In bocca al lupo Forfettari!

Francesco Oliva - Dichiarazione dei redditi

Ennesimo paradosso pratico di un regime agevolato che desta sempre più perplessità

In bocca al lupo Forfettari!

L’Agenzia delle Entrate ieri ha pubblicato un provvedimento che annuncia l’invio delle lettere di compliance ai contribuenti titolari di partita IVA nel regime forfettario.

Il provvedimento si concentra sulla compilazione del quadro RS: si tratta del modulo della dichiarazione dei redditi in cui assolvere determinati obblighi informativi, che cambiano a seconda che il titolare di partita IVA sia un esercente attività d’impresa ovvero un lavoratore autonomo.

Ad ogni modo, la ratio della previsione è quella di consentire l’invio di dati che l’amministrazione finanziaria potrà utilizzare per fare dei controlli.

Si tratta di dati che, tuttavia, non sembrano utili ed efficaci per contrastare l’evasione fiscale, si pensi al consumo di utenze per un lavoratore autonomo.

La mancata o incompleta compilazione del quadro RS della dichiarazione dei redditi dei contribuenti che operano nel regime forfettario determina una violazione formale. La conseguenza è l’irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie che vanno da 250 a 2.000 euro e che, in ogni caso, possono essere oggetto di ravvedimento operoso.

Vi starete chiedendo: e quindi? Cosa c’è di nuovo? In fondo l’Agenzia delle Entrate ci sta chiedendo di integrare/completare/verificare dati che avremmo dovuto comunque inviare.

In realtà vorrei evidenziare un paradosso che trovo enorme e, soprattutto, dannoso per il sistema nel suo complesso.

Queste lettere (comunicazioni di compliance) avranno la capacità di farci perdere un tempo enorme ed ingiustificabile rispetto alla finalità stessa dei controlli.

Da un lato, infatti, il legislatore sta estendendo il limite di ricavi che un contribuente in regime forfettario può conseguire, producendo distorsioni inaccettabili e di vario tipo:

  • tendenza alla disgregazione invece che all’aggregazione professionale;
  • iniquità fiscale verso altre categorie di contribuenti (basta guardare la struttura delle aliquote IRPEF per rendersene conto);
  • concorrenza sleale;
  • false partite IVA che nascondono redditi che sostanzialmente sono di lavoro dipendente.

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Al momento si può arrivare fino ad 85.000 euro ma si parla addirittura di ulteriori possibili estensioni.

Dall’altro, senza poter ottenere alcun risultato reale in chiave di recupero dell’evasione fiscale, l’amministrazione finanziaria invia queste lettere che come unico risultato otterranno l’impiego improduttivo (per usare un eufemismo...) di tempo e lavoro di contribuenti e professionisti.

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