Coronavirus, prestazioni INAIL per il contagio sul lavoro: è come un infortunio

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Coronavirus, prestazioni INAIL per il contagio sul lavoro: è come un infortunio. A stabilirlo è l'articolo 42 del DL Cura Italia pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 marzo 2020. Nella stessa giornata, l'Istituto ha fornito particolari chiarimenti con la nota numero 3675 per medici e infermieri che contraggono il virus svolgendo le loro mansioni.

Coronavirus, prestazioni INAIL per il contagio sul lavoro: è come un infortunio

Coronavirus, il contagio sul lavoro è come un infortunio: si ha diritto alle prestazioni INAIL anche per il periodo di quarantena o di permanenza domiciliare fiduciaria. A stabilirlo è l’articolo 42 del DL Cura Italia pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 marzo 2020.

Nella stessa giornata l’Istituto con la nota numero 3675 ha chiarito le regole da applicare a medici, infermieri e operatori delle strutture sanitarie che contraggono il virus.

Si tratta di una tutela assicurativa ampia, che “si estende anche ai casi in cui l’identificazione delle specifiche cause e modalità lavorative del contagio si presenti problematica”.

Coronavirus, prestazioni INAIL per il contagio sul lavoro: è come un infortunio

Nel DL Cura Italia non trovano posto soltanto le misure economiche di sostegno a imprese, famiglie e lavoratori, ma il testo del Decreto Legge numero 18 del 2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 marzo mette in chiaro anche nuove regole da adottare in situazioni specifiche di questo periodo di emergenza.

Cosa succede, ad esempio, se un lavoratore contrae il coronavirus durante lo svolgimento delle sue mansioni?

La risposta nell’articolo 42:

“Nei casi accertati di infezione da coronavirus (SARS- CoV-2) in occasione di lavoro, il medico certificatore redige il consueto certificato di infortunio e lo invia telematicamente all’INAIL che assicura, ai sensi delle vigenti disposizioni, la relativa tutela dell’infortunato.

Le prestazioni INAIL nei casi accertati di infezioni da coronavirus in occasione di lavoro sono erogate anche per il periodo di quarantena o di permanenza domiciliare fiduciaria dell’infortunato con la conseguente astensione dal lavoro”.

Il caso di contagio da coronavirus deve essere trattato dal datore di lavoro, pubblico e privato, e dall’INAIL allo stesso modo di un infortunio sul lavoro.

Il testo, poi, specifica che i casi di contagio gravano sulla gestione assicurativa e non sono computati ai fini della determinazione dell’oscillazione del tasso medio per andamento infortunistico.

Coronavirus, il contagio sul lavoro di medici e infermieri: è come un infortunio

Già nella stessa giornata del 17 marzo, l’INAIL aveva pubblicato sul suo sito dei chiarimenti sulla tutela di medici, infermieri e operatori delle strutture sanitarie contagiati.

Nella nota numero 3675 del 2020, specifica per il settore sanitario, innanzitutto si chiarisce che il contagio da coronavirus è inquadrato come infortunio sul lavoro e si specifica che:

“In base alle istruzioni per la trattazione dei casi di malattie infettive e parassitarie, la tutela assicurativa si estende anche alle ipotesi in cui l’identificazione delle precise cause e modalità lavorative del contagio si presenti problematica. Ne discende che, ove l’episodio che ha determinato il contagio non sia percepito o non possa essere provato dal lavoratore, si può comunque presumere che lo stesso si sia verificato in considerazione delle mansioni/lavorazioni e di ogni altro indizio che in tal senso deponga”.

Alla luce dell’inquadramento del contagio come infortunio sul lavoro, il documento fornisce le istruzioni da seguire:

  • l’azienda sanitaria locale o la struttura ospedaliera/struttura sanitaria di appartenenza del personale infortunato, in qualità di datori di lavoro pubblici e privati, devono inviare la comunicazione di infortunio;
  • il medico che accerta il contagio deve inoltrare il certificato di infortunio all’INAIL.

Infine, l’Istituto chiarisce che anche i dipendenti posti in quarantena o in isolamento domiciliare hanno diritto alle tutele, e che si ammette la possibilità di contrarre la malattia nel tragitto casa-lavoro, in questo caso si tratta di infortunio in itinere.

Mentre sono esclusi dalle prestazioni coloro che vengono isolati per motivi di sanità pubblica, dal momento che non c’è la prova della contrazione del virus.

Tutti i dettagli nel testo integrazione delle nota 3675 del 17 marzo 2020 - Richiesta chiarimenti malattia-infortunio da Covid-19 (nuovo coronavirus) contratta dagli operatori sanitari.

INAIL - Nota numero 3675 del 17 marzo 2020
Richiesta chiarimenti malattia-infortunio da Covid-19 (nuovo coronavirus) contratta dagli operatori sanitari

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