Secondo il neo premier Gentiloni non occorre abolire i buoni lavoro voucher Inps ma modificare il Jobs Act su buoni per lavoro accessorio: abbassare tetto massimo 5 mila euro singolo lavoratore. Ecco cosa cambia e quando.
I buoni lavoro voucher Inps sono tornati fortemente d’attualità dopo lo strafalcione sui giovani italiani all’estero del ministro del lavoro Poletti.
Il neo eletto premier Gentiloni afferma che il Jobs Act è una buona riforma del lavoro ma occorre correggere il tiro proprio sui buoni lavoro voucher INPS. In questo senso il Governo ha poche possibilità di manovra e malgrado i propositi di abolire i buoni da parte dei sindacati, che li ritengono strumento per favorire il lavoro nero, si cercano soluzioni meno invasive. Nelle parole del capo del Governo:
“Senza accedere all’idea che questi voucher seminino il virus del lavoro nero […] essi nascono come tentativo di rispondere, non hanno il copyright del lavoro nero.”
L’obiettivo dei buoni per il lavoro accessorio era effettivamente questo: far emergere quelle prestazioni di lavoro che altrimenti sarebbero rimaste nel sommerso. La manovra giovava soprattutto al meridione, afflitto da gravi casi di abuso più che documentato; nonché da problemi come il caporalato, altro oggetto di recenti riforme nel Jobs Act.
Buoni lavoro voucher Inps, cambiare il Jobs act: combattere il lavoro nero
Ma la soluzione della disoccupazione giovanile e del lavoro nero è davvero rappresentata dall’abolizione dei buoni lavoro voucher Inps?
Il deterrente scelto dal Governo per combattere il lavoro nero sarebbe abbassare a 5 mila euro il tetto massimo ricevuto dal singolo lavoratore: l’attuale normativa impone un massimo di 7 mila euro.
I rischi sono molteplici, poiché oggi il sistema dei voucher riguarda tutto il lavoro accessorio e non solamente studenti e pensionati come era concepito inizialmente, per cui si avrebbe un effetto a catena notevole. Inoltre, l’impennata avutasi nell’uso dei buoni dalla riforma Fornero ad oggi, dimostra quanto sia capillarmente ramificato.
Altro deterrente utilizzato dal governo a partire dal Decreto legislativo 185/2016, correttivo del Jobs act e in vigore dall’8 ottobre scorso, è stata la forte sanzione inflitta ai datori di lavoro che utilizzano voucher senza comunicazione: l’Ispettorato del lavoro almeno deve ricevere notizia di inizio almeno 60 minuti prima dell’inizio di ciascuna prestazione, con sms o messaggio di posta elettronica. È comunque utile ricapitolare in cosa consistano i voucher e quanto valgano attualmente.
Buoni lavoro voucher Inps: cosa non cambia
I buoni lavoro voucher INPS consistono nel compenso per la prestazione di un lavoro occasionale svolto da un qualsiasi tipo di lavoratore ad un beneficiario che li acquista all’INPS: è lavoro accessorio, per cui dà luogo a una retribuzione complessiva che attualmente non può superare le 7 mila euro per il singolo lavoratore e i 2 mila euro per il singolo datore di lavoro nell’intero anno civile. I carnet di buoni sono esenti da imposizione fiscale e non incidono sullo status di disoccupato, o inoccupato.
Il valore del singolo voucher è di 10 € e suoi multipli, con un carnet di massimo 25 buoni da 50 €. Riguardo alle ritenute bisogna considerare:
- 13% di contributi INPS fissi;
- 0,7 di contributi INAIL;
- 0,5% di costo concessionario per la gestione del voucher;
L’11 gennaio sarà la Corte Costituzionale a decidere se correggere o meno il Jobs act sul lavoro accessorio, per cui, attendiamo ulteriori sviluppi.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Abolizione buoni lavoro voucher INPS si o no?