Crisi d’impresa: approvato il decreto con le correzioni al codice

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Approvato in Consiglio dei Ministri il terzo decreto correttivo del codice della crisi d'impresa dell'insolvenza. Novità per la composizione negoziata e per l’albo dei Gestori che diventa un semplice elenco. Soddisfazione da parte dei commercialisti

Crisi d'impresa: approvato il decreto con le correzioni al codice

Arriva il via libera da parte del Consiglio dei Ministri al nuovo decreto con correzioni e integrazioni al codice della crisi d’impresa.

Il CdM nella riunione del 10 giugno ha infatti approvato in via preliminare lo schema di decreto legislativo che apporta una serie di novità al testo originale, dalla revisione del meccanismo della segnalazione anticipata per l’emersione della crisi di impresa alla composizione negoziata.

Tra le modifiche approvate, con soddisfazione del CNDCEC, anche quella che trasforma l’albo dei gestori in elenco con un riconoscimento delle prerogative degli Ordini professionali.

Crisi d’impresa: approvato il decreto con le correzioni al codice

Tra le novità sul tavolo della riunione del Consiglio dei Ministri di ieri, 10 giugno 2024, ci sono anche le modifiche al codice della crisi e dell’insolvenza.

Il CdM ha approvato in esame preliminare lo schema di decreto legislativo con disposizioni integrative e correttive al Dlgs n. 14 del 2019.

Si tratta del terzo decreto correttivo apportato al codice e si inserisce nel quadro degli impegni assunti con il PNRR. Come si legge nel comunicato stampa ufficiale del Governo, il provvedimento conta più di 50 articoli volti a:

  • correggere alcuni difetti di coordinamento normativo emersi a seguito dei precedenti correttivi;
  • emendare alcuni errori materiali;
  • aggiornare i riferimenti normativi;
  • fornire chiarimenti ad alcuni dubbi interpretativi emersi in sede di applicazione del codice.

Grande soddisfazione anche da parte dei commercialisti:

“il decreto correttivo del codice della crisi approvato oggi dal Consiglio dei ministri, con cui si chiarisce e migliora il testo del decreto legislativo del 2019, rappresenta una svolta fondamentale per la piena riuscita dello stesso codice. Le modifiche apportate al testo sono estremamente significative, sia per i professionisti ordinistici impegnati nella gestione della crisi di impresa, sia per la riuscita di alcuni nuovi istituti previsti dal codice.”

Questo il commento di Elbano De Nuccio, presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), il quale, come riportato nel comunicato stampa dell’11 giugno, ha sottolineato come alcune delle novità contenute nel decreto correttivo siano state fortemente volute dai commercialisti e che le modifiche apportate al testo consentiranno di superare ampiamente importanti criticità alla base della prima stagione del codice della crisi.

Codice della crisi d’impresa: le principali novità del decreto correttivo

Tra le principali novità apportare al codice ci sono le modifiche all’articolo 25-octies in cui viene rivisto il meccanismo della segnalazione anticipata per l’emersione della crisi di impresa.

In particolare, come sottolineato anche dai commercialisti, la riformulazione di tale articolo prevede l’attenuazione o anche l’esclusione della responsabilità per i sindaci che siano attivati tempestivamente con la segnalazione all’organo amministrativo, ma anche che circoscrive in modo adeguato i termini e le condizioni per considerare tempestiva tale segnalazione: 60 giorni dalla conoscenza effettiva (e non dalla teorica conoscibilità) delle condizioni di crisi.

Novità anche per quanto riguarda il ruolo dei professionisti coinvolti. In particolare, all’articolo 356 del codice, l’albo dei Gestori diventa un semplice elenco, con un riconoscimento delle prerogative degli Ordini professionali. Come precisato da De Nuccio:

“Si differenziano così i professionisti ordinistici da quanti non lo sono: per loro viene finalmente meno l’obbligo del tirocinio attualmente previsto nel testo vigente.”

Inoltre, vengono ridotti gli obblighi di aggiornamento e si dispone che gli ordini professionali possano stabilire criteri di equipollenza tra l’aggiornamento biennale e i corsi di formazione professionale continua.

Infine, un’altra novità riguarda la composizione negoziata. Nel codice entra la disciplina di accordi transattivi per i crediti tributari, la quale, evidenzia De Nuccio, poiché si tratta di un accordo di natura privatistica che viene validato dal tribunale con i creditori pubblici, favorirà la diffusione della composizione negoziata e la riuscita delle trattative nei casi in cui l’indebitamento principale sia verso l’Erario.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network