Proroga dello split payment fino al 2023: dalla Commissione UE arriva il sì al rinnovo del meccanismo di scissione dei pagamenti IVA. Una misura che toglie alle imprese 2,5 miliardi di liquidità, come segnalato dall'ANCE, e ritenuta doppiamente ingiusta anche dal Ministro del MISE, Stefano Patuanelli.
Split payment verso la proroga fino a giugno 2023. Dalla Commissione UE è arrivato il primo via libera alla richiesta dell’Italia di prolungare il meccanismo di scissione dei pagamenti IVA.
Il sì definitivo spetta al Consiglio Europeo, ma l’ufficialità è data ormai per scontata. Il meccanismo dello split payment IVA non piace però alle imprese, complice la complicata situazione economica causata dal coronavirus.
Sono 2,5 miliardi di liquidità quelli sottratti alle imprese dallo split payment: questi i numeri dell’ANCE. A supporto delle criticità evidenziate dalle imprese anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che parla di una misura “doppiamente ingiusta” per le partite IVA.
Una critica alla richiesta dell’Italia arriva anche dalla Commissione Europea che, nonostante abbia approvato la richiesta di proroga dello split payment, evidenzia come l’introduzione di fatturazione elettronica e corrispettivi telematici dovrebbe bastare per contrastare frodi ed evasione IVA.
Un appunto anche sui ritardi dei rimborsi IVA per le imprese che applicano lo split payment e che sono fisiologicamente a credito: l’Italia resta sotto la lente dell’Europa.
Split payment, proroga fino al 30 giugno 2023: primo sì dell’Europa al rinnovo della scissione versamenti IVA
La decisione di esecuzione del Consiglio del 22 giugno 2020, COM(2020) 242 final acconsente alla proroga dello split payment IVA. Rispetto alla richiesta avanzata dall’Italia, il rinnovo è ridotto di sei mesi, e durerà fino al 30 giugno 2023 (non fino a fine anno).
Se è vero che si attende l’ufficializzazione da parte del Consiglio Europeo, sembra ormai certa una nuova proroga dello split payment, meccanismo introdotto per contrastare l’evasione fiscale IVA, in deroga alla normativa comunitaria in materia di imposta sul valore aggiunto.
La proroga trova in disaccordo le imprese, ma non solo. La stessa Commissione, nel dare il via libera all’estensione dello split payment IVA fino al 2023 evidenzia due aspetti controversi.
Il primo riguarda l’effettiva necessità di continuare ad applicare il meccanismo di scissione dei versamenti IVA, alla luce dell’introduzione della fattura elettronica e dell’obbligo dei corrispettivi telematici.
Si legge nel documento che con l’attuazione piena dei nuovi obblighi telematici in materia di IVA non dovrebbe essere più necessario derogare alla direttiva 2006/112/CE per applicare la misura di scissione dei pagamenti.
Per l’Italia, però:
“non sarebbe tuttavia al momento opportuno eliminare completamente la misura relativa alla scissione dei pagamenti. In base alle loro stime, le misure attuate mediante il pacchetto antifrode riducono a tre mesi il tempo necessario all’amministrazione fiscale per venire a conoscenza dell’esistenza di un potenziale caso di evasione o frode, rispetto ai 18 mesi inizialmente necessari. Tuttavia in assenza della scissione dei pagamenti, il recupero presso gli evasori fiscali o gli autori delle frodi, una volta effettuato il controllo, potrebbe rivelarsi impossibile in caso di insolvenza degli stessi. Il meccanismo di scissione dei pagamenti, in quanto misura ex ante, presenta una maggiore efficacia.”
La recente attuazione dell’obbligo di fatturazione elettronica e della trasmissione telematica dei corrispettivi porta la Commissione, allineandosi alle motivazioni fornite dall’Italia, a ritenere che sia ancora presto per valutare l’efficacia di tali misure. Ragion per cui viene espresso parere positivo alla proroga dello split payment fino al 2023.
Una proroga che viene inoltre giustificata dagli adempimenti che si renderebbero necessari in caso di mancato rinnovo dello split payment: le partite IVA dovrebbero modificare i propri sistemi di fatturazione, così come l’amministrazione fiscale.
“In ragione delle difficoltà che l’Italia sta incontrando a causa della pandemia da Covid-19, non sembra opportuno chiedere in questo momento alle imprese e all’amministrazione fiscale di procedere a tali modifiche”.
- Consiglio Europeo - proposta decisione su proroga split payment al 30 giugno 2023
- Bruxelles, 22.6.2020 COM(2020) 242 final, 2020/0119 (NLE)
Proroga split payment IVA, tempi dei rimborsi fiscali sotto la lente dell’UE
Se da un lato viene sottolineata l’importanza dello split payment nell’ambito delle misure contro l’evasione fiscale, dall’altro la Commissione UE evidenzia uno dei rischi legati al particolare meccanismo di versamento dell’IVA.
Si tratta dei rimborsi IVA, considerando che uno degli effetti dello split payment è che i fornitori non possono compensare l’IVA versata a monte con quella percepita per le forniture.
Questi soggetti si trovano spesso in una costanze posizione creditoria nei confronti dell’Erario, dovendo quindi attivarsi per ottenere il rimborso IVA spettante.
Sono i tempi dei rimborsi uno dei nodi dello split payment. La procedura viene mediamente evasa in 67 giorni (tempo di lavorazione delle domande di rimborso), ed il pagamento dell’IVA al beneficiario avviene in 7 giorni.
Nonostante l’Italia abbia previsto una corsia privilegiata per i rimborsi IVA dei soggetti in split payment, è questo uno degli aspetti che l’Europa si propone di monitorare, per evitare di gravare sulle imprese già in difficoltà a causa dell’emergenza economica causata dal coronavirus.
Entro il mese di settembre 2021 l’Italia sarà chiamata a comunicare il tempo medio necessario per il rimborso dell’IVA ai soggetti passivi. Un monitoraggio che però non rincuora certo le imprese che applicano lo split payment, meccanismo che sottrae 2,5 miliardi di euro ai soggetti obbligati.
Proroga split payment fino al 2023: alle imprese 2,5 miliardi di liquidità sottratti ogni anno
Sono le imprese del settore costruzioni - ma non solo - quelle che più sentono il peso del meccanismo dello split payment. A schierarsi contro la proroga al 2023 è l’ANCE, che ritiene la scissione dei versamenti IVA come un furto legalizzato.
Ogni anno vengono sottratti 2,5 miliardi di liquidità alle imprese di un settore già in difficoltà. A fornire i dati è il Presidente dell’Associazione. Il rischio di una penalizzazione è acuito dalla grave crisi provocata dal coronavirus.
L’allarme dell’ANCE viene accolto dal Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, che definisce ingiusto lo split payment, in quanto rappresenta un “doppio svantaggio per le imprese”.
Il supporto del MISE appare però ora quasi superfluo, considerando che la proroga dello split payment fino al 30 giugno 2023 ha ottenuto il primo via libera da parte dell’Europa. Si attende ora soltanto la ratifica della decisione al Consiglio Europeo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Split payment, proroga fino al 2023. Meno 2,5 miliardi di liquidità per le imprese