Pensioni 2025: ipotesi nuovo silenzio-assenso per la destinazione del TFR

Francesco Rodorigo - Pensioni

Continuano i lavori in materia di previdenza in vista della prossima Legge di Bilancio. Si fa largo l'ipotesi di un nuovo periodo di silenzio-assenso per la destinazione del TFR ai fondi complementari

Pensioni 2025: ipotesi nuovo silenzio-assenso per la destinazione del TFR

Il rafforzamento della previdenza complementare è uno degli obiettivi del Governo in vista della prossima Manovra di bilancio.

Tra le ipotesi in campo si fa largo quella relativa all’introduzione di un nuova fase di silenzio-assenso per destinare il TFR ai fondi di pensione complementare.

La mancata esplicita opposizione da parte del lavoratore comporterebbe quindi l’automatica destinazione del trattamento di fine rapporto ai fondi di previdenza integrativa.

Pensioni 2025: ipotesi nuovo silenzio-assenso per la destinazione del TFR

Cominciano ad entrare nel vivo i lavori per la prossima Legge di Bilancio e tra questi anche gli interventi relativi alla previdenza.

Le pensioni dovrebbero rappresentare un elemento importante della nuova Manovra come evidenziato dalla stessa Premier Meloni, la quale ha confermato che sarà data priorità alle imprese che assumono, alle famiglie e ai pensionati in difficoltà.

Tra le possibili misure in campo c’è anche il rafforzamento della previdenza complementare, un obiettivo annunciato da tempo da parte del Governo, che mira a rilanciare il secondo pilastro del sistema previdenziale.

A questo proposito una delle ipotesi riguarda una nuova fase di silenzio-assenso, in modo tale da destinare il trattamento di fine rapporto ai fondi di pensione complementare su base volontaria.

Una proposta sulla scia di quanto suggerito dalla Lega, ma che si basa su un meccanismo di volontarietà e non di obbligo (la proposta della Lega prevede di destinare obbligatoriamente il 25 per cento del TFR alla previdenza complementare).

In sostanza i lavoratori e le lavoratrici che non si oppongono esplicitamente, chiedendo di lasciare il TFR in azienda, si vedranno automaticamente destinare il trattamento nei fondi integrativi.

“Una riapertura di un semestre di silenzio-assenso è una cosa che io sostengo e credo sia necessaria, perché uno degli elementi che ha costituito una scarsa appetibilità della previdenza complementare, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, è il fatto che non è stata spiegata bene, non è ben compresa.”

Questo il commento di qualche giorno fa da parte della Ministra del Lavoro Marina Calderone, intervenuta al Meeting di Rimini.

Pensioni 2025: il nodo delle risorse

Come sottolineato dalla stessa Ministra, sulle pensioni è in atto un confronto tra il Ministero del Lavoro e il MEF in in vista delle valutazioni che porteranno alla redazione della Legge di Bilancio.

“C’è un dibattito aperto perché da un lato c’è da mettere al sicuro la sostenibilità dei nostri conti e dei conti pensionistici e dall’altro dare le risposte soprattutto per le giovani generazioni.”

La questione di fondo, come per gli altri interventi in cantieri, è quella legata alle effettive risorse economiche a disposizione. La coperta è corta e non si potrà fare tutto.

Senza contare il futuro di quota 103 e delle altri strumenti per l’uscita anticipata in scadenza a dicembre, tra gli interventi in materia di previdenza che il Governo ha intenzione di rinnovare, come sottolineato dalla Premier Meloni, c’è anche la rivalutazione delle pensioni e in particolare delle minime, con adeguamento al 120 per cento.

Un quadro più completo della situazione si avrà già nei prossimi giorni, quando il MEF illustrerà il Piano strutturale di bilancio di medio termine, il nuovo documento che l’Italia dovrà presentare alla Commissione Europea entro il 20 settembre e che dal prossimo anno potrebbe sostituire DEF e NADEF.

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