Alessio Mauro

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Riforma pensioni: ultime notizie su quota 100

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Riforma pensioni 2019: ultime novità in tema di quota 100.

Sembra ormai certa l’introduzione della quota 100 nella Legge di Bilancio 2019. La riforma delle pensioni in cantiere potrebbe tuttavia riservare novità tutt’altro che gradite ai lavoratori.

Quella che va avanzando con forza è l’ipotesi di introdurre delle penalizzazioni per chi andrà in pensione con la quota 100, somma di anni di contributi e di età anagrafica. Tra queste vi è la riduzione dell’assegno mensile, per via del calcolo con sistema interamente contributivo.

Non si tratta dell’unica novità: il cantiere della riforma pensioni che il Governo sta mettendo a punto in vista della Legge di Bilancio 2019 punta, da un lato, ad intraprendere i primi passi per ridurre gli effetti negativi della riforma Fornero ma, parallelamente, sarà necessario fare i conti con le risorse economiche disponibili.

La quota 100 dal 2019 potrebbe quindi prevedere specifici paletti, tra requisiti di età e contributi versati e, nella formulazione di cui si parla attualmente, sarebbe tutt’altro che vantaggiosa: al calcolo con sistema interamente contributivo si affianca l’ipotesi di divieto di lavorare e di sommare tali redditi a quelli di pensione.

Riforma pensioni, quota 100 in Legge di Bilancio 2019

Ulteriori novità saranno disponibili a settembre: dopo la breve pausa estiva il Governo dovrà metter mano alle novità della Legge di Bilancio 2019 e sarà il capitolo pensioni quello dal quale si attendono maggiori risposte.

L’introduzione della quota 100 per il momento è data quasi per certa e le ultime notizie in merito alla riforma delle pensioni confermano le regole sui requisiti già annunciate negli scorsi mesi.

Si potrà accedere alla pensione subito quando la somma tra età anagrafica e anni di contributi sarà pari a 100: tuttavia, non saranno ammesse tutte le combinazioni ma è probabile che venga fissato un limite ai requisiti necessari.

Per beneficiare della quota 100 della Legge di Bilancio 2019 saranno richiesti almeno 64 anni di età e, di conseguenza, 36 anni di contributi. Tre anni di anticipo rispetto al requisito anagrafico attualmente previsto per l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Il paradosso è che qualora venissero confermate le indiscrezioni trapelate negli ultimi mesi su come sarà la quota 100 nella Legge di Bilancio 2019, sarebbero esclusi dalla possibilità di accedere alla pensione anticipata coloro che, ad esempio, hanno iniziato a lavorare da giovanissimi.

Per questi in ballo vi è invece la quota 41, per la quale tuttavia l’introduzione potrebbe slittare al 2020.

Quota 100 con penalizzazioni, il malumore dei lavoratori

Le indiscrezioni e le novità sulla riforma pensioni in Legge di Bilancio 2019 che quotidianamente si susseguono non possono che inasprire il malumore dei tanti lavoratori che speravano nella svolta promessa da Lega e M5S.

Qualora venisse confermata l’introduzione della quota 100, e pur ingoiando il boccone amaro dei requisiti e dei paletti per l’accesso alla pensione anticipata, l’effetto boomerang potrebbe essere una drastica riduzione dell’assegno spettante.

Per evitare l’esodo di massa, allo studio vi sarebbe l’introduzione del calcolo con metodo interamente contributivo, azzerando gli effetti positivi del calcolo della pensione sulla base della retribuzione percepita negli ultimi anni di lavoro.

In parallelo, è possibile che il Governo introduca un superbonus in busta paga per chi, invece, dovesse decidere di continuare a lavorare.

La novità rischia di rendere tutt’altro che conveniente la quota 100, ma c’è di più. Le ultime notizie relative alla riforma pensioni parlano anche dell’esplicito divieto per chi accederà alla misura di cumulare ai redditi da pensione quelli da lavoro.

In sostanza, fino al raggiungimento dell’età anagrafica per l’accesso alla pensione di vecchiaia sarà vietato lavorare e quindi colmare l’effetto negativo della penalizzazione sul calcolo.

Su tali vincoli e divieti il Governo dovrà lavorare da settembre: la Legge di Bilancio 2019 sarà il vero banco di prova per capire se quelle fatte in campagna elettorale erano soltanto promesse per fare centro nel cuore dell’elettorato.

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