Riforma Irpef, il CNDCEC esprime apprezzamento per le dichiarazioni del Premier Draghi ed annuncia la propria proposta di revisione del Fisco. Tra gli interventi proposti dai Commercialisti, la suddivisione dello scaglione di reddito da 28.000 a 55.000 euro, con due aliquote del 32 e del 38 per cento.
Riforma Irpef, i Commercialisti concordano con quanto affermato dal Premier Draghi, e presentano alcune delle proposte predisposte dalla Commissione di Esperti.
Tra queste, spicca la richiesta di due aliquote Irpef differenziate per i redditi da 28.000 a 55.000 euro, a vantaggio della classe media.
Il salto d’aliquota di 11 punti tra il secondo ed il terzo scaglione è uno dei problemi dell’Irpef, che penalizza in maniera eccessiva gli aumenti di reddito. I Commercialisti chiedono di introdurre due aliquote differenziate, del 32 per cento per i redditi fino a 40.000 euro e del 38 per cento fino a 55.000 euro.
Al nuovo disegno dell’Irpef, nell’ottica della progressività, si affianca la richiesta di semplificazione degli adempimenti, parte importante del pacchetto di proposte messo a punto dalla commissione di esperti guidata da Carlo Cottarelli.
Riforma Irpef, due aliquote da 28.000 a 55.000 euro: la proposta dei Commercialisti
Si è insediata nel mese di settembre la commissione di esperti del CNDCEC, coordinata dal Professor Carlo Cottarelli, il cui compito era quello di predisporre una proposta di riforma Irpef da sottoporre al vaglio dell’ormai ex Governo Conte.
La crisi politica e la nascita del Governo a guida Mario Draghi non spostano l’attenzione sulla necessità di rivedere il complicato sistema fiscale italiano, ed il CNDCEC plaude alle dichiarazioni del neo Premier, relative alla necessità di dare vita ad una revisione organica del Fisco italiano.
Il CNDCEC avanza quindi le proprie proposte, frutto del lavoro di ricognizione degli ultimi mesi. Come illustrato dal Presidente Massimo Miani, una delle criticità emerse è il salto di ben 11 punti percentuali dell’aliquota marginale tra il secondo ed il terzo scaglione Irpef, dal 27 al 38 per cento.
La necessità di intervenire su tale aspetto ridarebbe fiato alla classe media e contribuirebbe a ridurre il cuneo fiscale, afferma il Presidente del CNDCEC. Ma come?
I Commercialisti propongono di “frazionare” l’attuale terzo scaglione Irpef:
- da 28.000 a 40.000 euro, con un’aliquota marginale del 32 per cento;
- da 40.000 a 55.000 euro, con un’aliquota marginale del 38 per cento.
La “scissione” del terzo scaglione Irpef non è l’unica proposta avanzata dalla categoria, che chiede di essere coinvolta nei lavori per la riforma fiscale.
Riforma Irpef, semplificazione e superamento dell’Irap tra le proposte dei Commercialisti
Il Presidente Massimo Miani commenta positivamente l’intervento del Presidente Draghi sulla riforma del fisco, a partire dal metodo individuato, che preannuncia l’affidamento dei lavori per la revisione dell’Irpef ad una Commissione di esperti, come avvenuto in occasione della riforma degli anni Settanta.
La volontà di una riforma complessiva e sistematica, che superi la logica della parzialità che ha caratterizzato gli ultimi anni, trova l’accordo totale della categoria. I Commercialisti chiedono di essere coinvolti direttamente, già nella fase iniziale di predisposizione dell’intervento riformatorio.
Il lavoro svolto dalla Commissione di Esperti guidata da Cottarelli può rappresentare in tal senso un punto di partenza. Lo sdoppiamento dell’aliquota Irpef del 38 per cento è soltanto una delle proposte evidenziate dal Presidente del CNDCEC.
“L’attuale impianto del nostro sistema fiscale” - afferma Miani - “risale a cinquant’anni fa. In questi decenni abbiamo assistito ad una proliferazione di modifiche e integrazioni normative che lo hanno reso inevitabilmente caotico per gli operatori come per i cittadini. Serve semplificare e serve una riforma organica e di lungo periodo.”
Non solo semplificazione. I Commercialisti chiedono di valutare la sostituzione dell’Irap con un’addizionale alle imposte sui redditi e l’equiparazione della pressione fiscale tra dipendenti ed autonomi, per costruire un sistema semplice ed equo, senza differenziazioni per tipologie di reddito.
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