Dichiarazione dei redditi 2024: nuove aliquote IRPEF e flat tax incrementale senza effetto sul calcolo degli acconti

In vista dell’avvio della fase di presentazione della dichiarazione dei redditi 2024, è bene soffermarsi sulle istruzioni specifiche che guideranno il calcolo degli acconti dovuti. Sia le nuove aliquote IRPEF che la flat tax incrementale non rileveranno ai fini della determinazione delle imposte. Effetti del concordato rinviati a novembre

Dichiarazione dei redditi 2024: nuove aliquote IRPEF e flat tax incrementale senza effetto sul calcolo degli acconti

Dichiarazione dei redditi 2024, novità fiscali ad impatto zero sul fronte del calcolo degli acconti dovuti.

Sia la flat tax incrementale che le nuove aliquote IRPEF non dovranno essere considerate per la determinazione delle somme dovute a giugno e a novembre.

I titolari di partita IVA che opteranno quindi per la flat tax del 15 per cento sugli aumenti di reddito registrati nel corso del 2023 rispetto ai due anni precedenti, ai fini del calcolo dell’acconto di IRPEF e addizionali dovranno considerare quale base imponibile quella “ordinaria”.

Effetto zero anche sul fronte delle nuove aliquote IRPEF in vigore dal 1° gennaio 2024, sia in relazione all’acconto dovuto per l’anno in corso che per le somme dovute nel 2025.

Regole ordinarie anche per la prima rata di acconto da parte delle partite IVA beneficiarie del concordato preventivo biennale. Solo a novembre si faranno sentire gli effetti dell’adesione alla proposta del Fisco.

Dichiarazione dei redditi 2024: nuove aliquote IRPEF e flat tax incrementale senza effetto sul calcolo degli acconti

È fissata al 30 giugno (differita a lunedì 1° luglio) la prima scadenza dell’anno relativa al versamento degli acconti delle imposte emerse dalla dichiarazione dei redditi 2024. Come di consueto, sarà possibile differire il saldo 2023 e la prima rata di acconto per l’anno in corso al 30 luglio, previa maggiorazione dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo.

La scadenza passa al 31 luglio per i titolari di partita IVA destinatari del concordato preventivo biennale, per effetto di quanto previsto dall’articolo 37 del decreto legislativo n. 13/2024.

Oltre alle modifiche al calendario dei versamenti, ai fini del pagamento dell’acconto IRPEF 2024 sarà necessario tenere a mente le specifiche regole di calcolo delle somme dovute, che si intrecciano con le novità normative che caratterizzeranno la stagione dichiarativa.

Prima tra tutte la “messa a terra” dei calcoli per l’applicazione della flat tax incrementale, misura che esclusivamente per il periodo d’imposta 2023 (e quindi nel modello Redditi 2024), consente ai titolari di partita IVA di applicare un’imposta sostitutiva del 15 per cento sul reddito aggiuntivo conseguito nell’anno.

In luogo delle aliquote IRPEF, sull’incremento di reddito determinato nel 2023 rispetto al reddito d’impresa e lavoro autonomo d’importo più elevato dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, sarà possibile applicare la tassa piatta del 15 per cento, entro il limite di 40.000 euro.

La base imponibile dovrà essere in ogni caso preventivamente decurtata per un importo pari al 5 per cento della differenza di reddito registrata.

L’applicazione opzionale della flat tax incrementale non avrà in ogni caso impatti sul fronte della determinazione dell’acconto IRPEF 2024 e così come già illustrato dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 18/E/2023, il calcolo dovrà essere effettuato adottando, quale base imponibile, quella che si sarebbe determinata utilizzando le aliquote ordinarie IRPEF.

Dal punto di vista operativo, a completare il quadro sono le istruzioni al modello Redditi 2024 pubblicate dall’Agenzia delle Entrate che, per quel che riguarda il calcolo dell’acconto IRPEF dovuto per chi applica la flat tax incrementale, evidenziano la necessità di considerare il reddito indicato nel rigo LM14, colonna 2.

Questo perché, stante la natura temporanea della norma agevolativa, la flat tax incrementale impatta solo sulle imposte dovute per il 2023, mentre lascia fuori la quota di acconto da versare in relazione al periodo d’imposta 2024.

Raddoppiano quindi i calcoli da fare: il saldo IRPEF 2023 dovrà tener conto della tassa piatta del 15 per cento. Al contrario, per la determinazione degli acconti bisognerà tornare indietro, considerando l’imposta teorica rideterminata sulla base imponibile “al lordo” della flat tax incrementale.

Dichiarazione dei redditi 2024, anche la nuova IRPEF non modifica il calcolo dell’acconto

Effetto zero sul calcolo degli acconti IRPEF anche dalla riforma dell’imposta sui redditi delle persone fisiche in vigore dal 1° gennaio 2024.

Il decreto legislativo n. 213/2023 prevede espressamente che nella determinazione degli acconti dovuti ai fini dell’IRPEF e relative addizionali per i periodi d’imposta 2024 e 2025, l’imposta del periodo precedente da considerare sarà quella determinata senza considerare la nuova struttura di aliquote e scaglioni.

A tal proposito è bene ricordare che a partire dal 1° gennaio 2024 l’IRPEF è così strutturata:

  • 23 per cento per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35 per cento per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • 43 per cento per i redditi che superano 50.000 euro.

Fino al 31 dicembre 2023 e a regime, tenuto conto che le modifiche sono limitate al periodo d’imposta 2024, la curva delle aliquote IRPEF è invece così strutturata:

  • 23 per cento fino a 15.000 euro di reddito;
  • 25 per cento oltre i 15.000 euro e fino a 28.000 euro di reddito;
  • 35 per cento oltre i 28.000 euro e fino a 50.000 euro di reddito;
  • 43 per cento oltre i 50.000 euro.

Dal punto di vista pratico, nella maggior parte dei casi l’impatto della nuova IRPEF nella determinazione degli acconti 2024 è già di fatto limitato alla luce delle regole di calcolo dell’imposta con il metodo storico, che considera per l’appunto l’IRPEF dovuta per l’anno precedente.

Le nuove aliquote IRPEF saranno in ogni caso irrilevanti anche per chi sceglierà di adottare il metodo previsionale di calcolo degli acconti, che di base consente di determinare l’importo sulla base dell’imposta che si presume dovuta per l’anno e non su quella del periodo d’imposta già chiuso.

Regole che evidentemente riflettono la temporaneità della riforma IRPEF che, al momento, è limitata al solo 2024 e che condizioneranno anche il calcolo degli acconti 2025.

Dichiarazione dei redditi 2024, regole ordinarie per il primo acconto anche per chi aderirà al concordato preventivo biennale

Meritano una specifica anche le regole relative al versamento degli acconti per i titolari di partita IVA che aderiranno al concordato preventivo biennale.

Ci sarà tempo fino al 15 ottobre per valutare se aderire o meno al patto con il Fisco, stessa scadenza anche per la presentazione del modello Redditi 2024.

Tempistiche che condizionano di conseguenza le regole per il calcolo e il versamento delle somme dovute.

Il primo acconto, da versare entro il 31 luglio, dovrà essere calcolato secondo le regole ordinarie. Sarà a novembre e quindi in sede di versamento della seconda quota di acconto che si terrà conto del reddito concordato con l’Agenzia delle Entrate e delle relative imposte dovute.

La seconda rata di acconto di fine novembre dovrà essere calcolata sulla base della differenza tra l’importo complessivamente dovuto tenuto conto del reddito concordato e di quanto già pagato in sede di versamento della prima rata.

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