Concorsi pubblici 2021: Brunetta punta su quelli online

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Per far ripartire i grandi concorsi pubblici il Ministro Brunetta pensa a individuare sedi con ampi spazi e dotate di postazioni informatiche e reti di connessione come quelle disponibili nelle università o negli ambiti fieristici. Ma c'è da tener conto dell'aggravamento della situazione pandemica. Lo scorrimento delle graduatorie è considerata soltanto una soluzione estrema.

Concorsi pubblici 2021: Brunetta punta su quelli online

I concorsi pubblici 2021 devono ripartire al più presto.

Ma come combinare questa esigenza di una PA ridotta all’osso e dotata di un personale assai anziano, con l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Coronavirus?

Secondo il Ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta sarà possibile con il ricorso agli strumenti telematici e l’individuazione di luoghi dotati di adeguata tecnologia con postazioni informatiche, reti di connessione e ampi spazi per farvi convergere i molti candidati iscritti ai grandi concorsi che per ora non si sono potuti tenere.

Sedi che potrebbero essere fornite dalle università, da luoghi pubblici istituzionali o da spazi fieristici.

Ma vediamo nel dettaglio le caratteristiche essenziali del modello di reclutamento delle amministrazioni pubbliche illustrato da Brunetta, durante la sua audizione dinanzi alle Commissioni Affari interni e lavoro di Camera e Senato del 9 marzo 2021.

Concorsi pubblici 2021: Brunetta punta su quelli online. Le caratteristiche del Piano

“È nostra intenzione dotare la Pubblica Amministrazione delle migliori competenze e favorire un rapido ricambio generazionale che la porti in linea con le esperienze più avanzate realizzate nei Paesi nostri concorrenti”.

Dietro questa frase del responsabile della Funzione pubblica c’è la dura realtà di una PA che con i suoi 3,2 milioni di dipendenti è tra le più sottodimensionate d’Europa, oltre che con dipendenti di età media piuttosto alta: 50,7 anni, mentre il 16,9% del totale ha più di 60 anni e solo il 2,9% meno di 30.

Peraltro, anche per effetto di Quota 100 la Pubblica Amministrazione italiana ha perso tra il 2019 e il 2020 ben 190.000 addetti e nei prossimi 3-4 anni ne perderà altri 300.000 per ragioni anagrafiche.

Nello specifico gli enti locali (regioni incluse) costituiranno il settore più investito dalle uscite, un dato che ha generato il recente appello dell’Anci allo stesso ministro Brunetta.

Serve quindi un ringiovanimento e anche una capacità di attrarre giovani talenti nativi digitali in grado di dotare la Pubblica Amministrazione di figure tecniche come ingegneri, architetti, geologi, chimici, statistici e project manager.

A fronte di questo fenomeno, si registra un’enorme lentezza nello svolgimento dei concorsi: oltre 4 anni in media. Dato che non poteva che peggiorare a causa del Covid-19 che per mesi ha del tutto bloccato le procedure di selezione. Infatti da settembre del 2019 sono state messi a concorso solo 22.000 posti.

Dal 15 febbraio scorso è possibile di nuovo tenere le prove preselettive dei concorsi già banditi, ma con il tetto massimo di 30 candidati per sessione che di fatto impedisce lo svolgimento dei grandi concorsi.

Data la situazione, la soluzione individuata Brunetta consiste nel far ripartire intanto i concorsi di grandi dimensioni da tenere in spazi fieristici, istituzioni e aule universitarie. Sedi che dovrebbero comunque garantire postazioni telematiche e buone connessioni ad alta velocità, in modo di permettere prove online più rapide e svolte in sicurezza nel rispetto del distanziamento fisico dei candidati.

Mentre per il futuro si prevede di superare i concorsi centralizzati con graduatorie a scorrimento e durata pluriennale, per selezioni rapide e più centrate sulle esigenze specifiche delle amministrazioni

I nuovi concorsi pubblici secondo Brunetta, le criticità

Intanto però non ci sono ancora tempistiche chiare per l’attuazione di questi nuovi concorsi pubblici online. Il ministro si è riservato qualche settimana di tempo, necessario all’interlocuzione con gli enti locali per l’individuazione degli spazi.

Tuttavia, la pluralità dei soggetti istituzionali da consultare e la loro ben nota scarsa predisposizione alla collaborazione (basti vedere all’esempio del piano vaccinazioni) non fa ben sperare. Anche perché c’è da registrare il peggioramento della situazione sanitaria con l’aggravamento del contagio a causa della varianti del Covid.

A questo punto ci sarebbe chi come i sindacati da tempo chiede lo scorrimento delle graduatorie degli idonei dei vecchi concorsi.

Ma è una soluzione che Brunetta relega al posto di estremo rimedio: la adotterebbe soltanto nel caso dovesse rivelarsi inapplicabile il progetto dei concorsi pubblici in via telematica.

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