Riforma pensioni: ipotesi Ape Sociale con platea di beneficiari allargata

Francesco Rodorigo - Pensioni

Con tutta probabilità ci sarà poco spazio per le pensioni nella prossima Legge di Bilancio. Si va verso il rinvio della riforma e la riproposizione delle misure attive nel 2023: Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale. In merito a quest'ultima si fa avanti l'ipotesi di un allargamento della platea dei beneficiari

Riforma pensioni: ipotesi Ape Sociale con platea di beneficiari allargata

Con l’inizio dei lavori per la prossima Legge di Bilancio si cominciano a delineare i vari interventi necessari.

La riforma delle pensioni non sembra essere una delle priorità del Governo e per il prossimo anno probabilmente vedremo una riposizione delle misure in vigore nel 2023.

Si tratta di Quota 103, Opzione Donna e APE Sociale. Proprio per la misura di anticipo pensionistico avanza l’ipotesi di un allargamento delle categorie di possibili beneficiari, nello specifico una estensione dell’elenco delle mansioni gravose.

La seconda finestra del 2023 per la presentazione delle domande si è chiusa il 15 luglio, per la terza c’è tempo sino al 30 novembre.

Riforma pensioni: ipotesi Ape Sociale con platea di beneficiari allargata

Si cominciano a fare i calcoli sulle risorse a disposizione per la prossima Legge di Bilancio.

Come sottolineato dal Ministro dell’Economia la prossima Manovra sarà complicata e non si potrà fare tutto, la maggior parte delle risorse sarà destinata al sostegno dei redditi medio bassi, con l’estensione del taglio del cuneo fiscale, e ad altre misure welfare come la detassazione dei premi di produttività.

Misure, soprattutto quella del taglio del cuneo fiscale, che richiedono uno stanziamento di fondi sostanziale, il che lascia poco spazio ad altre possibilità.

Una di queste è appunto la riforma delle pensioni, che sembra destinata ad essere rimandata ad un futuro più o meno prossimo e per la quale pesa anche il tasso di natalità nel Paese, troppo basso, che renderebbe insostenibile ogni tipo di intervento nel medio lungo periodo.

L’ipotesi più probabile per il prossimo anno, dunque, è quella di una nuova proroga delle misure in vigore per quest’anno, cioè Quota 103, il nuovo modello per la pensione anticipata con 62 anni d’età e 41 di contributi, Opzione Donna e l’Ape Sociale.

Se per Opzione Donna il ritorno ai vecchi requisiti meno stringenti appare poco probabile, per l’Ape Sociale avanza la possibilità di un allargamento della platea di beneficiari, estendendo l’elenco delle mansioni gravose.

In questo modo l’accesso all’anticipo pensionistico sarà garantito ad un numero maggiore di persone. Al momento è ancora tutto da decidere, il cantiere della Manovra 2024 sta entrando nel vivo, il prossimo passo sarà quello della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF), prevista per fine settembre.

Sempre dal prossimo mese, poi, ripartiranno gli incontri tra il Ministero del Lavoro e le parti sociali con focus proprio sulla riforma delle pensioni.

Ape Sociale: chi può fare domanda per il 2023

Lo scorso 15 luglio si è chiusa la seconda finestra temporale per la presentazione delle domande per la certificazione dei requisiti di accesso all’Ape Sociale.

La misura è stata prorogata senza modificazioni a tutto il 2023 dall’ultima Legge di Bilancio e prevede una prestazione di accompagnamento alla pensione per specifiche categorie di lavoratori con almeno 63 anni d’età e senza i requisiti per la pensione anticipata o di vecchiaia.

La terza finestra temporale per le domande tardive, è aperta fino al 30 novembre, ma in questo caso le domande verranno prese in considerazione solamente nel caso in cui siano rimaste abbastanza risorse economiche.

Nello specifico, la prestazione di Ape Sociale è riconosciuta:

  • ai lavoratori dipendenti che svolgono mansioni gravose (al momento della domanda la professione deve essere stata svolta per almeno 7 anni negli ultimi 10 o per almeno 6 anni negli ultimi 7);
  • agli invalidi civili al 74 per cento;
  • ai dipendenti disoccupati che hanno esaurito il trattamento di di NASpI (o equivalente);
  • ai caregivers che assistono da almeno 6 mesi.

Le mansioni gravose sono quelle specificate nell’elenco presente all’allegato 3 della Legge di Bilancio 2022 ed è proprio questo elenco che verrebbe esteso nell’ipotesi di allargamento della platea di beneficiari.

I requisiti di contribuzione minima, invece, variano in base alla categoria di appartenenza:

  • almeno 30 anni per i dipendenti disoccupati, gli invalidi civili e i caregivers;
  • almeno 32 anni per gli operai edili, i ceramisti con codice di classificazione Istat 6.3.2.1.2 e i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta con codice di classificazione Istat 7.1.3.3;
  • almeno 36 anni per gli altri lavoratori che svolgono mansioni gravose.

Inoltre, per le lavoratrici madri di tutte le categorie è prevista un’ulteriore riduzione del requisito contributivo pari ad un anno per ogni figlio (massimo 2 anni).

La prestazione economica viene erogata fino alla vecchiaia o fino alla maturazione dei requisiti per la pensione anticipata e, se inferiore a 1.500 euro, è pari alla rata del trattamento pensionistico calcolata al momento dell’accesso alla prestazione. Se superiore si riceverà un assegno di 1.500 euro.

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