Con le dimissioni del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il rinnovo dell'opzione donna potrebbe essere a rischio. Vediamo perché.
Con l’inizio della crisi di Governo, molti italiani stanno iniziando a domandarsi se la proroga dell’opzione donna è a rischio.
Ora che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha presentato le sue dimissioni al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, infatti le sorti di alcune misure introdotte dal Governo giallo-verde per favorire il pensionamento anticipato sono incerte.
Se quota 100 non dovrebbe correre grossi rischi, visto che la misura è stata varata per tre anni e le coperture sono già state approvate nella Legge di bilancio 2019, il rinnovo dell’opzione donna sembra essere più incerto.
Proroga opzione donna, a rischio con la crisi di Governo?
La proroga dell’opzione donna con l’inizio della crisi di Governo potrebbe essere a rischio.
Questo perché il Governo giallo-verde aveva deciso di prorogare per tutto il 2019 il “regime sperimentale donna” al fine di consentire alle lavoratrici dipendenti ed autonome di andare in pensione anticipata con il metodo del ricalcolo contributivo.
A fine anno però la proroga dell’opzione donna scadrà e se il Governo M5s-Lega si era sempre detto favorevole al rinnovo, non è detto che un nuovo Governo decida di prorogare nuovamente l’opzione donna.
Questo perché il nuovo Governo dovrà capire a quanto ammontano le coperture necessarie per rifinanziare la misura per il 2020.
Dovremmo quindi attendere che il nuovo Governo si instauri per capire se il regime sperimentale donna verrà rinnovato o meno.
Opzione donna: chi può beneficiarne?
Possono beneficiare dell’opzione donna tutte le lavoratrici dipendenti ed autonome che hanno compiuto rispettivamente 58 e 59 anni di età e che hanno versato almeno 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2018.
Le lavoratrici conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi:
- 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;
- 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.
Le lavoratrici del comparto scuola e dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM), invece, al ricorrere dei requisiti, possono conseguire il trattamento pensionistico rispettivamente a decorrere dal 1° settembre e dal 1° novembre 2019.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rinnovo opzione donna: la proroga è a rischio con la crisi di Governo?