Cedolare secca negozi: è prevista nel 2024?

Anna Maria D’Andrea - Cedolare secca sugli affitti

Si può accedere alla cedolare secca per i negozi nel 2024? Per gli affitti commerciali si attendono novità dalla riforma fiscale

Cedolare secca negozi: è prevista nel 2024?

È possibile applicare la cedolare secca per l’affitto di negozi?

La possibilità di optare per la tassazione sostitutiva sugli affitti commerciali è rimasta esclusa dalle novità della Legge di Bilancio 2024, ma si attendono novità dalla riforma fiscale.

La cedolare secca per negozi e uffici rientra tra i principi dettati dalla legge delega, ma ancora non è prevista per l’anno in corso. Resta nel 2024 la possibilità di applicazione esclusivamente per i contratti stipulati nel 2019, secondo specifici requisiti.

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Cedolare secca negozi: è prevista nel 2024?

È la legge delega sulla riforma fiscale a prevedere, all’articolo 5, l’estensione della cedolare secca agli affitti commerciali e, in particolare, alle locazioni di immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo in caso di conduttore che sia esercente attività d’impresa, arte o professioni.

La misura consentirebbe quindi anche per gli affitti di negozi o uffici di accedere alla cedolare secca pari al 21 per cento in luogo della tassazione con le ordinarie aliquote IRPEF.

Il tutto però resta in attesa di attuazione, e nei decreti legislativi approvati ad oggi dal Governo in materia di riforma fiscale non ha trovati spazio l’estensione della cedolare secca per i negozi già nel 2024.

Alcuni spiragli si erano aperti nell’ambito dei lavori per la messa a punto della Legge di Bilancio 2024, ma la scarsità di risorse economiche a disposizione ha portato ad un inevitabile rinvio della cedolare secca commerciale.

Se da un lato c’è quindi la volontà del Governo, dall’altro è necessario fare i conti con le risorse a disposizione.

Resta quindi l’incognita su quando sarà effettivamente possibile parlare di una riedizione della cedolare secca per gli affitti commerciali, già introdotta nel corso del 2019 per le locazioni di immobili di categoria catastale C\1 in caso di superficie non superiore a 600 mq, escluse pertinenze.

Cedolare secca sugli affitti commerciali per i contratti stipulati nel 2019

In attesa di novità, ad oggi l’accesso alla cedolare secca del 21 per cento (o del 10 per cento a specifiche condizioni) è riservato all’affitto di immobili a finalità abitative, di categoria catastale da A1 a A11, fatta eccezione di quelli in categoria A10 (uffici e studi).

Sul fronte dei negozi, la cedolare secca commerciale resta limitata ai contratti di locazione stipulati nel 2019, secondo quanto previsto dal comma 59 dell’art.1 della Legge n. 145/2018:

“Il canone di locazione relativo ai contratti stipulati nell’anno 2019, aventi ad oggetto unità immobiliari classificate nella categoria catastale C/1, di superficie fino a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze, e le relative pertinenze locate congiuntamente, può, in alternativa rispetto al regime ordinario vigente per la tassazione del reddito fondiario ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, essere assoggettato al regime della cedolare secca, di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, con l’aliquota del 21 per cento. Tale regime non è applicabile ai contratti stipulati nell’anno 2019, qualora alla data del 15 ottobre 2018 risulti in corso un contratto non scaduto, tra i medesimi soggetti e per lo stesso immobile, interrotto anticipatamente rispetto alla scadenza naturale”

Chiarito quindi che non è applicabile in via estesa ai negozi per il 2024, è bene evidenziare che resta la possibilità di tassare in via agevolata i redditi derivanti dai contratti di locazione stipulati nel 2019, secondo le caratteristiche sopra elencate ossia:

  • avere ad oggetto unità immobiliari classificate nella categoria catastale C/1 (con le relative pertinenze locate congiuntamente);
  • avere una superfice fino a 600 metri quadri (escluse pertinenze);
  • non avere attivo alla data del 15 ottobre 2018 un contratto non scaduto, tra i medesimi soggetti e per lo stesso immobile.

Queste le regole attuali, in attesa di novità che al momento non sembrano plausibili per l’anno in corso.

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