Riforma pensioni 2024: verso la proroga delle misure in vigore, il problema di risorse e natalità

Francesco Rodorigo - Pensioni

Rallenta la riforma delle pensioni per il 2024. Il problema principale è quello delle risorse, insufficienti per mettere in atto tutte le misure. Come sottolineato dal Ministro dell'Economia, a questo si aggiunge anche il problema della natalità

Riforma pensioni 2024: verso la proroga delle misure in vigore, il problema di risorse e natalità

Una riforma delle pensioni per il 2024 è sempre più difficile. Per il prossimo anno con molta probabilità saranno prorogate le misure che sono state in vigore nel 2023.

La prossima Manovra sarà complicata, come sottolineato dal Ministro dell’Economia, e la maggior parte delle risorse sarà destinata al sostegno dei redditi medio bassi, con l’estensione del taglio del cuneo fiscale, e alle altre misure welfare come la detassazione dei premi di produttività.

Alla questione delle risorse si aggiunge poi il problema della natalità, i cui numeri non renderebbero sostenibile alcun tipo di intervento nel medio e lungo termine.

Si va, dunque, verso la proroga di Quota 103, dell’Ape Sociale, per il quale potrebbe essere estesa la platea di beneficiari, e di Opzione Donna, ma senza l’auspicato ritorno ai vecchi requisiti meno stringenti.

Riforma pensioni 2024: verso la proroga delle misure in vigore, il problema dei fondi e della natalità

Molto probabilmente ci sarà ancora da aspettare per una riforma delle pensioni. Ieri, 21 agosto, nel corso del suo intervento al Meeting di Rimini 2023 il Ministro dell’Economia e delle Finanza, Giancarlo Giorgetti, ha messo in chiaro alcuni aspetti sulle attese del prossimo autunno, in vista della nuova Legge di Bilancio:

“La prossima legge di Bilancio sarà complicata e non si potrà fare tutto. Gli interventi si metteranno in ordine di priorità.”

La prima questione riguarda le risorse a disposizione, che sono poche e vanno distribuite prima agli interventi necessari, in primis la conferma del taglio del cuneo fiscale, per mantenere più alti gli stipendi dei lavoratori e il potere d’acquisto delle famiglie.

Come ribadito in più occasioni dal Governo, infatti, questa è una delle priorità in vista della Manovra 2024.

E se la riforma delle pensioni per il 2024 è stata al centro dei tavoli di lavoro organizzati dal Ministero del Lavoro in questi mesi, e che continueranno anche nei prossimi, le poche risorse a disposizione non fanno pensare ad una possibile implementazione di nuove misure.

Un problema non da poco, poi, evidenzia il Ministro è quello rappresentato dal tasso di natalità in Italia:

“Non c’è nessuna riforma previdenziale che tiene nel medio e lungo periodo con i numeri della natalità che abbiamo oggi in questo Paese.”

La grave crisi demografica che il Paese sta attraversando, infatti, non lascia intravedere un futuro sostenibile per la previdenza nel medio e nel lungo periodo.

Il rischio reale è che lo squilibrio tra lavoratori attivi, che versano i contributi, e i cittadini e le cittadine che ricevono trattamenti pensionistici si faccia sempre più ampio, rendendo insostenibile il sistema di welfare.

Anche per questo motivo molte delle riserie della Manovra confluiranno verso interventi a sostegno dei lavoratori e delle famiglie.

Riforma pensioni 2024: probabile la proroga delle misure attualmente in vigore

Quali sono allora le ipotesi per la previdenza che si prospettano per la prossima Legge di Bilancio?

Dai vari incontri tra Ministero del Lavoro e parti sociali in questi mesi non sono uscite proposte concrete, ma solo ipotesi che non sembrano percorribili.

Anche la proposta avanzata dalla Lega di estendere a tutti Quota 41, la pensione anticipata con 41 anni di contributi, non sembra poter essere attuata in un prossimo futuro.

Ed ecco che l’ipotesi più probabile per il prossimo anno è quella della proroga delle misure in vigore per il 2023, a partire dalla conferma di Quota 103, il nuovo modello per la pensione anticipata con 62 anni d’età e 41 di contributi.

Si va poi verso la proroga di un anno per l’Ape Sociale, magari estendendo, risorse permettendo, la platea di categorie beneficiarie, e per Opzione Donna.

Se non sarà previsto dalla Legge di Bilancio 2024 resta comunque la necessità di un intervento in materia di pensioni, anche per quanto riguarda i giovani lavoratori di oggi.

Secondo l’analisi del Consiglio Nazionale dei Giovani ed EURES pubblicata a inizio agosto, senza alcun intervento e con discontinuità lavorativa e retribuzioni basse gli under 35 potranno andare in pensione a 74 anni e con assegni molto ridotti.

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