Ape Sociale anche nel 2025: requisiti e domanda

Francesco Rodorigo - Pensioni

L’Ape Sociale è confermato anche per il 2025: il nuovo decreto fiscale prevede il rifinanziamento. I requisiti per poter accedere all’antico pensionistico non dovrebbero cambiare rispetto al 2024

Ape Sociale anche nel 2025: requisiti e domanda

Lavoratori e lavoratrici potranno accedere al trattamento di anticipo pensionistico anche nel 2025.

A prevedere la conferma dell’Ape Sociale è il disegno della Legge di Bilancio per il prossimo anno. La conferma arriva anche dal decreto fiscale collegato alla Manovra, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che prevede il rifinanziamento della misura.

Non ci saranno modifiche ai requisiti di accesso, che restano quelli già in vigore nel 20024.

Ape Sociale anche nel 2025: requisiti e domanda

Arrivano le prime certezze sulle novità in materia di previdenza nel 2025.

Il disegno della Legge di Bilancio per il prossimo anno, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 15 ottobre, prevede la conferma delle misure già in vigore nel 2024: Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale.

In merito a quest’ultima, un’ulteriore conferma arriva dal Decreto Fiscale collegato alla Manovra e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 ottobre.

Il DL n. 155/2024, infatti, all’articolo 2 prevede il rifinanziamento dell’Ape Sociale, incrementando l’autorizzazione di spesa relativa all’indennità di:

  • 20 milioni di euro per il 2025;
  • 30 milioni di euro per il 2026;
  • 50 milioni di euro per il 2027;
  • 10 milioni di euro per il 2028.

Secondo le anticipazioni sul DDL Bilancio non ci saranno modifiche ai requisiti per l’accesso al trattamento, che resteranno gli stessi (più restrittivi) già in vigore nel 2024.

Anche nel 2025, dunque, l’Ape Sociale spetterà, fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata, a tutti i soggetti in specifiche condizioni con almeno 63 anni e 5 mesi d’età e almeno 30 di contributi e che non siano già titolari di pensioni dirette. Si tratta dei lavoratori e delle lavoratrici:

  • dipendenti che svolgono mansioni gravose (al momento della domanda la professione deve essere stata svolta per almeno 7 anni negli ultimi 10 o per almeno 6 anni negli ultimi 7);
  • gli invalidi civili al 74 per cento;
  • i dipendenti disoccupati che hanno esaurito il trattamento di NASpI (o equivalente);
  • i caregivers che assistono da almeno 6 mesi.

La Manovra 2024, intervenuta sul requisito anagrafico, non ha modificato quello contributivo che dovrebbe restare ancora invariato:

  • almeno 30 anni per i dipendenti disoccupati, gli invalidi civili e i caregivers;
  • almeno 36 anni per gli altri lavoratori che svolgono mansioni gravose.

Per le lavoratrici madri di tutte le categorie, poi, è prevista un’ulteriore riduzione del requisito contributivo pari ad un anno per ogni figlio (massimo 2 anni).

Ad ogni modo, per tutte le conferme del caso bisogna aspettare il testo della Legge di Bilancio 2025 e la successiva approvazione.

Ape Sociale anche nel 2025: domanda e importo spettante

A meno di sorprese nel testo della Legge di Bilancio 2025, anche per il prossimo anno i lavoratori e le lavoratrici che intendono accedere all’anticipo pensionistico potranno fare domanda per il trattamento nelle stesse finestre temporali degli scorsi anni:

  • dal 1° gennaio al 31 marzo;
  • dal 1° aprile al 15 luglio;
  • dal 16 luglio al 30 novembre.

Gli interessati devono trasmettere all’INPS la domanda di riconoscimento delle condizioni e quella per l’accesso al trattamento online oppure tramite CAF e Patronati.

Come detto, l’Ape Sociale prevede un trattamento economico di accompagnamento alla vecchiaia, o fino alla maturazione dei requisiti per la pensione anticipata. L’importo di tale trattamento è pari al rateo della pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione, se inferiore a 1.500 euro. Se, invece, la rata della pensione ha un importo maggiore si riceverà un assegno di 1.500 euro.

Si ricorda che la Legge di Bilancio 2024 ha previsto l’incumulabilità totale della prestazione con il reddito da lavoro, sia dipendente sia autonomo. Fanno eccezione solamente i redditi da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui.

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