Buoni pasto: quali sono i vantaggi per datore di lavoro e dipendenti?
L’utilizzo dei buoni pasto comporta importanti vantaggi sia per i datori di lavoro sia per i dipendenti.
Le aziende possono dedurre interamente i costi mentre per lavoratori e lavoratrici rappresentano uno strumento di integrazione al reddito.
Garantiscono un aumento del potere d’acquisto poiché non costituiscono reddito da lavoro e pertanto non sono dovuti contributi previdenziali e assistenziali.
I vantaggi fiscali dei buoni pasto per le aziende
I vantaggi che derivano dall’impiego dei buoni pasto sono diversi, sia lato azienda sia lato dipendenti.
Partiamo dalla prima. I datori di lavoro che decidono di erogare questo tipo di benefit ai propri dipendenti e collaboratori possono beneficiare di una serie di vantaggi fiscali.
In primo luogo, l’incidenza dei costi per i datori di lavoro è limitata in quanto le spese per l’acquisto dei buoni pasto da attribuire ai dipendenti sono deducibili.
Se, infatti, i buoni pasto sono erogati nei confronti della generalità dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti, i datori di lavoro possono dedurre integralmente i costi sostenuti per l’acquisto.
I buoni, inoltre, come previsto dall’articolo 51, comma 2, lett c) del TUIR hanno un valore facciale prestabilito, fissato a:
- 8 euro per quelli elettronici/digitali;
- 4 euro per quelli cartacei.
Al di sotto di tali soglie, come anticipato, i buoni non non concorrono alla formazione di reddito da lavoro dipendente per i beneficiari e non sono considerati ai fini della determinazione della retribuzione imponibile. Pertanto, non sono previsti maggiori oneri previdenziali a carico dell’azienda.
In ordine all’IVA, invece, si applica l’aliquota al 4 per cento, ed è interamente detraibile nel caso dei buoni pasto elettronici, mentre non lo è per quelli cartacei.
Nel caso, invece, di titolari di partita IVA individuale che acquistano buoni pasto per sé stessi i costi per l’acquisto dei buoni pasto si possono dedurre dalle imposte dirette fino al 75 per cento e, in ogni caso, per un importo complessivamente non superiore al 2 per cento dell’ammontare dei compensi percepiti nel periodo di imposta (art. 54, comma 5, e art. 109, comma 5, del TUIR).
I vantaggi dei buoni pasto per lavoratrici e lavoratori dipendenti
I vantaggi per i dipendenti sono più evidenti in quanto sono i diretti beneficiari dei buoni pasto che, come detto, rappresentano un’integrazione al reddito diretta all’aumento del potere d’acquisto.
Come noto, i buoni consistono in titoli di pagamento che possono essere utilizzati per acquistare pasti o prodotti alimentari. Una volta che i dipendenti hanno ricevuto i buoni pasto, in una qualsiasi delle forme previste (cartacei, elettronici o digitali), potranno utilizzarli in tutti gli esercizi commerciali convenzionati per un importo pari al valore facciale del buono stesso.
Si possono utilizzare durante la pausa nell’orario di lavoro (quindi, spendendoli presso bar, ristoranti, gastronomie ecc.) oppure al di fuori dello stesso, ad esempio per fare la spesa al supermercato.
L’aspetto chiave è che non sono tassati, né sono soggetti ad oneri previdenziali, il che consente ai beneficiari di spendere l’intero importo ricevuto.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: I vantaggi fiscali dei buoni pasto