Opzione Donna: i requisiti per andare in pensione nel 2024, cosa cambia con la Legge di Bilancio

Francesco Rodorigo - Pensioni

Opzione Donna resta in vigore anche nel 2024 ma con requisiti più stringenti. Aumenta a 61 anni l'età minima per l'accesso alla pensione anticipata. Le novità nella Legge di Bilancio 2024

Opzione Donna: i requisiti per andare in pensione nel 2024, cosa cambia con la Legge di Bilancio

Cambiano i requisiti per andare in pensione con Opzione Donna nel corso del 2024.

La misura resta in vigore dopo l’ipotesi di una mancata conferma, ma aumenta il requisito anagrafico.

Le donne appartenenti alle categorie individuate dalla normativa potranno accedere allo strumento al compimento dei 61 anni d’età.

La novità è prevista dalla Legge di Bilancio 2024. Potranno accedere alla pensione anticipata le lavoratrici con almeno 61 anni d’età e 35 di contributi, che sono state licenziate o sono dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero, che assistono da almeno 6 mesi persone disabili conviventi oppure che hanno una disabilità oltre il 74 per cento.

Opzione Donna: i requisiti per andare in pensione nel 2024, cosa cambia con la Legge di Bilancio

Il percorso del capitolo della Legge di Bilancio 2024 dedicato alla previdenza è stato uno dei più tortuosi e complessi. Nel corso dei lavori, infatti, si è discusso molto delle pensioni, soprattutto quelle anticipate.

Dopo una serie di ipotesi, che prevedevano anche l’eliminazione delle misure come Opzione Donna e Ape Sociale, il Governo ha optato per una conferma ma con una stretta sui requisiti di accesso.

Una stretta che per quanto riguarda Opzione Donna, si aggiunge già a quella operata dalla Legge di Bilancio 2023 che ha ristretto la platea delle lavoratrici che possono accedere alla pensione anticipata con questo strumento.

Opzione Donna, ricordiamo, è la misura introdotta nel 2019 (articolo 16 del DL n. 4/2019) e più volte prorogata nel corso degli anni che incentiva il pensionamento anticipato delle lavoratrici con determinati requisiti anagrafici e contributivi.

In questo modo è possibile anticipare l’uscita dal lavoro senza che sia necessario attendere i requisiti per la pensione di vecchiaia (67 anni d’età e 20 di contributi) o quelli della pensione anticipata ordinaria, Quota 103 (62 anni d’età e 41 di contributi).

Secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2023 (articolo 1, comma 292), quindi, la pensione in questione non è più riservata a tutte le donne ma solamente a quelle che rispettano i seguenti requisiti:

  • licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero del Lavoro;
  • persone con disabilità pari o oltre il 74 per cento;
  • che assistono, da almeno 6 mesi, persone disabili conviventi, con disabilità in situazione di gravità in base alla legge 104 del 1992.

Opzione Donna 2024: l’età pensionabile sale a 61 anni

A cambiare dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2024, come detto, è il requisito dell’età anagrafica per l’accesso alla pensione con Opzione Donna.

Come specificato dall’articolo 1, comma 138, infatti, si passa dai 60 anni d’età in vigore finora ai 61 anni previsti per il 2024.

Pertanto, per accedere ad Opzione Donna, le lavoratrici appartenente alle categorie individuate devono avere:

  • 61 anni d’età
  • 35 anni di contributi.

Come per il 2023 il requisito anagrafico scende di un anno per le donne con un figlio e di 2 anni per quelle con due o più figli. Per le donne licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto l’età pensionabile è di 59 anni a prescindere dal numero di figli.

Le lavoratrici possono accedere alla prestazione se tutti i requisiti sono maturati al 31 dicembre 2023.

Restano in vigore anche nel 2024 le finestre mobili: la pensione sarà pagata alle lavoratrici dipendenti dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti e dopo 18 mesi alle lavoratrici autonome.

Secondo quanto specificato dall’INPS nella circolare con le istruzioni per lo scorso anno, per quel che riguarda le lavoratrici che prestano assistenza a una persona con gravi handicap, le persone devono essere conviventi e i 6 mesi di assistenza devono essere continuativi.

Per quanto riguarda l’individuazione delle patologie invalidanti, invece, si fa riferimento a quelle specificate nell’articolo 2, comma 1, lettera d), n. 1, n. 2 e n. 3, del decreto n. 278/2000.

Per le altre indicazioni di dettaglio e le istruzioni per la presentazione della domanda si attende l’apposita circolare da parte dell’INPS.

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