Pignoramento conto corrente bancario, la richiesta dopo i controlli degli enti locali

Tommaso Gavi - Tasse

Pignoramento conto corrente bancario, secondo quanto previsto dalla Disegno di Legge di bilancio 2020 gli enti locali potranno procedere alla richiesta dopo i controlli. Circa 9 mesi dalla notifica di mancato pagamento all'inizio della riscossione forzosa. Le previsioni del DDL e la polemica.

Pignoramento conto corrente bancario, la richiesta dopo i controlli degli enti locali

Pignoramento conto corrente bancario, secondo quanto previsto dall’articolo 96 del Disegno di Legge di bilancio 2020 in discussione in parlamento gli enti locali potranno richiedere la procedura di riscossione forzosa, in seguito ai controlli.

Dopo i tre mesi successivi alla notifica di mancato pagamento, il Comune potrà richiedere il pignoramento del conto corrente, operazione che resterà sospesa per sei mesi.

In altre parole, dopo circa nove mesi dalla notifica di mancato pagamento gli enti locali potranno procedere, quasi prendendo il posto dell’Agenzia dell’Entrate.

In precedenza, negli stessi casi, i Comuni dovevano seguire un iter composto da due passaggi:

  • l’accertamento, che consisteva nel sollecito al pagamento al debitore chiamato a giustificare il ritardo;
  • l’emissione della cartella esattoriale.

Con la riforma della riscossione enti locali prevista dal disegno di Legge di Bilancio 2020 depositato in Senato i due passaggi vengono riunificati, prestando il fianco a polemiche.

Gli atti previsti dal DDL riguardano non solo i tributi ma anche le entrate patrimoniali degli enti. Sono escluse le multe in quanto le misure non incidono sul codice della strada.

Pignoramento conto corrente bancario, dopo i controlli degli enti locali potranno richiederlo: il DDL bilancio 2020

A scatenare la polemica sono le misure previste dall’articolo 96 del Disegno di Legge di bilancio 2020, DDL 1586 presentato al senato nei primi giorni del mese di novembre.

Il pignoramento del conto corrente bancario che comuni ed enti locali potrebbero richiedere dopo tre mesi dalla notifica di mancato pagamento crea non pochi malumori.

Nel provvedimento è specificato che:

“Occorre inoltre sottolineare che gli atti di cui si tratta riguardano non solo i tributi ma anche le entrate patrimoniali degli enti, con esclusione delle multe poiché le disposizioni in esame non incidono sul codice della strada.”

Per quanto riguarda la motivazione delle misure previste per la “Riforma della riscossione Enti locali”, è scritta nell’articolo stesso:

“La razionalizzazione prospettata nella riforma permette altresì di contenere i costi della riscossione, di concentrare risorse su attività più incisive e più funzionali alla riscossione stessa, assicurando una maggiore efficienza nell’attività di contrasto all’evasione, garantendo conseguentemente il recupero di margini più ampi di gettito, anche nella considerazione della maggiore compliance del soggetto passivo dell’entrata tributaria o patrimoniale.”

A cambiare è dunque la procedura dei comuni.

Al momento, infatti, gli enti locali devono seguire un iter di due passaggi:

  • l’accertamento, con cui il debitore viene messo al corrente del ritardo del pagamento, sollecitato a pagare ed a giustificare tale ritardo;
  • l’emissione della cartella esattoriale.

Le misure previste dal DDL bilancio 2020 si articolano invece in maniera diversa. Entro tre dalla notifica di mancato pagamento, il Comune potrà richiedere il pignoramento del conto corrente.

L’operazione rimarrà sospesa per i successivi sei mesi e intanto il cittadino potrebbe rimettersi in regola con i pagamenti. Tuttavia, in caso contrario, in soli nove mesi potrebbe vedersi il conto corrente pignorato.

Pignoramento conto corrente bancario, dopo i controlli degli enti locali potranno richiederlo: la polemica

Le previsioni del Disegno di Legge di bilancio 2020 in discussione in parlamento hanno acceso polemiche.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte si è mostrato rassicurante dichiarando che: “I cittadini non si devono preoccupare, non mi risulta”.

Di segno opposto è stata la reazione del segretario della Lega Matteo Salvini, che ha attaccare pesantemente la misura in esame, dicendo: "Se entrano nel tuo conto corrente per pignorare, secondo me siamo all’Unione sovietica fiscale, lo stato di polizia fiscale".

La discussione e dunque accesa e bisognerà aspettare per vedere se le misure in questione resteranno immutate dopo l’iter parlamentare.

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