Decreto Milleproroghe 2024, rottamazione e ravvedimento speciale con nuove scadenze

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazioni e adempimenti

Decreto Milleproroghe al centro della settimana compresa tra il 12 e il 17 febbraio 2024. Dalla legge di conversione si attende la riapertura della rottamazione quater e del ravvedimento speciale. Confermata l'esenzione IRPEF agricola, ma con un doppio limite di reddito. Emergono intanto le criticità della riforma fiscale

Decreto Milleproroghe 2024, rottamazione e ravvedimento speciale con nuove scadenze

Decreto Milleproroghe 2024 protagonista della settimana che si avvia alla conclusione.

Intensi i lavori che hanno portato alla chiusura del testo da parte della Commissione Bilancio della Camera, in vista del voto definitivo atteso per lunedì 19 febbraio.

Dalla revisione delle scadenze della rottamazione quater, fino alla riapertura del ravvedimento speciale, nella legge di conversione del decreto Milleproroghe 2024 troveranno spazio numerose novità fiscali.

Tra queste anche la conferma dell’esenzione in materia di IRPEF agricola, riservata però esclusivamente ai titolari di redditi dominicali e agrari entro il limite di 10.000 euro. Per le somme superiori, entro la soglia di 15.000 euro, si va invece verso il dimezzamento dell’imposta dovuta.

In materia di IRPEF emergono inoltre alcune criticità non di poco conto sul fronte della riforma introdotta per il 2024, che finirà con l’avvantaggiare i più ricchi, penalizzando invece il cosiddetto ceto medio.

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Decreto Milleproroghe 2024, nuove scadenze per rottamazione quater e ravvedimento speciale: si riapre la tregua fiscale

Ammontano a 6,8 miliardi gli incassi della rottamazione quater delle cartelle, una delle misure cardine del progetto di tregua fiscale introdotto nel 2023 dal Governo Meloni.

L’obiettivo dell’Esecutivo è tuttavia massimizzare le entrate derivanti dalla definizione agevolata, ragion per cui con la conversione in legge del decreto Milleproroghe 2024 sarà ridefinito il calendario delle scadenze, con un intervento di proroga sul termine di fine febbraio e con la riapertura anche ai decaduti per il mancato versamento delle rate dovute.

Nel dettaglio, l’emendamento approvato in Commissione e parte delle modifiche che saranno sottoposte al voto della Camera lunedì 19 febbraio fissa al 15 marzo 2024 la scadenza della terza rata della rottamazione quater in calendario il 28 febbraio.

Termine ultimo il 15 marzo anche per i decaduti dalla definizione agevolata a causa dell’omesso versamento delle rate dovute originariamente entro i mesi di ottobre e novembre, per le quali già era stata disposta la riapertura con scadenza fissata al 18 dicembre scorso.

Tregua fiscale protagonista del decreto Milleproroghe 2024 anche sul fronte delle novità in arrivo sul ravvedimento speciale, per il quale sarà prevista la possibilità di regolarizzare fino al 31 marzo 2024 l’omesso versamento delle sanzioni ridotte a un diciottesimo del minimo.

Non solo revisione delle scadenze ma anche delle violazioni ammesse al ravvedimento operoso speciale, che sarà aperto alle dichiarazioni relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022.

Il decreto Milleproroghe 2024 conferma l’esenzione IRPEF agricola, ma con limite di reddito

Al centro della discussione che ha portato agli ultimi correttivi anche l’esenzione dell’IRPEF agricola.

Dopo le richieste al Governo avanzate nell’ambito della protesta dei trattori, la legge di conversione del DL Milleproroghe 2024 confermerà l’agevolazione per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.

L’emendamento presentato il 13 febbraio dall’Esecutivo prevede nel dettaglio che per gli anni 2024 e 2025 non concorreranno alla formazione del reddito complessivo i redditi dominicali e agrari nelle seguenti percentuali:

  • esenzione integrale per i redditi fino a 10.000 euro;
  • esenzione del 50 per cento per i redditi oltre i 10.000 euro e fino a 15.000 euro;
  • nessuna esenzione oltre i 15.000 euro.

A beneficiarne saranno coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola. Saranno escluse le società agricole di persone, SRL e cooperative, che hanno esercitato l’opzione per la tassazione dei redditi su base catastale.

Nessuna apertura invece sul fronte dello sgravio contributivo per gli agricoltori under 40, venuto meno per le nuove iscrizioni alla previdenza agricola a decorrere dal 1° gennaio 2024.

Riforma IRPEF 2024, premiati i “super ricchi”

IRPEF al centro anche sul fronte dell’analisi sull’impatto della riforma avviata dal 1° gennaio 2024.

Il decreto legislativo 216/2023 ha previsto una franchigia sulle detrazioni IRPEF per i titolari di somme superiori a 50.000 euro, pari a 260 euro e corrispondente al risparmio massimo d’imposta spettante superato il primo scaglione IRPEF.

Obiettivo della misura è evitare che a beneficiare del risparmio in termini di minore IRPEF dovuta siano anche i titolari di redditi più elevati.

L’effetto reale è tuttavia opposto proprio per i più ricchi.

La nuova franchigia si aggiunge infatti al taglio delle detrazioni già previsto da alcuni anni per i titolari di redditi compresi tra i 120.000 euro e i 240.000 euro, soglia superata la quale viene meno il diritto alle detrazioni fiscali.

E quindi, sopra i 240.000 euro di reddito, non potrà applicarsi la franchigia di 260 euro sulle detrazioni spettanti, con la conseguenza che sui redditi più elevati sarà riconosciuto il risparmio IRPEF pari alla medesima somma di 260 euro.

La riforma IRPEF è quindi partita con non poche criticità, creando di fatto un sistema che finisce con il penalizzare i titolari di redditi medio-alti, mentre avvantaggia paradossalmente i “super ricchi”.

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