Come funziona la richiesta di permesso di soggiorno per lavorare in smart working dall'Italia? Le istruzioni e i requisiti per i nomadi digitali non comunitari
Il nuovo decreto del Ministero dell’Interno ha definito le regole per l’ingresso in Italia di nomadi digitali non comunitari.
Questa particolare categoria di lavoratori e lavoratrici svolge attività altamente qualificate da remoto e ha la possibilità di entrare nel Paese al di fuori delle quote previste dal decreto flussi.
Quali sono i passaggi necessari per ottenere il permesso di soggiorno? E quali sono i requisiti specifici per poter fare domanda?
Nomadi digitali: come ottenere il permesso di soggiorno per lo smart working
Le regole per l’ingresso e il soggiorno in Italia dei nomadi digitali extra UE sono state definite all’interno del nuovo decreto interministeriale 29 febbraio 2024 pubblicato a inizio aprile in Gazzetta Ufficiale.
Con il termine “nomadi digitali” si definiscono i lavoratori e le lavoratrici non comunitarie che svolgono attività lavorativa altamente qualificata in smart working.
A questa particolare categoria è concesso l’ingresso in Italia anche al di fuori delle quote previste nell’ambito del decreto flussi. Non è richiesto, infatti, il nulla osta provvisorio né quello al lavoro. Nei loro confronti viene rilasciato un permesso di soggiorno della durata di un anno, rinnovabile.
Il decreto illustra anche i vari passaggi necessari per presentare la richiesta e ottenere il visto.
Il permesso di soggiorno è rilasciato secondo le modalità previste nel testo unico sull’immigrazione (Dlgs n. 286/1998) e nel relativo regolamento di attuazione.
In particolare, l’ingresso è consentito se viene dimostrato il possesso dell’idonea documentazione a conferma dello scopo e delle condizioni del soggiorno, così come la disponibilità di mezzi di sussistenza sufficienti per la durata del soggiorno.
I nomadi digitali muniti di visto di ingresso che arrivano in Italia devono richiedere il permesso di soggiorno direttamente alla questura della provincia in cui si trovano. L’adempimento deve essere effettuato entro 8 giorni dall’ingresso nel Paese.
Nomadi digitali: condizioni per ottenere il permesso di soggiorno
Il documento rilasciato riporterà la specifica dicitura “nomade digitale – lavoratore da remoto”. Come anticipato, ha validità per un anno e può essere rinnovato se vengono mantenuti i requisiti necessari.
I lavoratori e le lavoratrici devono mostrare la documentazione presentata al momento della richiesta del visto, vidimata dalla rappresentanza diplomatica consolare a comprova del rilascio del permesso di soggiorno.
Il permesso non viene rilasciato, o viene revocato, nel caso in cui vengano meno i requisiti o le condizioni necessarie, tra cui il rispetto delle disposizioni agli articoli 4 e 5 del testo unico e le disposizioni di carattere fiscale e contributivo vigenti nell’ordinamento nazionale.
Inoltre, il permesso non è concesso se il datore di lavoro risulta essere stato condannato negli ultimi 5 anni per reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e impiego di stranieri privi di permesso di soggiorno (art. 22, comma 5 -bis del testo unico).
La questura poi comunica il rilascio del permesso di soggiorno e trasmette una copia del contratto di lavoro o collaborazione al competente Ispettorato territoriale del lavoro per le verifiche di competenza. Lo trasmetterà poi anche all’INPS e all’INAIL.
Per quanto riguarda la sicurezza sociale, nei confronti dei nomadi digitali si applicano le disposizioni delle convenzioni bilaterali in materia stipulate tra l’Italia e il Paese terzo interessato. In assenza si applica la disciplina italiana.
Al rilascio del permesso di soggiorno viene generato e comunicato anche il codice fiscale. I nomadi digitali, infine, devono richiedere anche l’attribuzione di un numero di partita IVA.
Ai nomadi digitali che ottengono il permesso di soggiorno è riconosciuto anche il ricongiungimento dei familiari, i quali riceveranno un visto di durata pari a quello del lavoratore.
Nomadi digitali: i requisiti per ottenere il permesso di soggiorno
Come detto i nomadi digitali sono i lavoratori e le lavoratrici che svolgono attività altamente qualificate da remoto. Ci sono però particolari requisiti da rispettare come indicato all’articolo 3 del decreto. L’ingresso e il soggiorno, infatti, è consentito ai lavoratori e alle lavoratrici in possesso:
- di un reddito minimo annuo non inferiore al triplo del livello minimo previsto per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria;
- di un’assicurazione sanitaria per cure mediche e ricovero ospedaliero valida per il territorio nazionale e per il periodo del soggiorno;
- della documentazione relativa alle modalità di sistemazione alloggiativa;
- di un’esperienza pregressa di almeno 6 mesi nell’ambito dell’attività lavorativa svolta da remoto;
- del contratto di lavoro/collaborazione o la relativa offerta vincolante.
Ai fini della verifica del requisito legato all’assenza di condanne del datore di lavoro, i nomadi digitali, al momento della domanda di visto presso l’ufficio diplomatico consolare competente, devono presentare una dichiarazione sottoscritta dal datore di lavoro, corredata dalla copia di un documento di riconoscimento in corso di validità, che attesti l’assenza di condanne a suo carico, negli ultimi 5 anni.
Per tutti gli altri dettagli si rimanda al testo integrale del decreto interministeriale del 29 febbraio 2024.
- Decreto interministeriale del 29 febbraio 2024
- Modalità e requisiti per l’ingresso ed il soggiorno dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea che svolgono un’attività lavorativa altamente qualificata attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici che consentono di lavorare da remoto.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Nomadi digitali: come ottenere il permesso di soggiorno per lo smart working