In attuazione del prossimo decreto flussi, i datori di lavoro potrebbero dover verificare anche la disponibilità di eventuali percettori del reddito di cittadinanza. Come dichiarato dal Ministro dell'Interno, il lavoro preparatorio del nuovo decreto è in via di definizione e potrebbe prevedere un sistema premiale per riconoscere maggiori quote di accesso ai Paesi più impegnati nella lotta all'immigrazione irregolare
I datori di lavoro che intendono instaurare rapporti con cittadini stranieri perché non trovano lavoratori disponibili sul territorio nazionale potrebbero dover verificare anche la disponibilità di eventuali percettori del reddito di cittadinanza.
Questa potrebbe essere una delle soluzioni per il prossimo decreto flussi in modo da favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nell’interesse del sistema produttivo.
Lo ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, durante le interrogazioni a risposta immediata alla Camera del 7 dicembre 2022.
Il prossimo decreto flussi, inoltre, potrebbe essere basato su un sistema premiale che garantisca maggiori quote di ingresso ai Paesi più impegnati nella lotta all’immigrazione irregolare.
Decreto flussi: ipotesi di precedenza per i percettori del reddito di cittadinanza
Durante le interrogazioni a risposta immediata del 7 dicembre 2022 presso la Camera dei Deputati, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha fornito alcuni chiarimenti riguardo il prossimo decreto flussi.
Nella domanda si chiedeva quali fossero i tempi, le modalità e i criteri per comporre il nuovo decreto e il suo rapporto con il reddito di cittadinanza.
In particolare la quantificazione delle quote sulla base di una preventiva verifica della disponibilità dei beneficiari del sussidio.
Il Ministro, in primo luogo, ha sottolineato come il decreto flussi rappresenti solo un elemento della più ampia politica di gestione dell’immigrazione e vada inteso in un’ottica di governo delle dinamiche migratorie con particolare attenzione alle esigenze del mercato del lavoro e alla sostenibilità dell’accoglienza e integrazione.
Il Governo è già al lavoro per attivare il prossimo decreto flussi, ma i tempi limitati a disposizione impongono di muoversi nell’ambito della normativa vigente.
Questa prevede che il datore di lavoro che intenda instaurare un rapporto subordinato con un cittadino straniero residente all’estero debba farne domanda previa verifica di indisponibilità di un lavoratore presente sul territorio nazionale presso il centro per l’impiego competente.
È proprio a questo meccanismo che si ricollega la questione dei percettori del reddito di cittadinanza. Pertanto, prima di instaurare un rapporto di lavoro con un cittadino straniero si potrà procedere alla verifica di disponibilità di eventuali percettori del sussidio economico.
“Si tratta in buona sostanza di individuare forme e strumenti adeguati all’attuale contesto socio economico affinché offerta e domanda di lavoro si incontrino nell’interesse del sistema produttivo e del massimo ampliamento possibile delle possibilità d’ingresso nel mercato del lavoro.”
Decreto flussi: possibilità di un sistema premiale in favore dei Paesi che collaborano
Sul tema del prossimo decreto flussi il Ministro Piantedosi ha sottolineato come il lavoro preparatorio sia in via di definizione proprio in questi giorni presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con il coordinamento di tutti i ministeri coinvolti e come questo si saldi:
“con aspetti di rilievo della politica internazionale dell’Italia in materia migratoria secondo un preciso indirizzo di questo Governo.”
Infatti, dato che il contenimento della pressione migratoria è collegato alla collaborazione dei Paesi di provenienza e transito dei lavoratori, il decreto flussi potrebbe essere modulato in termini premiali.
“Il decreto flussi opportunamente modulato in termini premiali può diventare uno strumento importante per riconoscere maggiori quote di accesso ai Paesi più impegnati nella lotta all’immigrazione irregolare, rafforzando al contempo i canali di ingresso legale.”
Questo sistema, dunque, garantirebbe quote di ingresso maggiori per quei Paesi più collaborativi in materia di immigrazione.
Resta da vedere quali saranno le decisioni del Governo in relazione al prossimo decreto flussi e se effettivamente sarà data precedenza ai percettori del reddito di cittadinanza prima di procede con l’instaurazione di rapporti di lavoro con cittadini stranieri.
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