Pace fiscale per Imu e Tasi. Novità negli emendamenti al DL 119/2018

Pace fiscale per Imu a Tasi. La proposta di estensione esplicita del condono anche ai tributi degli enti locali è contenuta in uno degli emendamenti al DL n. 119/2018.

Pace fiscale per Imu e Tasi. Novità negli emendamenti al DL 119/2018

Pace fiscale anche per Imu e Tasi: è con un emendamento al DL n. 119/2018 che la Lega punta ad estendere il condono delle cartelle anche alle entrate degli enti locali.

Il testo degli emendamenti sulla pace fiscale prevede che gli enti locali possono stabilire la disapplicazione delle sanzioni sulle cartelle relative ad Imu e Tasi notificate tra il 2000 e il 2017.

Si tratta dello stesso perimetro degli ammessi alla rottamazione ter, la sanatoria delle cartelle che, tuttavia, prevede per il contribuente l’obbligo di versare l’intero importo della quota capitale del debito.

Saranno quindi gli enti locali a dire l’ultima parola: la pace fiscale per Imu e Tasi e, in linea generale, per le entrate anche tributarie dei comuni dovrà essere deliberato entro il termine per la deliberazione annuale del bilancio di previsione.

Non solo Imu e Tasi: le novità sulla pace fiscale che saranno introdotte con gli emendamenti al Decreto Legge n. 119/2018 riguarderanno anche le irregolarità formali sulle dichiarazioni. Per mettersi in regola per gli errori commessi dal 2013 al 2017 bisognerà pagare una cifra fissa complessiva pari a 750 euro.

Pace fiscale per Imu e Tasi. Novità negli emendamenti al DL 119/2018

La pace fiscale sarà estesa anche ai tributi di competenza dei Comuni, non solo Imu e Tasi ma anche l’imposta sulle insegne e, a scanso di specifiche esclusioni, anche la Tari, la tassa sui rifiuti.

Nel dettaglio, è con un emendamento al DL fiscale n. 119/2018 che la Lega punta ad estendere il perimetro delle cartelle per le quali sarà possibile accedere alla pace fiscale. Il testo della modifica presentata in Commissione Finanze del Senato prevede che:

“Con riferimento alle entrate, anche tributarie, dei comuni, non riscosse a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale, notificati, negli anni dal 2000 al 2017, dagli enti stessi e dai concessionari della riscossione, i medesimi enti locali possono stabilire, entro il termine fissato per la deliberazione del bilancio annuale di previsione, l’esclusione delle sanzioni”.

In sintesi, così come previsto per la rottamazione ter delle cartelle, misura per la quale sono già state pubblicate le istruzioni e la modulistica per l’adesione, la sanatoria riguarderà il periodo compreso tra il 2000 e il 2017.

Lo sconto, per il quale sarà ciascun ente locale a dire l’ultima parola, sarà applicato soltanto alle sanzioni mentre stando all’attuale formulazione dell’emendamento al decreto fiscale, il condono della pace fiscale non intaccherà la quota capitale del debito maturato e i relativi interessi.

Pace fiscale, pioggia di emendamenti e novità

L’estensione della pace fiscale anche per Imu e Tasi è soltanto una delle novità contenute nei 578 emendamenti al Decreto Fiscale collegato alla Manovra 2019 presentati in Commissione Finanze del Senato.

A dirla tutta, poi, si tratta soltanto di una misura marginale rispetto agli altri interventi attesi. Il lavoro della Maggioranza e soprattutto degli esponenti della Lega, è tutto concentrato sull’annunciato ritorno del saldo e stralcio delle cartelle, vero e proprio condono che consentirà di pagare in base alle reali capacità economiche di ciascun contribuente.

Questa misura, pensata per i contribuenti in difficoltà economica con cartelle di importo superiore a 1.000 euro, non ammesse quindi allo stralcio totale e automatico, sarà oggetto di un emendamento non ancora presentato e che potrebbe arrivare in sede di approdo in Aula del testo del DL fiscale n. 119/2018.

Accanto al condono a tre aliquote (pari al 6%, al 10% e al 25%), è stato il Sottosegretario al MEF Bitonci a promettere che la pace fiscale riguarderà anche gli avvisi bonari e le irregolarità formali sulle dichiarazioni dei redditi.

Sull’ultimo punto, uno degli emendamenti al Decreto Fiscale presentati in Commissione prevede che sulle dichiarazioni dell’ultimo quinquennio, dal 2013 al 2017, sarà possibile ravvedersi pagando una sanzione fissa di 150 euro per periodo d’imposta, dilazionabile fino a 20 rate trimestrali da pagare a partire dal 31 maggio 2019.

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