Ravvedimento speciale: a ridosso della scadenza si fanno largo ulteriori novità

Rosy D’Elia - Fisco

La scadenza fissata dal Decreto Milleproroghe per il ravvedimento speciale, aperto alle violazioni del 2022, si avvicina: nel frattempo le bozze che arrivano dai lavori del Consiglio dei Ministri del 26 marzo preannunciano ancora novità sui tempi per beneficiare delle sanzioni ridotte

Ravvedimento speciale: a ridosso della scadenza si fanno largo ulteriori novità

La scadenza del ravvedimento speciale attualmente in calendario, ancora una volta, non sembra chiudere in via definitiva le porte di accesso alla regolarizzazione delle dichiarazioni con sanzioni ridotte.

La conversione in legge del Decreto Milleproroghe che ha aperto la possibilità di beneficiare di una via agevolata anche per le violazioni relative all’anno d’imposta 2022 e ha fissato il termine ultimo per effettuare i versamenti e rimuovere le irregolarità al 31 marzo 2024.

A un passo dalla data indicata, però, si fanno largo ulteriori novità: il Decreto Superbonus, approvato con il Consiglio dei Ministri del 26 marzo 2024, sembra intervenire ancora una volta sullo strumento messo in campo con la tregua fiscale dello scorso anno.

Dalla conferenza stampa che si è tenuta subito dopo la riunione di Governo non è arrivata alcuna notizia in merito, ma sono le bozze in circolazione a contenere una ulteriore revisione del ravvedimento speciale.

Ravvedimento speciale: ancora novità in arrivo a ridosso della nuova scadenza

La nuova scadenza all’orizzonte sembra essere il 31 maggio 2024 e dovrebbe riguardare i soggetti che, entro il termine del 30 settembre 2023, non hanno perfezionato la procedura di regolarizzazione delle violazioni che riguardano le “dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e ai periodi d’imposta precedenti”.

L’ennesima proroga per il ravvedimento speciale appare anche come nuna misura di correzione rispetto alle novità del Decreto Milleproroghe su cui sono sorti non pochi dubbi.

Vale la pena, infatti, fare qualche passo indietro per fare ordine tra i diversi interventi sulle regole da seguire per mettersi in regola beneficiando delle sanzioni ridotte a un diciottesimo del minimo.

Con il ravvedimento operoso speciale, che rientra nella tregua fiscale del 2023, è stata concessa la possibilità di accedere ad agevolazioni potenziate rispetto a quello ordinario per mettersi in regola con il Fisco in caso di violazioni che riguardano dichiarazioni fiscali validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a quelli precedenti.

A definire le regole di questo strumento della tregua fiscale è stata la Legge di Bilancio 2023, con i commi da 174 a 178 dell’articolo 1.

Ravvedimento speciale: un susseguirsi di novità

I contribuenti interessati hanno potuto seguire la strada del ravvedimento operoso speciale fino alla scadenza del 30 settembre e poi del 20 dicembre, con la riapertura dei termini prevista dal Decreto Proroghe.

La Legge di conversione del Decreto Milleproroghe, invece, ha fissato la scadenza del 31 marzo per mettersi in regola e versare le somme dovute, in un’unica soluzione o in quattro rate con pagamenti fino a dicembre di quest’anno, in seguito all’estensione del ravvedimento speciale alle violazioni riguardanti le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022.

La formulazione della norma ha fatto sorgere dubbi sull’applicazione della novità: il termine di fine marzo riguarda esclusivamente le dichiarazioni relative al 2022 o anche le precedenti?

A quattro giorni dalla scadenza, una risposta chiara sul punto non è arrivata neanche dall’Agenzia delle Entrate.

Sulla pagina dedicata allo strumento della tregua fiscale si legge semplicemente:

“La legge di conversione del “decreto Milleproroghe” ha esteso la possibilità di usufruire dell’istituto esclusivamente con riferimento alle violazioni riguardanti le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022”.

Ravvedimento speciale: si riscrive ancora la data di scadenza da rispettare

In questo quadro di dubbi si inseriscono le novità contenute nelle bozze del nuovo Decreto Superbonus che dovrebbero tornare a toccare anche il campo di applicazione previsto in origine, ovvero le violazioni riguardanti le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a periodi d’imposta precedenti.

Stando alla bozze in circolazione, dovrebbe essere possibile versare l’importo delle prime 5 rate, ormai scadute tenendo conto del piano di pagamenti inaugurato a settembre 2023, entro la scadenza del 31 maggio 2024.

Per le restanti rate le date ultime per i versamenti sono 30 giugno 2024, 30 settembre e 20 dicembre 2024.

Anche per le violazioni riguardanti le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022 la data dovrebbe passare al 31 maggio 2024.

Con una nuova unica scadenza su entrambi i fronti, sembrerebbe arrivare anche la risposta tanto attesa sul campo di applicazione del ravvedimento operoso speciale in tempi più lunghi.

Per ora, però, il condizionale resta d’obbligo: la notizia è contenuta esclusivamente nelle bozze del Decreto Superbonus che si attende in Gazzetta Ufficiale.

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