I prossimi interventi in materia di previdenza punteranno anche a potenziare la pensione complementare. In arrivo un nuovo periodo di silenzio-assenso per la destinazione del TFR ai fondi pensione
Uno degli obiettivi del Governo in vista della prossima Manovra di bilancio è il rafforzamento della previdenza complementare.
La conferma arriva anche nel piano strutturale di bilancio presentato al Parlamento.
Tra le ipotesi in campo si fa largo quella relativa all’introduzione di un nuova fase di silenzio-assenso per destinare il TFR ai fondi di pensione complementare.
Una mancata esplicita opposizione da parte del lavoratore comporterebbe quindi l’automatica destinazione del trattamento di fine rapporto ai fondi di previdenza integrativa.
Per rimanere sempre aggiornati sulle ultime novità fiscali e del lavoro è possibile iscriversi gratuitamente al canale YouTube di Informazione Fiscale:
Pensioni 2025: ipotesi nuovo silenzio-assenso per la destinazione del TFR
Cominciano ad entrare nel vivo i lavori per la prossima Legge di Bilancio e tra questi anche gli interventi relativi alla previdenza.
Le pensioni rappresenteranno un elemento importante della nuova Manovra come evidenziato dalla stessa Premier Meloni e confermato dal piano strutturale di bilancio (PSB) approvato in CdM e presentato in Parlamento.
Tra le possibili misure in campo c’è anche il rafforzamento della previdenza complementare, un obiettivo annunciato da tempo da parte del Governo, che mira a rilanciare il secondo pilastro del sistema previdenziale.
“L’obiettivo è di introdurre soluzioni volte a potenziare il pilastro pensionistico complementare, promuovendo una maggiore adesione ai fondi pensione su base volontaria e, nel contempo, la destinazione del montante maturato a rendita pensionistica.”
A questo proposito una delle ipotesi riguarda una nuova fase di silenzio-assenso, in modo tale da destinare il trattamento di fine rapporto ai fondi di pensione complementare su base volontaria.
Una proposta sulla scia di quanto suggerito dalla Lega, ma che si basa su un meccanismo di volontarietà e non di obbligo (la proposta della Lega prevede di destinare obbligatoriamente il 25 per cento del TFR alla previdenza complementare).
In sostanza i lavoratori e le lavoratrici che non si oppongono esplicitamente, chiedendo di lasciare il TFR in azienda, si vedranno automaticamente destinare il trattamento nei fondi integrativi.
“Una riapertura di un semestre di silenzio-assenso è una cosa che io sostengo e credo sia necessaria.”
Questo il commento della Ministra del Lavoro Marina Calderone, in occasione del Meeting di Rimini a fine agosto.
Pensioni 2025: il nodo delle risorse
Come sottolineato dalla stessa Ministra, sulle pensioni è in atto un confronto tra il Ministero del Lavoro e il MEF in in vista delle valutazioni che porteranno alla redazione della Legge di Bilancio.
La questione di fondo, come per gli altri interventi in cantieri, è quella legata alle effettive risorse economiche a disposizione. La coperta è corta e non si potrà fare tutto.
La sostenibilità dei conti, infatti, è un punto centrale, evidenziato anche dall’INPS nel rapporto annuale: alta speranza di vita, la bassa natalità e con l’età media di pensionamento (64,2) troppo bassa rispetto all’età “legale” (67) servono interventi di contenimento della spesa.
Come si legge nel documento con il piano strutturale di bilancio è un obiettivo a cui si intende arrivare potenziando le politiche per la famiglia, per sostenere la natalità e la genitorialità, ma anche allungando la vita lavorativa di cittadini e cittadine con incentivi per restare al lavoro, sia nel privato sia nel pubblico.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pensioni 2025: nuovo silenzio-assenso per la destinazione del TFR