Compensazione bonus 80 euro, controlli sulle assunzioni da parte della Guardia di Finanza che ha scovato una maxi-truffa da 1,5 milioni di euro grazie alla verifica fiscale condotta nei confronti di un consulente del lavoro.
Compensazione bonus 80 euro: maxi truffa scovata grazie ai controlli della Guardia di Finanza di Foggia.
È pari ad un totale di 1,5 milioni di euro la somma utilizzata per compensazioni indebite da parte di otto imprenditori che avevano architettato una frode ai danni dello Stato mediante la compensazione delle imposte dovute con crediti inesistenti.
I controlli sulla compensazione del bonus 80 euro, anche noto come bonus Renzi, sono scaturiti dalla verifica fiscale condotta dalle Fiamme Gialle nei confronti di un consulente del lavoro.
Ad attirare l’attenzione della Guardia di Finanza era stato l’elevato numero di assunzioni e di dipendenti impiegati per i quali gli imprenditori sostenevano di aver anticipato il credito Irpef di 80 euro oggetto di indebito recupero in compensazione.
Compensazione bonus 80 euro, maxi frode scoperta con controlli su assunzioni
È con il comunicato stampa pubblicato nella giornata odierna che la Guardia di Finanza dà notizia della maxi truffa ai danni dello Stato architettata da otto imprenditori della provincia di Foggia.
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Foggia hanno eseguito un provvedimento di sequestro per equivalente di beni mobili e immobili nonché di disponibilità finanziarie fino ad un valore di oltre 1,5 milioni di euro, emesso dal GIP presso il Tribunale di Foggia nei confronti di otto imprenditori operanti nel settore dei servizi, tutti denunciati per il reato di indebita compensazione.
Oggetto della truffa emersa a seguito dei controlli della Guardia di Finanza era la compensazione del bonus di 80 euro: gli imprenditori compensavano le imposte dovute con crediti inesistenti, avvalendosi del meccanismo di recupero del credito Irpef erogato dai datori di lavoro in busta paga ai propri dipendenti e successivamente recuperato mediante il modello F24.
Come noto infatti è il datore di lavoro che opera come sostituto d’imposta ad anticipare il bonus Renzi in busta paga ai lavoratori che rientrano nei limiti di reddito previsti. L’importo anticipato dalle imprese è successivamente recuperato utilizzando il codice tributo 1655.
La verifica sulla compensazione “sospetta” del bonus 80 euro era partita a seguito di controlli effettuati nei confronti di un consulente del lavoro che, trasmettendo le dichiarazioni fiscali per conto delle imprese, ometteva di versare le imposte dovute proprio per compensare il bonus Renzi di 80 euro.
Assunzioni sospette: così i controlli sulle indebite compensazioni del bonus 80 euro
Ad accendere la spia della possibile truffa ai danni dell’Erario erano state le elevate assunzioni effettuate dalle aziende.
Così come riassunto nel comunicato stampa della Guardia di Finanza, ad attirare l’attenzione erano stati i 2.114 dipendenti impiegati per i quali i titolari delle imprese sostenevano di aver anticipato il bonus Renzi di 80 euro per il 2016 e per il 2017.
Si trattava di false assunzioni architettate, per l’appunto, per utilizzare il credito Irpef in compensazione per il versamento di ben 1,5 milioni di euro di imposte. Risorse che torneranno nelle casse dello Stato: il GIP presso il Tribunale di Foggia ha emesso un provvedimento di sequestro per equivalenti beni mobili e immobili.
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