Controlli fiscali sui dati pubblicati sui social per combattere l’evasione? La parola a lettrici e lettori

Rosy D’Elia - Fisco

Si parla spesso della possibilità di usare i dati pubblicati sui social come base per effettuare controlli fiscali, di recente anche lo stesso Viceministro all'Economia e alle Finanze Maurizio Leo l'ha indicata come potenziale strada da seguire. Rischio per la privacy o giusta strategia anti evasione? La parola a lettrici e lettori: risposta al sondaggio direttamente nel box e commenti via mail

Controlli fiscali sui dati pubblicati sui social per combattere l'evasione? La parola a lettrici e lettori

Si va sempre di più verso un Fisco amico, anche sui social network. E una vacanza alle Maldive rischia di attirare non solo l’attenzione dei propri contatti ma anche quella dell’Amministrazione finanziaria.

Negli ultimi anni è tornata spesso in campo l’ipotesi di utilizzare il flusso informativo che deriva dalla narrazione web delle nostre giornate per misurare il tenore di vita.

Lo stesso viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo a fine gennaio, parlando delle verifiche su professionisti e imprenditori e sull’elaborazione delle proposte di concordato preventivo biennale, ha sottolineato che è già aperto il cantiere organizzativo per prendere in considerazione le informazioni pubblicate dagli utenti su vacanze, ristoranti e altri elementi nel dialogo tra Fisco-contribuenti ed è già stato avviato un confronto con il Garante della privacy.

Il tema della protezione dei dati personali è centrale e delicato, come ha ammesso lo stesso Leo. È giusto battere anche la strada dei social per contrastare l’evasione o c’è solo il rischio di una invasione nella sfera privata?

La parola passa a lettrici e lettori chiamati a dare la loro opinione cliccando su “partecipa al sondaggio” nel box.

Controlli fiscali sui social

Sei d'accordo?

L’invito è anche quello di approfondire la risposta con commenti, motivazioni e considerazioni inviando una mail con oggetto “Controlli fiscali social - sondaggio” all’indirizzo [email protected].

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Controlli fiscali anche sui dati pubblicati sui social: rischio privacy o strategia di contrasto all’evasione?

Il concetto di amicizia che il Governo ha più volte associato al Fisco nell’ambito dei lavori di riforma fiscale sembra avere un’accezione del tutto contemporanea: vuol dire, prima di tutto, essere in contatto negli spazi virtuali, che non si possono più scindere da quelli reali.

Ma l’ipotesi di controlli fiscali anche sui social non è né del tutto nuova o isolata, né priva di fondamento.

Come sottolineato dall’autore Giovambattista Palumbo su queste pagine, ad esempio, negli anni scorsi anche la Francia ha istituito un sistema di monitoraggio per verificare la congruenza fra le dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti persone fisiche ed il loro reale tenore di vita.

Lo scorso gennaio il viceministro all’Economia e alle Finanza Maurizio Leo, parlando della necessità di avere un quadro più completo di elementi su professionisti e imprenditori, ha fatto riferimento alla tecnica del data scraping, ovvero della raccolta automatica dei dati, per recuperare informazioni utili dai social.

Una soluzione già individuata nel 2022 dal Dipartimento delle Finanze tra le strategie di risk management da adottare mettendo in atto la riforma dell’amministrazione fiscale prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

D’altronde negli ultimi dati il panorama dei dati a disposizione e le potenzialità del loro utilizzo vengono sempre più indicate come il deus ex machina che dovrà essere calato nel sistema di controlli fiscali per erodere quegli 80-100 miliardi di evasione indicati da Maurizio Leo nella stessa occasione.

I social sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate per i controlli fiscali? Il cantiere è aperto

Non a caso “il potenziamento dell’analisi del rischio, il ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale, nel rispetto della disciplina dell’Unione europea sulla tutela dei dati personali” hanno trovato posto anche nella legge delega della riforma fiscale che è entrata in vigore lo scorso agosto e a cui il Governo sta lavorando.

Ma in realtà il terreno per poter mettere in atto i controlli fiscali sui social è già potenzialmente pronto: come sottolineato su queste pagine dall’esperto privacy Antonio Ciccia Messina, il concetto di “dati e notizie comunque raccolti o venuti a conoscenza” che possono essere utilizzati come base per gli accertamenti fiscali, nel rispetto delle regole previste dal DPR numero 600 del 1973, cambia nel tempo.

E anche le informazioni che derivano dai social sono ormai state “sdoganate” in ambito giuridico.

Resta, senza dubbio, la necessità di stabilire modalità e limiti per non compromettere la tutela della privacy: nella vita (dei social network e non solo) il confine tra amicizia e inimicizia può essere molto labile. E i rapporti con il Fisco non fanno eccezione.

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