Reddito di cittadinanza e quota 100, futuro in bilico per le due misure. Riforma delle pensioni e del lavoro restano le grandi incognite del 2020, dopo la crisi di Governo che ha portato alle dimissioni del Premier Giuseppe Conte.
Reddito di cittadinanza e quota 100, quale sarà il destino delle due misure nel 2020? Le incognite sulla riforma delle pensioni e del lavoro introdotte dal Governo Lega-M5S restano molte.
Dopo la crisi di Governo e le dimissioni del Premier Giuseppe Conte sono molte le domande su chi predisporrà la Manovra economica. Reddito di cittadinanza e quota 100 si legano a doppio filo con quella che sarà la Legge di Bilancio 2020.
Mentre arrivano i primi dati su quello che si potrebbe definire come l’insuccesso di quota 100, ed il reddito di cittadinanza resta soltanto una misura di mero assistenzialismo economico, già si parla del dirottamento dei risparmi relativi alle due misure verso un decreto per evitare l’aumento dell’IVA.
I 23 miliardi di euro già ipotecati e necessari per evitare l’attivazione delle clausole di salvaguardia potrebbero portare ad una nuova riforma sia in merito alle pensioni e alla quota 100 che per quel che riguarda reddito e pensione di cittadinanza. Il 2020 si presenta ad oggi pieno di ombre.
Quota 100: verso una nuova riforma delle pensioni nel 2020?
Lo scenario è tutto in divenire e per due delle misure più care agli ormai ex alleati, Lega e M5S, il futuro è condizionato dall’evoluzione della crisi di Governo.
Sulla stampa si parla ormai da giorni dell’ipotesi che reddito di cittadinanza e quota 100 non siano confermati nel 2020. Si tratterebbe certo di una scelta estremamente impopolare e quindi si fa avanti la possibilità che le due riforme su pensioni e lavoro vengano mantenute ma con modifiche rilevanti.
Pur consapevoli che il loro destino sarà collegato alle scelte su possibili nuove alleanze o alla possibilità di elezioni anticipate, ad essere più a rischio ad oggi è quota 100, la riforma voluta fortemente dalla Lega che tuttavia non ha avuto gli effetti sperati.
Le domande sono state ben inferiori alle aspettative e, secondo gli ultimi dati, l’effetto del pensionamento anticipato non è stato quello ipotizzato: alle uscite non sono corrisposti nuovi e pari ingressi nel mondo del lavoro. Al contrario, le imprese cercano di evitare che la quota 100 porti all’esodo di massa dei lavoratori più qualificati e con esperienza.
C’è da ricordare, poi, che la quota 100 è solo il primo passo di una riforma delle pensioni annunciata a gran voce dal Governo e soprattutto dall’ala leghista: nel 2020 era atteso l’avvio della quota 41, la pensione anticipata per i lavoratori precoci.
Se è vero che è questa l’urgenza maggiore sul fronte previdenziale, è possibile che la Legge di Bilancio 2020 sarà impegnata proprio su questo fronte, ovvero garantire la possibilità di uscita dal mondo del lavoro ai tanti che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi ma che, alle attuali condizioni, restano obbligati a lavorare fino al perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi per la pensione anticipata o di vecchiaia.
Reddito di cittadinanza salvo con alleanza M5S-PD, ma resta inattuata la riforma delle politiche attive
L’attuale scenario politico fa pensare che per il reddito di cittadinanza non vi sia, almeno per il momento, il rischio di un’abolizione dal 2020. Ipotizzando che la crisi di Governo venga risolta con un alleanza tra M5S e PD, è verosimile che i primi pongano un veto proprio sulla propria misura portabandiera.
Bisogna però sottolineare come ad oggi il reddito di cittadinanza è tutt’altro che attivo a pieno regime: manca la parte più importante della misura, ovvero l’attuazione della riforma di politica attiva del lavoro che dovrebbe consentire ai percettori del sussidio di reinserirsi nel mondo lavorativo.
Ed è proprio sul punto che la Legge di Bilancio 2020 potrebbe intervenire, senza tuttavia mettere a rischio l’attuale assetto assistenzialista del reddito di cittadinanza.
Possibili novità potrebbero invece riguardare la pensione di cittadinanza: tra le ipotesi, avanza quella di una revisione dello strumento in parallelo al riordino delle pensioni di assistenza (pensione sociale, di invalidità e trattamenti minimi).
Reddito di cittadinanza e quota 100, un tesoretto utile per scongiurare l’aumento IVA
Tutto il dibattito su abolizione o conferma di reddito di cittadinanza e quota 100 si lega in maniera inevitabile ad uno degli impegni maggiori dell’autunno: reperire le risorse necessarie per evitare che dal 1° gennaio 2020 scatti l’aumento dell’IVA.
Se ad oggi nessuno ha fornito soluzioni su come reperire i 23 miliardi di euro per la sterilizzazione totale delle clausole IVA, avanza l’ipotesi di una sospensione parziale da attuare mediante un decreto ad hoc che allontani il rischio aumenti almeno fino al mese di aprile.
Le coperture in tal caso ci sarebbero, seppur in parte: 3 miliardi di euro in tutto, relativi per metà ai risparmi di quota 100 e reddito di cittadinanza e per metà dal disegno di legge sull’assestamento di bilancio di inizio luglio, che aveva già congelato i risparmi delle due misure per evitare la procedura di infrazione UE.
Si tratterebbe di una soluzione tampone che sembra però la strada più percorribile ad oggi.
La parziale attuazione del reddito di cittadinanza e l’insuccesso di quota 100 potrebbero salvare l’Italia dall’aumento IVA previsto da gennaio.
Le criticità delle due riforme necessitano però di essere superate, ed è con la presentazione della nota di aggiornamento al DEF entro il 27 settembre 2019 che sarà chiaro quale destino spetta alle due misure principe di un Governo arrivato ormai ufficialmente al capolinea.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Reddito di cittadinanza e quota 100: quale futuro per riforma pensioni e lavoro?