Contratti scuola: arriva la firma sul rinnovo, aumenti da 124 euro per i docenti

Firmato il rinnovo del CCNL istruzione 2019/2021. Aumenti in arrivo per i lavoratori e le lavoratrici di scuole, università, enti di ricerca e AFAM. Per i docenti in media 124 euro in più in busta paga

Contratti scuola: arriva la firma sul rinnovo, aumenti da 124 euro per i docenti

Arriva dopo una lunga attesa il rinnovo del contratto collettivo nazionale per il comparto Istruzione e Ricerca 2019/2021.

Il CCNL è stato sottoscritto in versione definitiva presso l’ARAN il 18 gennaio 2024. L’accordo riguarda oltre 1,2 milioni di lavoratori e lavoratrici appartenenti ai settori di scuola, università, enti di ricerca e AFAM.

Per i docenti l’aumento medio in vista paga sarà di 124 euro, 96 euro per il personale ATA.

Nel CCNL entra anche il regolamento per il lavoro agile, esteso a tutti i settori.

Contratti scuola: arriva la firma sul rinnovo, aumenti da 124 euro per i docenti

Il 18 gennaio 2024 è stato firmato presso l’ARAN, Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il Comparto dell’Istruzione e ricerca, relativo al periodo 2019-2021.

L’accordo raggiunto interessa 1,2 milioni di lavoratori e lavoratrici dei settori di scuola, università, enti di ricerca e AFAM, garantendo loro maggiori tutele e incrementi stipendiali che diventano stabili.

“Un impegno nei confronti dei lavoratori di un’area fondamentale per la crescita del Paese che prosegue anche per la tornata 2022-2024 nel solco della valorizzazione del personale pubblico.”

Questo, come si legge nel comunicato stampa del 18 gennaio, il commento del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.

Il nuovo CCNL garantisce aumenti di stipendio significativi in tutti i settori. In particolare, per la scuola, arriveranno in busta paga in media:

  • 124 euro per il personale docente;
  • 96 euro per il personale ATA;
  • 190 euro per i Direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA).

“È un passo concreto di una politica di valorizzazione del personale della scuola, che vogliamo fortemente e che sarà ulteriormente incrementata grazie al recente stanziamento nella legge di bilancio 2024 di importanti risorse da destinare al rinnovo del CCNL scuola 2022/2024.”

Ha dichiarato, poi, il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Tra le novità di maggiore rilievo si segnala anche l’introduzione e la relativa regolamentazione del lavoro agile, che viene esteso a tutti i settori.

Per tutti i dettagli si rimanda al testo integrale del CCNL disponibile di seguito.

ARAN - CCNL Comparto Istruzione e Ricerca 2019/2021
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del personale del comparto Istruzione e ricerca - Periodo 2019-2021

Rinnovo contratti statali: nuova tornata da quasi 10 miliardi

Quello del rinnovo per il triennio 2019/2021 è un passo importante ma non l’ultimo. A breve, infatti, si partirà anche con i rinnovi per il triennio 2022/2024, soprattutto grazie allo stanziamento previsto dalla Legge di Bilancio 2024.

Con la Manovra 2024, infatti, sono stanziati complessivamente 8 miliardi di euro per il rinnovo dei CCNL dei dipendenti pubblici. Di questi alla scuola dovrebbero andare tra i 2 e i 3 miliardi, il che garantirebbe aumenti di circa il 6 per cento.

La nuova tornata, infatti, è stata avviata dalla firma dell’ipotesi del contratto collettivo nazionale quadro per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale 2022/2024, dove vengono confermati oltre al comparto Istruzione e ricerca, anche Funzioni centrali, Funzioni locali e Sanità, più le aree della dirigenza.

Una tornata che, come anticipa IlSole24ore, vale 9,95 miliardi all’anno, secondo quanto indicato nelle tabelle della cosiddetta “direttiva madre”.

Alla dotazione finanziaria prevista dalla Legge di Bilancio 2024, infatti, si aggiungono anche la quota di fondo sanitario destinata ai rinnovi e i costi a carico degli enti territoriali per il riconoscimento di aumenti simili.

La direttiva, inoltre, dovrebbe puntare molto anche sulla formazione e sui premi ai dipendenti, non solo economici. Per quanto riguarda la prima si dovrebbero garantire almeno 24 ore ogni anno in orario di lavoro, focalizzata in particolar modo sulle competenze digitali.

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