trasformazioni a tempo indeterminato e le cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato.
Complessivamente, rispetto allo stesso periodo del 2021, le attivazioni sono state 3,4 milioni, coinvolgendo 2 milioni e mezzo di lavoratori.
Il saldo tra attivazione di contratti a tempo indeterminato, comprese le trasformazioni, e cessazioni è positivo, con una crescita del 30 per cento.
I contratti di lavoro attivati si concentrano soprattutto nel settore dei servizi, subito dopo industria e costruzioni.
Contratti di lavoro: crescono le attivazioni ma la maggior parte dei rapporti ha breve durata
Il Ministero del Lavoro ha pubblicato, l’8 settembre 2022, la nota trimestrale relativa al secondo trimestre 2022 con i dati sulle attivazioni, le trasformazioni a tempo indeterminato e le cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato.
I dati mostrano, rispetto allo stesso periodo del 2021, un andamento positivo per quanto riguarda le attivazioni di contratti di lavoro.
Nei mesi di aprile, maggio e giugno 2022, infatti, le attivazioni dei contratti di lavoro, calcolate al netto delle trasformazioni a tempo indeterminato, sono state in totale 3 milioni e 452 mila.
Si tratta di una crescita del 17, 2 per cento che ha riguardato più di 2 milioni e mezzo di lavoratori, soprattutto nelle regioni del Nord Italia.
Il dato che colpisce, però, riguarda la durata dei rapporti di lavoro attivati.
Dal confronto con i dati del 2021, infatti, emerge come l’incremento delle attivazioni si sia verificato soprattutto nei contratti brevi.
Nel dettaglio, si registra un aumento nei contratti:
- inferiori a 30 giorni (più 31,4 per cento);
- di durata pari a 2 e 3 giorni (più 56 per cento);
- di brevissima durata pari a un giorno (più 37,7 per cento);
Sono proprio i contratti a tempo determinato a comporre la quota maggiore delle attivazioni (64,8 per cento) come mostrato nel grafico. Precarietà e instabilità, dunque, continuano a caratterizzare le condizioni lavorative di una buona parte della popolazione italiana.
Per quanto riguarda l’attivazione di contratti a tempo indeterminato, è positivo il saldo con le relative cessazioni, il che determina una crescita di più del 30 per cento.
Questa è dovuta in gran parte dal contributo delle trasformazioni dei rapporti in contratti a tempo indeterminato, aumentate del 50 per cento.
Contratti di lavoro: il settore dei servizi il più interessato da attivazioni e cessazioni
Nel totale delle attivazioni di rapporti di lavoro, il volume dei contratti attivati cresce in misura maggiore per la componente femminile rispetto a quella maschile, 21 per cento contro 17 per cento. L’incremento è più consistente per gli individui con età 65 ed oltre.
I nuovi contratti di lavoro si concentrano soprattutto nel settore dei servizi, che assorbe ben il 76 per cento delle attivazioni totali, con una crescita del 22,4 per cento.
Seguono poi i settori dell’industria e delle costruzioni, mentre resta stabile il numero delle attivazioni nel settore dell’agricoltura.
Infine, per quanto riguarda le cessazioni, nel secondo trimestre del 2022, la quota maggiore è occupata ancora una volta dai contratti a tempo determinato, ma si registra un aumento delle interruzioni dei contratti intermittenti, rientranti nella categoria “Altro”, e di apprendistato.
Le cessazioni sono state in totale 3,1 milioni e hanno interessato tutto il territorio nazionale, in particolar modo il Nord.
Anche in questo caso è il settore dei servizi a mostrare l’incremento maggiore rispetto al 2021, con un aumento percentuale del 25,5 per cento dei rapporti di lavoro interrotti.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Contratti di lavoro: crescono le attivazioni ma la maggior parte dei rapporti ha breve durata